Fiobbo in verticale. Un pecorino che sa invecchiare

Fiobbo in verticale. Un pecorino che sa invecchiare

Degustando
di Riccardo Vescovini
04 gennaio 2015

Sei annate, dalla 2004 alla 2013. La verticale di uno dei vini, il Fiobbo di Aurora, che meglio ha saputo interpretare sin qui il fascino di una varietà autoctona un tempo considerata secondaria e sulla quale invece, oggi, si concentra un’attenzione sempre più crescente da parte di critica, pubblico e produzione

Fiobbo Autora Offida PecorinoContraddistinto da un grappolo più o meno serrato e di dimensioni medio-piccole, il pecorino è un vitigno senza troppi compromessi. Le valutazioni analitiche, prima ancora che le impressioni organolettiche, descrivono una varietà dal temperamento deciso: il tenore di zuccheri è relativamente elevato - l'alcol potenziale supera i 13.5° -, gli acidi possono attestarsi oltre gli 8 g/l ed il pH è di circa 3. In sintesi, mosti che si distinguono quanto a presenza zuccherina e acidità; caratteristiche che devono essere calibrate con precisione, rendendo la scelta al momento della vendemmia una delle fasi più delicate nel percorso di vinificazione di questa varietà. Un'attesa troppo prolungata può, infatti, comportare una presenza zuccherina sovrabbondante e un vino dalla spina dorsale indebolita; la troppa fretta può invece giocare in favore di un eccesso di acidità, una connotazione marcatamente verde ed una nervosità ostile alla distensione del vino nel corso degli anni.

La storia del pecorino è relativamente recente. Riscoperto nei primi anni Ottanta grazie al pionieristico lavoro di Guido Cocci Grifoni, le prime vendemmie di una certa rilevanza vedono la luce all'inizio degli anni Novanta. Ciononostante, la popolarità del vitigno è ancora lontana da quella che arriverà all'inizio del nuovo millennio. È significativa la definizione che Jancis Robinson presenta nell'edizione del 1996 della "Guida ai vitigni del mondo", nella quale si limita a definire il pecorino una "varietà della costa marchigiana che produce quantità in calo costante di un vino solido e di carattere". Oltre allo scarso rilievo conferito al vitigno - sintomatico di una diffusione al tempo piuttosto limitata - è opportuno evidenziare il riferimento ai quantitativi prodotti, esattamente all'opposto rispetto alla situazione odierna. Dal 1996 ad oggi, il pecorino è stato sempre più coltivato, con quantità di vino prodotte in continua crescita. È del 2001 il riconoscimento della DOC e, ultimo traguardo, la DOCG del 2011. Negli ultimi anni, l'interesse del mercato per i vitigni autoctoni ha garantito al pecorino ulteriore visibilità e diffusione. Questo contesto, tuttavia, non è stato esente dalla proliferazione di produzioni spesso banali ed omologate, non sempre in grado di garantire la miglior espressività di un vino dalla forte connotazione territoriale.

Tra i produttori che hanno saputo meglio interpretare questa varietà vi è certamente Aurora. Azienda fondata nel 1980, nasce per volontà di cinque amici e sin dai primi passi - in quelli che si potrebbero definire "tempi non sospetti" - l'attenzione per l'ambiente e l'utilizzo di metodi "naturali" sono stati i valori sui cui orientare il lavoro in vigna e in cantina. La certificazione biologica risale al 1987.

Il pecorino di Aurora si chiama Fiobbo, dal nome del torrente che scorre nelle terre di Offida, lambendo alcune delle vigne di proprietà. L'etichetta, disegnata da Carlo Marchetti, rappresenta il ballo del lupo, antica usanza propiziatoria picena. Le vigne sono esposte a nord-ovest, scelta maturata dopo un primo tentativo con esposizione a sud e un successivo espianto. Oggi, due terzi di esse hanno ventuno anni di età, mentre il restante terzo ha nove anni.

Il primo passo verso la vinificazione consiste nella vendemmia di circa il 15% delle uve per realizzare il pied de cuve, utilizzato per innescare la fermentazione - senza l'ausilio di lieviti selezionati - del restante 85% delle uve. L'utilizzo del legno è stato oggetto di sperimentazioni e modifiche nel corso degli anni. Oggi, metà della massa fermenta in botti di rovere di 15 hl e metà in acciaio. A conclusione di una fase di maturazione che dura 12 mesi, i due vini sono infine assemblati, filtrati ed imbottigliati.

Fiobbo Autora Offida PecorinoLa degustazione

Assaggiamo sei annate di Fiobbo, dal 2004 fino al 2013. La degustazione è una valida conferma della capacità di questo vino di invecchiare meravigliosamente, nonché la riprova che non solo i bianchi più blasonati possono trarre beneficio da una lunga maturazione in bottiglia. Anche il pecorino può ripagare la paziente attesa con emozionati evoluzioni, acquisendo nel tempo un fascino certamente non riscontrabile in gioventù.

Difficile, invece, fornire una risposta univoca circa gli orizzonti dell'invecchiamento. Ciascuna delle annate degustate presenta caratteristiche peculiari che ne influenzano, anche sensibilmente, la speranza di vita. Suggeriamo di godere del carnoso frutto che contraddistingue il 2012 entro i prossimi tre anni, mentre la ricchezza e la perfetta integrazione che già si scorge nel 2013 invita a scommettere su una durata ben oltre il decennio. Il 2004, a dieci anni di distanza, ha ancora molto da raccontare.

