Tenute Dettori. La verità nel bicchiere

La Sardegna è stata protagonista della serata organizzata dalla delegazione di Como l’11 Febbraio scorso, presente Alessandro Dettori, attuale conducente insieme al padre Paolo della Tenuta.

Gabriella Grassullo e Ezio Gallesi

 

Tenute DettoriSi parla di un territorio emerso già nel Paleozoico (Era Primaria, 542 a 251 milioni di anni fa)  attraversato dal periodo Cambriano e Devoniano, dal Giurassico al Miocene sino all’attuale conformazione. È un’isola nel cuore del Mediterraneo, che nel suo insieme rimane un mondo a sé;  autentico, uno spettacolo stranamente misto di pianto e di riso, di violenza selvaggia e di soavità, di cupa severità e d’incantevole grazia, montagne, massi, costiere profumate, antichi insediamenti dissepolti di età lontanissime, macchie e lande inverosimilmente belle dove vagano le greggi e, muti testimoni di una età  misteriosa, emergono i nuraghi, privi di ogni traccia di vita, così scriveva Paride Rombi, nel suo romanzo Perdu. Parla di una terra vergine e potente nelle manifestazioni, spesso tragiche delle forze della natura, ma al tempo stesso tranquilla, favorevole alla nostalgia e alla poesia. E in questi elementi di contrasto si rispecchia anche il carattere degli abitanti. 

Le testimonianze archeologiche ci dicono che la vite era già nota alle popolazioni nuragiche (1500 a.c; i vitigni Nuragus, Vernaccia, Carignano sarebbero  stati introdotti attorno al 1000 a.c., probabilmente dai Fenici, mentre i Romani introdussero il Moscato e il Nasco. Nel periodo bizantino fu la volta del Malvasia, e nel medioevo i monaci benedettini e camaldolesi introdussero il Monica, da cui è verosimile ne derivi il nome, mentre  il Cannonau, probabilmente  di provenienza iberica, fu  introdotto durante la dominazione spagnola diffondendosi in tutto il territorio.

Il clima è mediterraneo, ventilato, con un suolo composto di arenarie, calcari, quarziti, magmi granitici, sabbie, argille, tutte componenti per ottenere una viticoltura di qualità, che dagli anni 80 si è imposta con un nuovo stile di vini freschi e fini.

Le Tenute Dettori si trovano a Sennori (SS) a quattro km dal mare, 350mt slm, nella Romangia, regione storica nordoccidentale della Sardegna, ricca di reperti risalenti al periodo romanico, da cui ne deriva il nome. L’intera proprietà si è “salvata” dal diventare un Residence, quando Alessandro decise di rilevarla per continuare l’attività tramandata dai nonni. Ci racconta che un giorno entrando in cantina, vedendo il nonno lavorare, gli chiese cosa stesse facendo e lui rispose: “se non capisci quello che sto facendo esci dalla cantina”. Quando invece Alessandro nella cantina è rientrato, ha continuato a lavorare con una precisa filosofia che esprime con le sue parole: “Io non seguo il mercato, produco vini che piacciono a me, vini del mio territorio, vini di Sennori. Sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano”, quasi una dichiarazione di “pace” rivolta alla tradizione e al rispetto del lavoro uomo-terra.

 

L’uva viene raccolta a mano, diraspata e non pigiata, lasciata a macerare in tini di cemento, non filtrata, non chiarificata, senza aggiunta di solforosa e usando solo vitigni storici, dove da ogni vigna nasce un cru.

Tenute DettoriAll’assaggio i vini ti “invitano a fermare il tempo”, come degli attori interiori, capaci di esprimere qualunque mutazione dell’anima, ogni emozione e stupore. 

La degustazione:

Dettori bianco Romangia Igt Bianco2010 Badde Nigolosu, vermentino 100%, lo chiamano “il dorado”, è un oro lucente, di buona intensità, in evidenza la nota di pompelmo, una scia di fumo, fresco e sapido.

 

Chimbanta Romangia Igt Rosso – Badde Nigolosu-2007, dedicato ai 50 anni del padre Paolo, monica in purezza, rubino profondo, ampio il bouquet, aromi di macchia mediterranea a frutti mora e lampone, spezie dolci, bocca grassa ma fresca, tessitura tannica viva ma piacevole. 

 

Tuderi Romangia Igt Rosso-Badde Nigolosu-2005, cannonau 100%. Granato profondo, dall’intensità sobria, di spezie dolci, confettura di ciliegie e prugna, il gusto ti avvolge tra giusta freschezza e sapidità. 

Tenores Romangia Igt rosso  2006- Badde Nigolosu, un cannonau dalla purezza quasi da “clausura”, figlio di un’eredità naturale, bel granato, il naso è un’affresco di tutti gli aromi di macchia mediterranea, l’alcol si fa sentire, emergono note di prugna essicata e ciliegia, gusto pieno, lungo con ritorno di mandorla.

Dettori Romangia Igt Rosso-2009 Badde Nigolosu-cannonau 100%, da piede franco, antropologico, rubino dai lampi violacei, intenso, erbe aromatiche di timo e origano, bocca caldafascinoso e “arcaico”, di bella freschezza e sapidità. 

Moscadeddu Romangia Igt Bianco Passito 2007. Di un bellissimo topazio luminoso, aromatico, frutta secca albicocca noce, nota “solvente” , bocca calda e morbida, la nota acetica non disturba, anzi fa da spalla alla freschezza. Vino raffinato.

 

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