Il terrano e i rossi del Carso

Il terrano e i rossi del Carso

Degustando
di Raffaele Cumani
05 maggio 2016

Dal punto di vista vinicolo, a lungo il Carso è stato considerato la Cenerentola del Friuli Venezia-Giulia. Oggi questa zona è diventata una chicca da aggiungere ad un panorama regionale già di per sè ricco.

Roberto Filippaz, Vicepresidente regionale e Delegato di Trieste, ci ha guidato alla scoperta proprio di questo territorio, dei suoi rossi ed in particolare del Terrano, vino che esprime tutta la tipicità del Carso. 

Si tratta di vini “rocciosi” come ha sottolineato il nostro delegato Hosam Eldin Abou Eleyoun, introducendo la serata, con un profetico augurio “only the brave, stasera” e come lo stesso Filippaz ha specificato dicendo che il Terrano “o si ama o si odia!”

Siamo infatti di fronte a vini davvero particolari, il Terrano, come dice il nome è legato alla terra rossa del Carso, ma è fatto con uva refosco dal peduncolo verde che qui esprime grande acidità e poco alcol. 
Oggi con l’abbassamento delle rese, lo svolgimento della fermentazione malolattica e in generale con la grande cura dei cosiddetti “pionieri del Carso”, cantine artigianali di cui abbiamo assaggiato i vini a seguito descritti, si sono ottenuti vini più longevi, rotondi e “internazionali”. 

Il relatoreIl Carso stesso è un territorio peculiare, una zona di confine dominata da falesie calcaree a picco sul mare. 
Ci troviamo in una grande baia, il Golfo di Trieste, che con la sua conformazione consente la creazione di diversi microclimi e zone vitivinicole importanti, divise tra Italia, Slovenia e Croazia. 
Le temperature sono critiche, supportate da un vento gelido anche in estate e un’escursione termica importante tra giorno e notte. 
I fenomeni “carsici” permettono un veloce drenaggio delle acque, mentre la pietra calcarea, caratteristica dominante del territorio, conferisce una chiara impronta al vino. 
È un territorio con due problematiche diverse: sull’altipiano c’è molta roccia e poca terra, presa e trasportata dalle doline per “costruire” le vigne; sul mare invece, la terra va terrazzata coi muretti salvando ogni singola pietra per poter fare i vigneti. 

TerranoEcco i vini degustati:

Refosco 2014 – Azienda Bolè 
Il colore è intenso  e già al naso si avverte una spiccata acidità, i sentori sono semplici: amarena, prugna, frutto acerbo, sambuco, salvia e rosmarino. All’entrata in bocca la nota acida è sorprendente adatta ad accompagnare la cucina tradizionale mitteleuropea. 

Refosco 2013 – Leonardon 
Refosco dal peduncolo rosso e refosco dal peduncolo verde al 50%, pur non facendo legno sembra paradossalmente più morbido rispetto al precedente. La bocca è calcarea, l’acidità c’è ma con una morbidezza in più. I sentori sono quelli tipici: ciliegia, amarena, prugna non ancora matura. L’abbinamento per tradizione è con la iota, minestra preparata coi crauti acidi, sulla carta non è perfetto ma certamente da provare.

Refosco 2014 – Kocjancic Rado
Più complesso rispetto ai precedenti, ha qualche sentore di frutta matura, più evoluto. Lega in bocca più come acidità che tannicità.

Terrano 2014 – Azienda agricola Bajta
Stile particolare, siamo sul Carso vero e proprio, c’è una mineralità di tipo calcareo e sentori di amarena, frutti di bosco, chiodi di garofano, noce moscata. In bocca la botta acida è pari ai precedenti, ma ci sono anche morbidezza, complessità e rotondità maggiori e, quindi, una maggiore bevibilità, pur restando sul Carso al 100%.

Terrano 2014 – Castelvecchio
Azienda tra le più grandi della zona del Carso goriziano, dallo stile tradizionale. Vino riconoscibilissimo, che, come il precedente, ha grande persistenza gusto olfattiva e integrità. I sentori sono gli stessi, tipici con in più la presenza della bacca di ginepro e della scorza d’arancia. 

I viniTerrano 2013 –  Skerlj Matej
È un terrano dalla nota minerale, calcarea ma addomesticato dalla tecnica vitivinicola che lo rende più complesso e persistente. In bocca ha una nota di rabarbaro.

Terrano 2013 – Zidarich
Complessità al naso e schiaffo acido all’entrata in bocca, in un’iniziale non corrispondenza che svanisce subito, tramutandosi in perfetta coerenza e una lunga persistenza. Complesso al naso e in bocca, ha tutti i sentori varietali: rosmarino, rabarbaro, bacca di ginepro e mineralità calcarea.
Terrano riserva 2011 – Skerk
Terrano anomalo dal colore più scuro e più concentrato con sentori di prugna matura, una bella  acidità e grande rispondenza tra naso e bocca con bel finale lungo. Un vino che ha 4 anni e che dimostra che il Terrano può durare nel tempo. 

Tutti questi vini provengono da realtà artigianali, caratterizzati da tradizione, territorio e stile: tre parole che sono la cifra per capire il vino e il suo carico culturale.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori