La conoscenza del territorio: strumento indispensabile per una viticoltura di qualità

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14 maggio 2012

La conoscenza del territorio: strumento indispensabile per una viticoltura di qualità

Nel corso di un convegno tenutosi recentemente presso il Centro Riccagioia di Torrazza Coste, la Cooperativa Torrevilla ha presentato lo stato di avanzamento di uno studio di vocazionalità viticola del territorio della cantina, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Produzione Vegetale dell’Università degli Studi di Milano.

Paolo Valente

La base di partenza è stata la consapevolezza di quanto sia determinate il rapporto tra vitigno e ambiente pedoclimatico al fine di incrementare la qualità delle produzioni massimizzando l’espressione di ogni vitigno, anche mediante l’impianto dei vigneti in zone particolarmente vocate. Lo scopo di questo progetto, che ha impegnato un apposito gruppo di collaboratori (e proseguirà ancora per qualche anno) della cantina Torrevilla coordinati dall’enologo Gabriele Picchi, è quello di stabilire, innanzitutto, uno stretto collegamento tra territorio e vino. Con la conoscenza delle caratteristiche pedoclimatiche delle aree di impianto dei vigneti, infatti, si potranno fornire informazioni agronomiche ai viticoltori permettendo così un miglioramento qualitativo della produzione.

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Il dott. Guerrino Saviotti, direttore della Cantina, ha sottolineato come l’Oltrepò Pavese sia pieno di vita e alla continua ricerca della capacità di trasmettere sensazioni di qualità e di impegno scientifico di ricerca. Da qui l’importanza di questo studio come strumento di pianificazione territoriale e interazione con i disciplinari di produzione. Il prof. Leonardo Valenti, dell’Università di Milano, ha evidenziato come la zonazione viticola possa essere considerata alla stregua di un’innovazione di processo in quanto, attraverso l’ottimizzazione dei rapporti tra vite e ambiente, l’uva subisce cambiamenti compositivi anche profondi che impongono strategie di vinificazioni adeguate al nuovo livello di qualità.

Gli aspetti climatici e geologici della ricerca sono stati illustrati da Luca Mariani e Simone Parisi dell’Università di Milano e da Massimo Compagnoni di Studio Geologia Ambiente. Lo studio dei fenomeni meteorologici che caratterizzano un determinato territorio è indispensabile per individuare areali omogenei e per valutare correttamente le condizioni in cui la vite opera, conspaevoli che qualità e quantità della produzione sono influenzate dalla radiazione solare, indispensabile al processo di fotosintesi clorofilliana. Dal punto di vista climatico, ogni annata rappresenta una unicità, il cosiddetto “effetto annata”, anche se si è osservato un leggero cambiamento rispetto al clima degli anni ’80; siamo, infatti, di fronte ad un aumento dei giorni in cui l’anticiclone è presente sulle nostre zone con un conseguente aumento dell’insolazione. Il monitoraggio dell’annata consente quindi di ottimizzare i conferimenti alla cantina intervenendo sulle caratteristiche delle uve e, alla fine del processo, sulla qualità del vino ottenuto.

L’installazione di quattro stazioni meteorologiche, disposte sul territorio riferimento della cantina Torrevilla, consente il monitoraggio e permetterà a breve la pubblicazione, sul sito web della cooperativa, di commenti, informazioni meteo e agrarie particolarmente dettagliate. L’analisi geologica dell’area di interesse della Cantina Torrevilla, che si trova a margine dell’Appennino Settentrionale, ha evidenziato come la zona sia caratterizzata da pianalti terrazzati, aggregazione di sedimenti alluvionali formatisi nelle ultime centinaia di migliaia di anni dai vari corsi d’acqua provenienti dall’Appennino. La combinazione delle analisi del suolo e del clima ha consentito di definire una mappa dettagliata di areali omogenei valutati su tre parametri: clima, geologia e pendenza. Su questa base sono state individuate le zone campione di vigneti sperimentali da sottoporre a osservazione nel corso delle prossime annate al fine di ottenere un campione il più possibile rappresentativo della variabilità geologica e climatica del territorio. L’appuntamento è quindi per un prossimo incontro, durante il quale le risultanze di queste osservazioni potranno essere presentate a tutto vantaggio di un’enologia di sempre maggior qualità.

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