I vini rossi dell’Oltrepò Pavese: una degustazione di carattere

Tappa in Oltrepò Pavese per una sessantina di degustatori di Ais Lombardia che sabato 24 gennaio si sono ritrovati al Centro di ricerca Formazione e Servizi della Vite e del Vino “Riccagioia” di Torrazza Coste (PV). Coordinati da Luigi Bortolotti e Sebastiano Baldinu, focus sul carattere e la longevità dei rossi locali, sia secchi che dolci.

Davide Gilioli

Centro RiccagioiaDopo i saluti e le presentazioni di rito, si lascia subito spazio al protagonista della giornata: il territorio dell'Oltrepò Pavese, che si snoda tra sedimenti argillosi e limosi, più adatti ai vini rossi, e blocchi di natura calcarea, a vocazione invece spumantistica. 

Emanuele Bottiroli, insediatosi da circa un anno alla guida del Consorzio, inquadra subito con piglio deciso la propria missione: «L'Oltrepò Pavese è un territorio vastissimo, dotato di oltre 13mila ettari vitati, dei quali 3mila dedicati esclusivamente al pinot nero. Con un adeguato lavoro di valorizzazione del territorio, date le varietà dei vitigni presenti, le diversità geologiche e le molteplici tecniche produttive impiegate, l'Oltrepò potrebbe, da solo, esprimere un'intera carta dei vini, dagli spumanti fino ai vini dolci». Il principale fattore di svolta, sul quale fare leva nei prossimi mesi - complice ovviamente la presenza di Expo - sarà quindi la comunicazione del territorio: spogliarsi di un'immagine ormai logora, banalizzata da un passato dove si è dato più risalto alla quantità che alla qualità dei prodotti.

Ed è in quest'ottica che i Degustatori di AIS Lombardia, in quanto testimoni e portavoce delle eccellenze vitivinicole lombarde, sono stati coinvolti in una degustazione alla cieca di 20 vini rossi, suddivisi in batterie da 5 assaggi ciascuna: nelle prime tre sono stati degustati diverse espressioni di Oltrepò Pavese DOC Rosso, mentre nell'ultima batteria si sono sfidati 5 Sangue di Giuda Oltrepò Pavese DOC.

Mentre vengono serviti i primi cinque vini, Marco Bertelegni - da anni "braccio" dell'azienda Monsupello, celebre soprattutto per la qualità dei suoi spumanti - rivela come il potenziale delle uve rosse oltrepadane sia in realtà poco sfruttato. A fronte di molti vitigni diversi, il disciplinare classifica genericamente come "Rosso" tutti quei prodotti realizzati con uve croatina e barbera (le due prevalenti) ma anche con uva rara, pinot nero ed altre varietà minori; per di più, tali varietà vengono prodotte su un'area talmente vasta da generare vini anche molto diversi fra loro, rendendone difficile la riconoscibilità identitaria vitigno/territorio.

Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese

La prima batteria presenta vini relativamente giovani - millesimo compreso tra 2013 e 2010 -  dove croatina e barbera si esprimono su colori brillanti e tendenti al purpureo, con note olfattive che oscillano tra la frutta rossa croccante (ciliegia, ribes, fragoline di bosco) e i piccoli frutti neri (mora, mirtillo), con uno sfondo floreale di viola. In bocca tutti i campioni si distinguono per freschezza - con diversi richiami, aciduli, alla frutta avvertita al naso - e sapidità, con una discreta incidenza dei tannini che ne rivelano la gioventù. Ma è al momento di svelare le aziende che cominciano le prime sorprese: fra i primi 5 campioni vi sono ben 2 intrusi (un Bolgheri DOC Rosso e un Taurasi DOCG) e, dalla media delle valutazioni assegnate, non parrebbero essere sovra performanti rispetto agli altri.

