Futuri relatori AIS. Quando si vive il territorio

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20 febbraio 2018

Futuri relatori AIS. Quando si vive il territorio

A Milano un coinvolgente seminario per chi diventerà relatore AIS ai corsi di 2° livello con Massimo Castellani, delegato AIS di Firenze. «Bisogna trasmettere passione, non pure nozioni».

Susi Bonomi

Massimo CastellaniIl seminario di preparazione per i candidati all’abilitazione per le lezioni del secondo livello sommelier - principalmente enografia italiana e internazionale -, ha tenuto letteralmente incollati alla sedia una trentina di sommelier intenti ad ascoltare e trascrivere ogni suggerimento che Massimo Castellani, delegato AIS Firenze, referente didattico AIS Toscana e docente al Master Sommelier AIS-ALMA, ha voluto generosamente condividere.

Una giornata, quella di sabato 10 febbraio, con un sole caldo che avrebbe invitato a una passeggiata per le vie del centro. Tuttavia, tale pensiero non ha neppure sfiorato la mente della platea, decisa a passare ben sette ore nell’accogliente sala Castaldi del The Westin Palace Hotel, con una brevissima sosta solo per un panino al volo.

Un’infinità di consigli, di domande e risposte, di attenzione ai piccoli dettagli che Castellani non ha mancato mai di sottolineare e che fanno la differenza fra un relatore mediocre e uno apprezzato dai propri corsisti. La passione – quella con la "P" maiuscola – è la parola che ricorre più frequentemente durante il seminario. E quella non si può apprendere. O ce l’hai oppure no: non puoi fingere…Ma se ce l’hai, ti porta a trasferirla anche ai corsisti, insieme alla sete di conoscenza, per far capire loro cosa c’è dentro e fuori il bicchiere.

Diventare relatore per una delle lezioni del secondo livello significa immergersi nelle realtà produttive, esplorare il territorio da raccontare, calpestare le vigne, incontrare i produttori, conoscere la bibliografia completa sulla viticoltura e i vini che si andranno a descrivere. Ci si sorprenderà a osservare il materiale di costruzione delle case e dei muretti a secco per intuire cosa c’è nel sottosuolo, a soffermarsi lungo le strade per cogliere i profumi nell’aria e ad armarsi di macchina fotografica per immortalare ogni cosa, dal paesaggio ai sistemi d’allevamento, dai grappoli invaiati alle pietre del vigneto per calarsi completamente nel territorio.

Nulla di tutto ciò si può apprendere dai libri e rimarrà impresso per sempre nella memoria perché solo con la testimonianza diretta, solo toccando la terra e vivendo l’ambiente nelle diverse condizioni climatiche, stagioni, ore del giorno si potrà decifrare un vino giustificando, con cognizione di causa, le varie sfumature di colore, profumi e aromi. 

Di uguale importanza, se non maggiore, è la degustazione. Per prepararsi al meglio non si può fare altro che degustare, degustare e ancora degustare: in enoteca, durante i banchi di assaggio e le fiere, a casa ma, soprattutto, recandosi là dove il vino è prodotto. Ancora una volta si dovranno studiare e approfondire temi legati al percorso viticolo ed enologico di un vitigno particolarmente significativo per la zona oggetto della lezione, l’evoluzione di una denominazione, lo stile produttivo, le mode o le tendenze del mercato. Dovrà essere una preparazione a tutto campo, per la quale non sarà concesso trascurare i legami con la storia, la tradizione, l’economia locale e le scelte di politica agraria. Oltre a questo è importante considerare che ogni lezione fa parte di un unico percorso di formazione per sommelier e che, pertanto, è opportuno sia collegata a tutto ciò che si è fatto fino ad allora e che si farà successivamente. 

Insomma, un relatore deve trasmettere soprattutto passione piuttosto che pure nozioni, poiché ciò che effettivamente può emergere durante un paio d’ore di lezione è solo la punta di un iceberg, la minima parte di un argomento ben più ampio e complesso. Ma, al di là di tutto, “il bravo relatore è colui che fa, per ricevere in cambio niente”, sottolinea Castellani.

“Ma no, non è proprio così, vero Castellani?”. Già, non è proprio così. Perché chi ama insegnare trova la sua maggiore soddisfazione, la migliore ricompensa quando qualcuno dei propri allievi lo supera in bravura e gli permette di imparare qualcosa di nuovo. Sarà allora che la passione prenderà il sopravvento e non esisteranno più relatore e corsista, ma solo due grandi appassionati di vino!