Visita in Franciacorta di Ais Mantova

Racconti dalle delegazioni
04 febbraio 2013

Visita in Franciacorta di Ais Mantova

Sabato 24 Novembre 2012, il gruppo AIS di Mantova, immerso nella grigia nebbia padana, parte alla volta della Franciacorta, ed arriva abbracciato da tiepidi raggi di sole autunnali.

Maria Grazia Grazzi

Ais Mantova - BellavistaSiamo a Erbusco da Bellavista, il cui nome deriva dalla collina su cui si trovano i vigneti e la cantina, e veniamo accolti e condotti in un interessante percorso, presso la zona di lavorazione delle uve e poi alle pupitre contenenti migliaia di bottiglie che riposano per poi deliziare le nostre sensazioni gusto olfattive. A conclusione del percorso ci soffermiamo per degustare un piacevole calice di CUVEE’ BRUT: i vitigni utilizzati sono Chardonnay (80%) e Pinot Nero (20%); vengono sapientemente assemblati di anno in anno con proporzioni lievemente variabili in funzione delle caratteristiche organolettiche dei grappoli dovuto all’andamento climatico. Le bollicine fini e persistenti si susseguono numerose; il bel colore giallo paglierino con riflessi verdognoli anticipa note floreali (biancospino), fruttate (mela e pera), minerali e dei lieviti piacevolmente uniformate ed equilibrate.

Ais Mantova - MonteRossaSi riparte e giunge da Monterossa: siamo accolti dalla sig.ra Paola Beghini che in modo succinto ma esaustivo ci illustra la storia aziendale che inizia nel 1972 con Paola Rovetta e prosegue tuttora con il figlio Emanuele Rabotti.

Il primo calice è di saten brut, SANSEVE’: si ha la piacevolezza della seta e la personalità della cantina; ottimo risultato da uve Chardonnay, tenore zuccherino di 15g/l e 4.5 atmosfere, invecchiamento sui lieviti di 24 mesi.

Il secondo spumante servito è “P.R.” Brut: il nome è in omaggio ai fondatori dell’azienda con le stesse iniziali (Paola Rovetta e Paolo Rabotti). È un blanc de blanc dalla spiccata e forte personalità, strutturato e complesso, elegante e suadente; le uve sono di Chardonnay (65%) dei migliori cru e uno di riserva (35%). Il percorso de gustativo si conclude con “Cabochon” brut millesimato, il più prestigioso di Monterrossa (il nome è proprio legato alla preziosità di un gioiello); si ha la selezione delle uve della collina di Monte Rossa e nuovo sistema di vinificazione che introduce la barrique per la prima fermentazione del mosto. Si hanno uve di Chardonnay 70% e Pinot Nero 30%. L’affinamento a contatto con i  lieviti dura più di 40 mesi. Il vino risulta elegante, armonioso, franco e fresco, persistente e complesso.

Risaliti sul pullman scendiamo da Mosnel: il signor Giulio Barzanò, proprietario assieme alla sorella Lucia, figli della fondatrice Signora Emanuela Barboglio (scomparsa nel 2007), ci accompagna in azienda e ce ne spiega la filosofia e la storia: il nome deriva dal dialetto di origine celtica e significa cumulo di sassi; si ha grande rispetto dell’ambiente, alta densità di viti per ettaro e bassa resa di uva per pianta; solo così si ottengono uve sane e di pregio.

Ais Mantova - MosnelCi accomodiamo ai tavoli per gustare un ricco  pranzo e degustare ottime bottiglie abbinate ai piatti. Il primo spumante è Brut, nato dall’unione di 4 vini: Chardonnay, 30% fermentato in piccole botti di rovere e 30% frutto di altra annata vinificata in acciaio; Pinot Bianco 30% e Pinot Nero 10%, fermentati in acciaio; riposa almeno 24 mesi sui lieviti; dopo il degorgement trascorrono altri 3 mesi prima della commercializzazione; ne risulta un perlage finissimo e persistente, aroma delicatamente fruttato, fresco e franco.

