DAL BICCHIERE ALLA VIGNA 3: La dinamicità della nuova Valtellina vitivinicola si racconta

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15 dicembre 2010

DAL BICCHIERE ALLA VIGNA 3: La dinamicità della nuova Valtellina vitivinicola si racconta

"Dal bicchiere alla vigna terzo atto" è andato in scena lunedì 13 dicembre all'Hotel Il Griso di Malgrate per raccontare l'identità dei terrazzamenti della Valtellina, a dimostrazione che il territorio è un valore aggiunto, unico e identitario. Questa è la formula che il Consorzio di Tutela Vini di Valtellina vuole promuovere e di cui si fa portavoce.

Camilla Guiggi

Dal Bicchiere alla Vigna - MalgrateDopo le tappe di Bormio e Sondrio, l'appuntamento si è spostato a Malgrate, suddiviso in tre momenti: forum/degustazione, aperitivo e cena stellata, ma tutti uniti dallo stesso tema, ovvero l'unicità del territorio valtellinese, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto vitivinicolo e gastronomico.

Il Forum ha avuto voce tramite l'esperienza e la conoscenza di Giacomo Mojoli (Concept "Dal bicchiere alla vigna" e moderatore), Alessandro Masnaghetti (giornalista), Marco Simonit (agronomo "Preparatore d'uva"), Claudio Introini (Presidente Fondazione Fojanini) e Mamete Prevostini (Presidente Consorzio di Tutela Vini di Valtellina). Personaggi radicati nel territorio che hanno guidato la degustazione dando ognuno la propria interpretazione. Otto vini, serviti alla cieca (tre Sassella, un Grumello, un Valgella e tre Inferno), in grado di mettere in risalto la filosofia che ha accumunato tutti e tre gli eventi: stesso territorio ma unicità dei vini prodotti. Un vino non più riservato solo alle grandi occasioni, ma di "facile beva", con caratteristiche ben precise: fruttato, fine, piacevole e sempre elegante.

Imprescindibile il legame con l'agronomia, messo in risalto da Simonit: sempre più importante è lo studio dei terrazzamenti, della loro posizione e delle caratteristiche climatiche. Modernità e tradizione si fondono in un tutt'uno, basti pensare alla potatura e con essa il ritorno all'archetto capovolto valtellinese che, assecondando la ramificazione delle piante, favorisce la sanità delle vigne e quindi la loro longevità.

In sintesi, una degustazione narrativa capace di far crescere la consapevolezza di ciò che racchiude in sé un bicchiere di vino: il lavoro di chi coltiva la vite e di chi, in cantina, trasforma l'uva in quello splendido prodotto che affascina, attira e fa parlare di sé: in una sola parola "il vino".

Il ritorno alle origini del settore vitivinicolo valtellinese si è dimostrato in perfetta sintonia con le nuove tendenze in corso nell'ambiente della ristorazione, in altre parole il ritorno all'importanza e alla ricerca della materia prima d'origine. Questo è emerso anche dalla cena dal titolo "Elogio della semplicità... quella difficile a farsi". Protagoniste, insieme ai grandi vini valtellinesi, le materie prime naturali, eccellenti e soprattutto legate al territorio e quindi facilmente reperibili nella quotidianità. Questo semplice ma innovativo concetto di visione gastronomica è stato interpretato da quattro grandi cuochi stellati.

Mamete Prevostini, Presidente del Consorzio Tutela Vini di Valtellina, ha così concluso la serata dichiarando: "Gli ospiti hanno espresso soddisfazione nei confronti della nuova Valtellina vitivinicola e apprezzato la degustazione narrativa, capace, attraverso i vini, di fare emergere il significato dell'incontro: la Valtellina del futuro. Una dinamicità in linea con la cultura gastronomica della nostra valle, come si è potuto apprezzare durante la cena. In questo modo si è voluto sottolineare l'importanza del significato di territorio e l'unicità che insieme rappresentiamo".

Dal bicchiere alla Vigna - MalgrateUn breve sguardo al menù della serata:

- Lo sformato di cipolle di Samolaco con violino di capra di Madesimo e piselli

Chef Stefano Masanti, "Il Cantinone", Madesimo.

- La zuppa etrusca

Chef Alessandro Negrini, "Aimo e Nadia", Milano.

- Il lombo di coniglio farcito delle sue frattaglie, cotto al forno profumato al rosmarino e tartufo bianco d'Alba

Chef Claudio Prandi, "Il Griso", Malgrate.

- Il cannolo croccante farcito con spuma di marroni su gelatina di cachi, genoise di castagne e il loro distillato

Chef Andrea Tonola, "Lanterna Verde", Villa di Chiavenna.

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