Proseguendo con la seconda batteria, si entra in una fascia di vini leggermente più maturi (2010 e 2009) o che comunque hanno effettuato un affinamento in legno. Qui è la croatina a farla da padrona, rivelando - oltre al consueto frutto rosso maturo - intriganti note di cioccolato, caffè, scorze d'agrumi, tabacco e spezie. I nostri Degustatori, allarmati dagli "intrusi" della prima batteria, si sono fatti più sospettosi, e questa volta riescono a isolare nel secondo e nel quarto campione i vini estranei al filo conduttore del territorio. Questa volta si trattava di un blend piemontese di cabernet sauvignon e merlot e di un Montepulciano d'Abruzzo DOC.

Prende quindi la parola l'agronomo Simone Fiori, per descrivere ai presenti le attività di ricerca svolta nel centro Riccagioia. Si tratta di una struttura integrata con i poli universitari di Pavia, Milano e Piacenza, dove non si effettua solo ricerca (22 ettari di sperimentazione dedicati a campi clonali ed a test sulla resistenza alle malattie) ma vengono erogati anche servizi di consulenza alle aziende del territorio. È un vero e proprio centro di eccellenza, che mira ad essere motore per il rilancio dell'Oltrepò e polo aggregante per produttori e professionisti del settore.

Viene servita la terza batteria, dove dal 2009 di partenza si arriva fino al 2002, nei quali la croatina in evoluzione rivela il meglio di sé: note di frutta nera in confettura, spezie nere, caffè, cioccolato, tamarindo. In questa fase, i vini trovano un mix di eleganza e profondità, chiudendo piacevolmente su lunghe percezioni retro olfattive di caffè e liquirizia. Stavolta il ventaglio dell'evoluzione ha dato origine a vini più eterogenei fra loro e diventa perciò difficile trovare l'intruso (un Brunello di Montalcino DOCG). Nel complesso i prodotti vengono nettamente premiati in termini di punteggio.

Il Direttore Bottiroli accoglie con soddisfazione i positivi commenti in sala e lo scambio di opinioni tra i Degustatori ed i due tecnici presenti. Passa quindi a presentare il Sangue di Giuda, protagonista della quarta ed ultima batteria. La produzione totale di questo particolare vino prodotto - anch'esso - con le uve sopra citate (croatina, barbera, uva rara, ughetta e pinot nero) si attesta su 1,5 milioni di bottiglie annue, con una buona fetta dedicata all'export, soprattutto verso la Spagna, dove l'elevato residuo zuccherino (circa 80/90 g/l) e lo scarso tenore alcolico lo rende particolarmente indicato anche come aperitivo o come base per la celebre sangria. Nella tradizione italiana lo si accosta tendenzialmente alla pasticceria secca, come vino da dessert.

Tutti e cinque i vini presentati rispecchiano fedelmente le caratteristiche del prodotto: colore rosso rubino piuttosto carico, con riflessi porpora. All'olfatto presenta note vinose, immediate e pungenti, evolvendo poi su fiori essiccati e gelatine di frutti rossi, ciliegia, lampone, frutti di bosco. Al palato è dolce e vellutato, con una lieve effervescenza che lascia la bocca fresca e pulita, con una buona persistenza fruttata.

In questo momento fa il suo ingresso in sala anche Fiorenzo Detti, Presidente di AIS Lombardia, per salutare e ringraziare i presenti per la partecipazione alla giornata odierna e ricordare come la Guida Viniplus con le eccellenze vinicole lombarde - alla quale i Degustatori presenti hanno contribuito con le proprie degustazioni - sarà la guida ufficiale di Expo 2015. 

Al di là del sempre utile e formativo "allenamento" nel degustare i vari campioni, l'idea di inserire in degustazione anche vini di altri territori d'Italia si è rivelata vincente nell'esaltare le potenzialità dell'Oltrepò Pavese, un territorio troppo spesso vittima di vecchi pregiudizi e che è dovere di ogni comunicatore del vino superare attraverso l'esperienza sul campo.

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