Il secondo Francaiacorta DOCG  è “Pas Dosè”, sempre derivante da 4 vini come il precedente. Ma in questo caso rimane sui lieviti almeno 30 mesi; è austero, profondo, elegante. Un gran bel vino.

Il terzo vino è Brut Rosè: Chardonnay 20% fermentato in barrique e 20% di altre annate vinificato in acciaio; Pinot Bianco 20% fermentato in acciaio; Pinot Nero 40% fermentato in acciaio dopo una leggera macerazione sulle bucce che dona il classico colore rosa. E’ imbottigliato almeno dopo 24 mesi passati sui lieviti. Spuma esuberante con perlage fine ed elegante. Delicato aroma di piccoli frutti rossi, dal ribes alla fragolina. Questi primi tre calici ben si sono sposati con gli appetitosi salumi misti.

Il quarto calice è Brut Saten Millesimato 2008. Il vino fermenta per il 60% in acciaio e per il 40% in piccole botti di rovere giovani; il minimo quantitativo di zucchero renderà la spuma meno irruente e la sensazione al palato più “setosa”. L a permanenza sui lieviti è di 36 mesi; ne risulta uno spumante importante nelle note fruttate e floreali, con ricordo di mela cotogna, ananas, banana ma globalmente gentile e delicato. Grande vino ed ideale per l’abbinamento con il risotto al Franciacorta.

Il quinto spumante è Extra Brut Millesimato “EBB”, dedicato a Emanuela Barboglio. Trattamento sui lieviti per almeno 30 mesi. Le uve Chardonnay provengono da 5 eccellenti vigneti; il mosto è fermentato per 5 mesi in piccole e vecchie botti di rovere. La spuma è di buona persistenza e il perlage minuto e persistente, emerge l’eleganza, la sapidità e la mineralità. Ne son prodotte solamente 5-8000 bottiglie, in base alle annate. Un prodotto straordinario veramente e Bortolotti si sofferma molto per farcene capire bene le qualità organolettiche soffuse ma di grande eleganza e straordinaria personalità franciacortina. Perfetto con i casoncei.

Il sesto calice è Rosè Pas Dosè Millesimato 2007 “Parosè”: il tenue colore buccia di cipolla e la struttura son legati alla presenza di 70%  di Pinot Nero  e la classe è conferita dal 30% dello Chardonnay; la fermentazione primaria avviene in barrique. Riposa 30 mesi sui lieviti. Perlage sottile e continuo; elegante aroma di piccoli frutti di bosco soprattutto fragolina, poi agrumi, mela, albicocca, mandorla. Ricchezza e complessità al gusto olfattivo ed importanza “muscolosa” nella struttura. Grandissimo vino di straordinaria personalità. E’ perfetto per accompagnare il fagiano ripieno sapientemente cucinato dallo chef.

Come  settimo calice, Pas Dosè Riserva “QdE” 2004: le migliori uve Chardonnay e Pinot Nero vinificate in barrique e quelle di Pinot Bianco in acciaio, una volta assemblate riposano almeno 5 anni sui lieviti; ne son prodotte solo 4000 bottiglie  numerate. E’ un regalo del sig. Giulio ed il commento si può sintetizzare dicendo che è un vino veramente emozionante che comunica in modo vibrante con il nostro palato e lo inebria completamente di voluttà sensoriali. Grandissimo prodotto da tutti i punti di vista.

Per chiudere brillantemente la coinvolgente esperienza, ci viene servito l’ottavo bicchiere: IGT Sebino  passito “Sulif”: da uve mature e poi appassite di Chardonnay che fermentano in piccole botti di rovere per almeno 18 mesi. Sentori di miele e albicocche secche. Molto garbato e piacevole. Riuscito l’abbinamento alla appetitosa crostata.

Fonte foto: acquabuona.it, altissimoceto.it, franciacorta.net

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