Cor Römigberg: la potenzialità del cabernet sauvignon

Cor Römigberg: la potenzialità del cabernet sauvignon

Degustando
di Paolo Valente
07 giugno 2017

Dall'incontro con Robert Mondavi negli anni '80 nasce il Cor Römigberg, cabernet sauvignon allevato in un vigneto nei pressi del lago di Caldaro. La verticale di 7 annate, a partire dal 1993, che si è tenuta alla ventesima edizione di Summa

Alois LagederSiamo negli anni '80, gli anni in cui i vitigni internazionali erano alla ribalta nelle tendenze dell'enologia moderna e l'uso della barrique era considerata elemento indispensabile per un vino di qualità. In una bella sala di Tor Löwengang a Magrè, in provincia di Bolzano, siedono, uno a fianco all'altro, Alois Lageder e Robert Mondavi.

Il grande produttore californiano incita l'ospite ad osare di più e a produrre dei vini di grande qualità sfruttando le potenzialità del territorio unite a quelle dei vitigni internazionali. Alois raccoglie la sfida e pianta un vigneto di cabernet sauvignon nei pressi del lago di Caldaro, nella parte centrale del vigneto di maso Römigberg, in quella zona che da sempre è stata chiamata Herz, cuore.

Non è una scelta avventata perché nella zona di Magrè si coltivava cabernet già dalla fine dell'800. Così nasce Cor Römigberg, cabernet sauvignon, dove Cor, cuore in latino, rimanda al centro del vigneto. Il terreno del maso è particolare: calcareo dolomitico come tutto il resto ma sono i depositi glaciali in superficie che lo rendono unico.

Alois aggiunge al cabernet sauvignon anche una piccola percentuale di petit verdot che apporta colore, tannini e acidità. L'obiettivo è di produrre vini precisi e diritti senza mai deviare verso prodotti pieni ed opulenti. Anche l'uso della barrique è stato modificato nel corso degli anni utilizzando ripetutamente le botti, oggi anche fino al terzo e al quinto passaggio. La prima annata, il 1989, non è stata commercializzata. 

Per mantenere un'eccellente qualità Cor Römigberg veniva prodotto solo nelle annate migliori; oggi, grazie anche al preciso lavoro fatto in vigna, si è arrivati ad ottenere vini di ottima qualità tutti gli anni; sono le quantità ad essere eventualmente penalizzate. La vendemmia viene frazionata e si passa in vigna fino a quattro volte per raccoglie solo l'uva effettivamente matura senza lasciare alcuno spazio alla sovramaturazione.

Per il ventesimo anniversario di Summa, la manifestazione organizzata da Lageder per accogliere operatori e giornalisti con la dovuta tranquillità per far loro conoscere i suoi vini e quelli di una limitata lista di un'ottantina di altri produttori provenienti da tutto il mondo, Alois ha voluto organizzare una prestigiosa degustazione che ripercorresse l'evoluzione di Cor Römigberg, dal 1993 al 2011.

Vertical Cor Römigberg Alois Lageder

1993

Un'annata difficile con una maturazione stentata. Il vino nel bicchiere è ancora luminoso con note che virano verso il granato. Mostra ancora tutta l'energia di cui è intriso, energia piacevolmente controbilanciata da una buona maturità. Le spezie, quasi pungenti, si accompagnano a note di frutta matura. Il tannino è ben equilibrato, l'acidità supporta la lunghezza completata da sentori di spezie nere e di inchiostro.

1997

Il 1997, dopo un luglio e agosto difficili, volge al bello con un ottimo autunno che completa nel modo corretto la maturazione dell'uva. Al naso emerge una nota dolce di frutta stramatura ma, complessivamente, il vino è ancora chiuso su se stesso. In bocca si rivela pieno, con un'acidità vibrante; il tannino spiccato gli consente di arrivare diritto fino alla fine della beva con una finale lunghissimo e caratterizzato dal contrappunto di note piacevolmente morbide.

2000

Un'ottima annata, il 2000, che ha consentito di ottenere un vino dall'incredibile potenziale. La frutta nera è ben matura. In bocca si presenta morbido, polposo con un'acidità centrale evidente che con il passare dei secondi diviene lunghezza sulle note della frutta stramatura. Pieno e opulento.

2003

La calda annata 2003 ha costretto la vendemmia a fine agosto. Agrume dolce, fiori rossi e frutta sotto spirito si ritrovano oltre che al naso anche in bocca. Freschezza di frutta croccante. La sapidità, ben percepibile, ci accompagna fino alla fine della degustazione gusto-olfattiva.

2006

Il 2006, un'annata fresca, ha portato ad un vino elegante e complesso. I sentori sono quelli delle spezie nere, del cuoio. Ottima la trama gustativa con tannino e acidità nella media, la lunghezza è accompagnata dalle note del sole e del caldo.

2008

Il 2008 è un vino ancora ricco di aromi primari, complesso di ciliegia, tabacco, cuoio, frutta e inchiostro nero. Appare quasi pronto, l'acidità è potente, i tannini sono finissimi e la lunghezza è giocata sulle note della maturità.

2011

Sentori di caffè, cioccolato e tostati sono le caratteristiche olfattive dell'annata 2011. Vino ancora giovanissimo, con spiccate evidenze di acidità, che rivela un grande potenziale di invecchiamento.

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