Un'indicazione netta che emerge dalla degustazione riguarda la capacità del Fiobbo di tratteggiare con eleganza un affresco dell'annata, pur nel contesto di un quadro coerente in cui gli ingredienti caratteristici del vino forniscono un intrigante elemento di continuità. In ciascun millesimo troviamo, infatti, una accomunante solarità, un chiaro timbro sapido, un frutto giallo più o meno maturo, i richiami a sensazioni di fieno e delicati toni di incenso.

L'impressione è che il non interventismo ricercato da Aurora abbia raggiunto un equilibrio ben calibrato che, proprio attraverso la nitidezza con la quale l'essenza dell'annata viene colta, è funzionale a conferire un fascino, talvolta irresistibile, anche ad annate meno favorevoli come la 2005.

Un'ultima nota riguarda i lieviti. Dal 2007 Aurora fa ricorso ai soli lieviti indigeni, mentre le annate precedenti hanno previsto anche l'utilizzo di lieviti selezionati neutri. La degustazione non ha tuttavia fornito elementi di chiaro riconoscimento imputabili all'utilizzo dei lieviti tra le tre vendemmie che precedono il 2007 e quelle successive.

Le annate sono state degustate dalla più giovane alla più vecchia, nell'ordine di narrazione riportato nel seguito.

Fiobbo 2013

Color giallo paglierino tenue, con riflessi verdolini.

Vino nella sua primissima gioventù che apre su un naso di sorprendente densità ed una ricchezza ancora piuttosto compressa. Richiami di incenso e cera d'api si alternano a note più crude, ma delicatamente ficcanti: lime, erba fresca e bergamotto. L'evoluzione prosegue su sentori di nocciola, pera, poi gesso e note balsamiche. Vino dallo sviluppo olfattivo intrigante, inevitabilmente alla ricerca di un'armonia e una coerenza che solo col tempo potrà raggiungere.

Assaggio di grande coerenza, sostenuto da un timbro salino deciso e profondo. Intrigante la dinamica gustativa, caratterizzata da un convinto allungo nel finale. Vino dalle potenzialità impressionanti.

Fiobbo 2012

Giallo paglierino di buona intensità.

Apre su note fruttate di pesca a polpa gialla, poi rosmarino, origano, ananas. La permanenza nel calice rivela una certa stazionarietà nello sviluppo olfattivo - oltre che statico, non è nemmeno particolarmente ampio - pur preannunciando una certa carnosità gustativa. L'assaggio è succoso, di buon volume e con netti richiami alla polpa di pesca. La coerenza con il naso conferma l'identità di un vino giocato su una piacevole pienezza, ben sostenuto da una energica spalla acida, ma che fatica ad esprimersi su un livello di maggior articolazione e profondità. Nel finale richiami di miele di acacia ed una nota di salvia.

Fiobbo Autora Offida PecorinoFiobbo 2007

Oro vivo, dalla luminosità vibrante.

Impatto odoroso deciso, la cui ricchezza fa pensare ad una leggera sovramaturazione, su note di mango, propoli e fiori gialli. Evolve su sentori di alloro e pane di segale, con ricordi quasi macerativi di scorza di arancia e cedro candito. Evocazioni saline ne evidenziano un carattere dal timbro fortemente minerale.

Ingresso puntuale, su un'acidità decisa ed aggraziata che scandisce il ritmo di un assaggio solare. Chiude con un finale salino ed una delicata nota amaricante che fornisce profondità e rettitudine all'assaggio. E' l'annata che meglio esprime le capacità di invecchiamento di questo pecorino, impressionando quanto a capacità di raggiungere una precisa integrazione tra la componente acida e quella alcolico/glicerica.

Fiobbo 2006

Color giallo paglierino di buona concentrazione, riflessi dorati.

Naso che fatica ad aprirsi ed anticipa il carattere duro e poco immediato di questo millesimo. Ad un primo approccio si concede su sentori eterei che richiamano la plastica e lo smalto. Evolve lentamente verso sentori di erbe officinali, rosmarino e sensazioni minerali. Naso di minor ricchezza rispetto agli altri campioni, ma scolpito e profondo. Assaggio dallo sviluppo verticale che si articola su note salate e di radici - a tratti sembrano frenare l'allungo - che conferiscono al vino una certa austerità. Il finale va smorzandosi sul ritmo di una tenue acidità. Vino cerebrale.

Fiobbo 2005

Color paglierino con riflessi dorati vividi.

Timbro olfattivo citrino e dalle note verdi di lime ed erba fresca. Prosegue su pompelmo, bergamotto e crema al limone. Millesimo piuttosto anomalo rispetto agli altri assaggi, dal temperamento difficile. L'impatto odoroso esprime una certa nervosità, confermata da un ingresso in bocca piuttosto crudo e da un'acidità decisa. Non mutua la solarità delle altre annate, ma al contrario evoca sensazioni che richiamano al freddo. Per questo vino, l'invecchiamento sembra essersi sviluppato su una scala temporale dilatata - rivela caratteristiche di gioventù insospettabili a quasi dieci anni dalla vendemmia - e fa pensare ad una fase di distensione piuttosto travagliata.

La permanenza nel calice ne favorisce l'evoluzione su sentori di cereali e, infine, note oleose - quasi sottolio. Pur non esprimendo l'eleganza del 2007, seduce per il suo nervo, conferito da un'acidità ficcante e tagliente.

Fiobbo 2004

Elegante veste giallo paglierino intenso, con riflessi dorati.

Naso che apre su note di frutta matura - pesca a polpa gialla, pera, cedro - e fiori gialli. La dinamica olfattiva prosegue su una delicata nota di liquirizia, e note più dolci ed avvolgenti di fieno e cereali. In bocca rivela una perfetta maturità attraverso un delicato gioco di equilibri. L'assaggio si distingue per una sottile acidità, ben distesa ed integrata, che accompagna il carattere di un vino solare e luminoso.

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