L'incontro con Paolo Massone - Seconda Parte

L'incontro con Paolo Massone - Seconda Parte

Interviste e protagonisti
di Gabriella Grassullo e Ezio Gallesi
29 novembre 2012

I giovani del territorio, L'enoteca regionale, la Doc Casteggio, gli Stati Generali del Pinot Nero, l'Expo. La seconda parte dell'intervista a Paolo Massone, Presidente del Consorzio Tutela Oltrepò Pavese

Paolo MassoneSe fosse proposto un progetto per i giovani locali, cosa potrebbe fare il Consorzio per incentivarli ad occuparsi del territorio?

Tra febbraio e marzo di quest'anno ho partecipato ad un tavolo organizzato da Valoritalia in Oltrepò Pavese (società leader in Italia nelle attività di Controllo effettuate su autorizzazione del MIPAAF sui vini DO e IG e sui vini da tavola con indicazione del vitigno e/o dell’annata ndr), e sono rimasto meravigliato dalla presenza di circa 40 ragazzi tra i 20,massimo 30 anni. È stata una cosa molto bella e questo significa che, nonostante i problemi e le negatività in questa zona di produzione, c’è anche tanto di positivo. Se questi ragazzi hanno studiato conseguendo la laurea in enologia, che applicano alle aziende di famiglia, ma anche in quelle dove sono stati assunti, significa che è in atto un bel ricambio. Un progetto per i giovani, però, non credo che si possa fare seguendo solo quello che prescrive un disciplinare: i giovani si applicano con un entusiasmo diverso in progetti che già esistono. Per esempio “Bonarda” è il nostro progetto antico sul quale dobbiamo andare avanti: sono 4.000 gli ettari di Croatina da cui si origina questo vino, di conseguenza lo dobbiamo vendere, è un vino base che ha una sua dignità. Mentre il “lato alto” è stato fatto con il Cruasè che, mi auguro, riesca a imporsi nei confronti dello spumante bianco, proprio perché è un marchio al quale teniamo molto, questa è la vera novità. Da wuest punto di vista i giovani, devo dire, si stanno impegnando in ottimi progetti, ne discutono e ne parlano. Anche sul fatto di farlo conoscere fuori zona, se ogni azienda evidenzia il proprio Cruasè, secondo me, ha del bel materiale su cui lavorare.

L'Enoteca regionale a Broni sarà, oltre che un punto di riferimento vinicolo, anche sede di iniziative di stimolo e promozione del territorio e delle produzioni?

Sì, le caratteristiche sono queste. L’Enoteca Regionale occupa una piccola parte, penso più o meno 1/3 di tutta la struttura di Cassino Po, il resto è del Comune di Broni, e devo dire che la ristrutturazione sta andando avanti in modo molto veloce; diventerà una vera e propria cittadella del gusto, quindi un’opportunità per il territorio dell’Oltrepò Pavese, perché il Comune di Broni sarà legato all’Oltrepò Pavese e non alla Regione Lombardia, quindi sarà un punto di “porte aperte” al territorio. Mi auguro che questo progetto, al momento solo sulla carta, oltre alla ristrutturazione, possa trovare veramente una posizione importante, tanto per le associazioni come per tutte le altre realtà produttive, dai formaggi ai salumi, il salame di Varzi, il Consorzio Vini, il Buttafuoco Storico e vi adiscorrendo. Il turista, visitando questa struttura, deve trovare l’identità di un territorio, per poi dirigersi verso la produzione vera, ma il punto di partenza dovrà essere Cassino. Ricordo un paio di visite fatte in Champagne, ma anche in Borgogna e Bordeaux, con l’Associazione Enologi: si viene ricevuti al CIVC per quanto riguarda lo Champagne, dove viene data qualche informazione generale della zona di produzione, non solo sul vino, ma anche di quello che ruota intorno. Poi chiaramente ci si reca nelle aziende di produzione. Questa è stata un’ambizione che ho sempre avuto, perché dobbiamo imparare da quelli bravi: loro sono i più bravi. La struttura di Cassino Po, secondo me, dovrà essere il polo promozionale dell’Oltrepò Pavese, rispetto al Centro Riccagioia che, invece, è il polo tecnico.

Oltrepò PaveseQualche considerazione sulla Doc Casteggio

Non c’è una grande adesione e devo dire che un po’ mi dispiace; l’Oltrepò Pavese ha questo modus operandi, si muove con i piedi di piombo e attende di vedere prima cosa fanno gli altri. Comunque usciremo adesso con la vendemmia 2010, la prima Doc Casteggio. Il vino deve avere almeno 2 anni d’invecchiamento prima di essere immesso in commercio: a fine novembre usciranno le prime bottiglie e mi auguro ci sia un po’ di enfasi. Contiamo anche sull’Ais per divulgare il progetto, in modo tale che le aziende aumentino.

Stati Generali del Pinot Nero: lo rifaranno?

Penso di sì, anche se non sarò io a decidere. Quando si parla a livello nazionale di un prodotto e c’è una partecipazione così importante oltre che imponente, vuol dire che le cose funzionano, vuol dire che si sente il bisogno di confrontarsi, di mettersi in gioco: i trentini con gli altoatesini, con gli oltrepadani e con i franciacortini. È stata una cosa assolutamente positiva: vuol dire, insomma, che c’è stata un’apertura mentale e culturale. Penso che qualche anno fa sarebbe stato un po’ più difficile.

Expo 2015, il Consorzio si sta attivando?

In loco sicuramente faremo qualcosa, ma sono le azioni di “incoming” che noi attueremo; non amo troppo i termini inglesi ma questo l’ho imparato, nel senso che noi vorremmo avere qui i turisti, non solo per l’Expo. Mi rendo conto che ogni qualvolta ospitiamo distributori, buyer, giornalisti che vengono da fuori, vedono l’Oltrepò Pavese senza una precisa identità. In realtà non possiamo dire che abbia grande fama legata alla qualità. Però quando lo visitano rimangono incantati: dai vigneti, dalle colline, dalle macchie di bosco. Non è una zona di piantagione intensiva, è molto varia, abbiamo tanto da far vedere: ci dobbiamo organizzare, non possiamo arrivare al giorno prima dell’Expo con i muratori nel territorio. Comunque ci stiamo dando da fare al massimo delle nostre possibilità, mi auguro che anche la politica, che in questo periodo latita un po’, ci possa dare una mano. Certo gli investimenti sarebbero da fare, soprattutto nelle strade: ora stiamo investendo tanto nel turismo, è nata un’associazione, “Terre diverse”, dove siamo presenti come Consorzio. Io stesso lo frequento, come Presidente, perché mi interessa molto, ma la lacuna più grande è il manto stradale: siamo allacciati alla metropoli di Milano con tre ponti che sono uno peggio dell’altro, strade con problemi, quindi andrebbe fatto qualcosa dal punto di vista dell’agibilità.

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