Un'identità che si chiama Oltrepò Pavese

Degustatori AIS Lombardia
29 gennaio 2018

Un'identità che si chiama Oltrepò Pavese

L’Enoteca Regionale Lombarda di Cassino Po ha ospitato, per il primo incontro del 2018, i Degustatori di AIS Lombardia; il focus della degustazione è stato incentrato sull’assaggio di vini territoriali capaci di valorizzare e far conoscere in modo più approfondito e ordinato le tipologie vinicole coltivate e lavorate in Oltrepo’ Pavese; un lavoro finalizzato alla descrizione e ricerca di un’identità precisa che possa essere riconosciuta ed apprezzata nel panorama nazionale e internazionale.

Laura Zaninelli

In scena cinque batterie per un totale di 23 campioni, organizzati in collaborazione con il Consorzio Tutela vini Oltrepò Pavese, qui rappresentato dal Direttore Emanuele Bottiroli, che ha introdotto e descritto ciascuna batteria indicando le tipicità dei vitigni e delle zone di produzione. Il concetto forte è quello della ricerca di uno stile che i vini oltrepadani stanno cercando di costruire puntando sull'eccellenza, affinché questo territorio possa diventare punto di riferimento per alcune tipologie vinicole autoctone e non. 

La degustazione alla cieca è, come di consueto, condotta da Luigi Bortolotti, responsabile con Sebastiano Baldinu dei Degustatori AIS Lombardia.

Enoteca Regionale Lombardia | Broni | Degustatori AIS Lombardia

Partiamo dal riesling: in Oltrepò si coltivano sia l'italico che il renano (in costante crescita); cerchiamo nel calice le note di evoluzione tipiche di questo vitigno date, tra l'altro, dai terreni calcareo-gessosi e da escursioni termiche non estreme. La batteria è composta da cinque tipologie di riesling che, in linea generale, esprimono eleganza, freschezza e sapidità; alcuni vini sprigionano in maniera molto diretta ciò che un degustatore si aspetta da un riesling, altri sono più particolari e insoliti. I produttori devono arrivare alla consapevolezza di avere tra le mani un territorio decisamente vocato per la coltivazione di quest'uva.

Pinot nero, in Oltrepò Pavese, significa principalmente bollicine già dal 1865; sono gli spumanti ad accogliere i degustatori nella seconda batteria di assaggi. Spesso si incorre nell'errore di paragonare il nostro Metodo Classico a quello dei cugini francesi, per l'identica fase produttiva, ma le differenze di latitudine e di suoli fanno sì che questi due prodotti non possano essere assimilabili e che sia quindi sempre maggiore la necessità di comunicare le peculiarità varietali che si coltivano in Lombardia. Bottiroli sottolinea che bisogna mettere ordine soprattutto nelle uve dalle quali partire per la produzione (tenendo conto che c'è anche una piccola zona coltivata a pinot meunier), e dare una svolta qualitativa che possa vedere il Metodo Classico oltrepadano sulle tavole dei ristoranti del mondo. Quindi maggior consapevolezza in vigna e in cantina per un prodotto che, viste la freschezza e l'eleganza, può anche essere non dosato; un vino da tutto pasto che sostiene una lunga evoluzione.

Degustatori Ais Lombardia | Pinot Nero

La terza batteria è dedicata agli spumanti rosé. Dal 2010 in Oltrepo' è stata indicata, per questa tipologia di vini, la denominazione Cruasé (termine derivato dall'incontro tra cru e rosé). La scelta di questo nome vuole sottolineare una tipicità, sostenendone le peculiarità e conferendole una caratteristica distintiva. Il Consorzio pensa che proprio questo prodotto possa diventare la base del consumo dei vini del territorio: il quotidiano per eccellenza che usa e valorizza i vitigni autoctoni.

Nei calici della quarta batteria ritorna il pinot nero, in versione ferma. Le espressioni che si sprigionano, seducono nei profumi e nel colore, soprattutto del secondo campione. Bottiroli precisa che la produzione di questo vitigno si diversifica in due tipologie: una più giovane, fruttata e fresca, destinata al mercato esterno e una da invecchiamento che rimane entro i confini nazionali. Nel corso degli anni, molti produttori hanno investito nella vinificazione del pinot nero fermo, ascoltando e lasciandosi ispirare dall'anima del territorio, vocato per questa varietà.

Da ultimo, i Degustatori si sono misurati con vini della DOC Oltrepò Pavese rosso che prevede la vinificazione delle uve più autoctone della zona. Dunque prevalgono croatina, uva rara e barbera, uve di antica tradizione locale (come ricorda Fiorenzo Detti, Presidente di AIS Lombardia, il nome "croatina" deriva da "cruata" espressione dialettale che significa "cravatta", ovvero il vino da bere nei momenti di festa, quando si indossava la cravatta). Ciascuna di queste uve possiede caratteristiche peculiari che, combinate insieme, danno spesso prodotti di buon livello e vini equilibrati fin da subito, di pronto consumo. Il Consorzio sta cercando un nome diverso per questa DOC, tale da identificare meglio la tipologia di questi vini, rendendo così il loro marchio maggiormente riconoscibile. 

Si concludono le danze, sottolineando ancora una volta quanto sia importante sostenere i produttori che vogliono lavorare bene ed alzare il livello qualitativo: un'identità ancora da costruire ma che poggia su un'antica tradizione che va riscoperta e valorizzata. 

Credit foto: Marco Agnelli

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