Profondamente Francia: master esagonale in 18 incontri

Samuel Cogliati, italo-francese, giornalista, scrittore, editore e consulente operante nel mondo del vino, in un viaggio virtuale di 18 serate ci ha condotto fra i territori di uno dei Paesi simbolo dell’enologia mondiale, regalandoci grandi emozioni con vitigni e zone poco conosciute

Davide Gilioli

Profondamente Francia - Samuel CogliatiDici Francia e pensi subito a 3 zone: Champagne, Bordeaux, Borgogna. Tre. Il numero perfetto, che si ripete incessantemente: 3 come le tipologie (bianco, rosso, rosato), 6 come i lati del perimetro geografico che delinea i confini della Francia (da qui il titolo “esagonale”), 18 come le serate del corso, 33 i partecipanti, 102 (99 + 3) i vini degustati…

Leggendo questi dati, non si può dire che Samuel Cogliati non abbia avuto i numeri dalla sua. Ed invece - ed è stata questa la cosa entusiasmante - ha avuto soprattutto le parole. Del resto, mai come in questo corso, le parole utilizzate sono state importanti.
Accantonata per un attimo (ma senza rinnegarla) la “tecnica della degustazione” classicamente intesa, ci siamo calati nelle espressioni e nella terminologia tipica francese, per poter capire come vi siano concetti così ampi e profondamente legati al vino da non poter essere tradotti in nessuna altra lingua. Abbiamo poi analizzato la storia, le tradizioni e le caratteristiche morfologiche/territoriali delle varie zone e sottozone, comprendendo meglio la grande complessità di un’area vastissima e dotata di una smisurata ricchezza di vitigni autoctoni.

Ma arriviamo al momento più atteso da ciascun appassionato/sommelier: la degustazione. Condotta rigorosamente “alla cieca” (ovvero senza conoscere nulla del vino servito nel calice, tranne la macro-regione di provenienza), Samuel ci ha “educato” alla pazienza ed alla gratificazione - sensoriale ed emotiva - di poter ragionare a lungo sul colore e sui profumi dei vini, prima di assaggiarli e di fantasticare su potenziali abbinamenti con il cibo.
Ed ecco che, solo per citarne alcuni, ci ritroviamo profondamente colpiti da vini apparentemente “insospettabili” come un provenzale Bandol Rouge (a base mourvedre), un “semplice” Vin de Pays bianco del Roussillon (blend di uve tra cui macabeu e grenache blanc), un carignan in purezza del Languedoc da vigne ultracentenarie,
Nell’arco delle 18 serate del corso non sono comunque mancate eccellenti bottiglie provenienti dalle zone dei grandi “classici”: oltre alle tre zone regine citate in apertura, abbiamo avuto modo di incontrare anche i tesori di Alsazia, Valle della Loira, Valle del Rodano, Savoia, Jura, Beaujolais, Corsica.
Ma la sorpresa in assoluto, anche in termini di rapporto qualità-prezzo dei prodotti, si è rivelata la regione del Sud-Ovest, quella fascia di terra stretta tra la zona di Bordeaux a nord, l’Oceano Atlantico ad ovest ed i Pirenei a sud. Qui abbiamo scoperto l’AOC Gaillac, dove si trovano sia rossi da uve braucol dotati di buona acidità e tannino, che ben bilanciano l’avvolgente morbidezza data da un’alcolicità importante, sia un fragrante e piacevolissimo spumante a base mauzac rosé realizzato con metodo ancestrale… E ancora bianchi delle AOC Iroleguy e Jurancon realizzati con petit e gros manseng, dotati di grande concentrazione e struttura in bocca.

Al termine di questa meravigliosa cavalcata in terra transalpina, fatta di ben 18 appuntamenti settimanali distribuite in 5 mesi, credo sia rimasta in ognuno di noi la consapevolezza che nel mondo del vino non ci si può mai considerare “arrivati”. 
Così come il corso di secondo livello aveva acceso un faro sull’enologia italiana e sull’importanza dei vitigni autoctoni, questo master esagonale ha nuovamente dimostrato come solo la conoscenza diretta del territorio possa consentire di superare lo stereotipo dei “grandi vini” limitandoci a quello che quotidianamente siamo abituati ad incontrare.
Si tratta infatti in gran parte di vini che non sono facilmente reperibili in Italia (talvolta nemmeno distribuiti), per i quali occorre contattare direttamente i produttori. Anche per questo va certamente rivolto un plauso all’esperienza ed alla competenza di Samuel Cogliati nella selezione delle etichette, mai banali né scontate, nonché all’organizzazione messa in campo da AIS Milano per offrire quest’indimenticabile esperienza ad una trentina di “fortunati” corsisti.

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