La dolcezza del Friuli: il Ramandolo

Prodotto eccellente, spesso non adeguatamente valorizzato, il Ramandolo ha la capacità di abbinarsi a piatti dolci e salati

Susi Bonomi

Prima DOCG del Friuli Venezia-Giulia, si ottiene da uve verduzzo friulano (localmente, verduzzo giallo) raccolte nei comuni di Nimis e Tarcento: solo 60 ettari vitati per una produzione di 150.000 bottiglie l’anno. Qui l’ambiente pedoclimatico è ideale per lo sviluppo del verduzzo: un clima fresco e ventilato per la presenza del monte Bernadia, arricchito da deboli brezze mediterranee (il mare dista solo 55 km) e un terreno mescolanza di marna eocenica (ponca, in dialetto friulano) - originata e sedimentata su materiale marino - e roccia calcarea, tipica del Carso.

Il verduzzo è considerato un’uva rossa senza colore poiché nella buccia sono presenti i tannini che, oltre a proteggerla dall’attacco della botrytis cinerea, conferiscono al vino una certa “tannicità” in grado di completarne l’equilibrio. Per consentire la piena maturazione tecnologica delle uve si posticipa l’epoca della vendemmia fino agli inizi di novembre e, secondo il tenore zuccherino raggiunto e l’obiettivo che si vuole ottenere, si può procedere in diversi modi. Si possono utilizzare solo uve vendemmiate tardivamente, oppure aggiungere una percentuale variabile di uve appassite su graticci (in locali con temperatura e umidità controllate) alle uve da vendemmia tardiva o, infine, impiegare solo uve appassite. Per la vinificazione si procede con diraspatura e pigiatura e inoltre, a differenza di quanto viene fatto per iRamandolo Ais Milanovini bianchi, si opera una macerazione più o meno spinta. Dopo un paio di mesi di fermentazione è possibile aggiungere le uve appassite per conferire un maggiore equilibrio al vino ma nulla vieta di vinificare unicamente uve appassite. Non essendoci un disciplinare di produzione rigido è lasciata libertà ad ogni produttore di far esprimere al meglio il proprio vino esaltando alcune caratteristiche e smorzandone altre. Per questo motivo non esiste un Ramandolo “modello” cui riferirsi, come abbiamo avuto modo di verificare durante la serata.


Con 5 produttori dell’associazione “Oro di Ramandolo”, costituita allo scopo di promuovere e valorizzare questo nettare ottenuto da uno dei più antichi vitigni del Friuli e già presente nella lista dei vini serviti nel Concilio del 1409 a papa Gregorio XII, scopriamo questo prodotto di nicchia accompagnati da Bepi Pucciarelli, rinomato giornalista e sommelier.


Ramandolo DOCG Filippon 2011 – Azienda agricola FILIPPON di Comelli Lorenzo

Azienda piccola, di lunga tradizione, guidata da Lorenzo Comelli, enologo e sommelier, che ha voluto utilizzare il soprannome di famiglia “Filippon” per rendersi riconoscibile fra i diversi “Comelli” presenti a Nimis. Con la sua esperienza, maturata soprattutto nella zona del Sauternes, ha cercato di migliorare il prodotto di famiglia posticipando sempre più l’epoca di vendemmia e aggiungendo alle uve vendemmiate circa il 15% di uve appassite. Il suo Ramandolo ha colore dorato, fresco e dall’alcolicità non invasiva, con una dolcezza controbilanciata dal tannino ben presente. La parte passita conferisce profumi e note fruttate mentre la vendemmia tardiva esprime leggerezza, freschezza e pulizia finale.


Ramandolo Ais MilanoRamandolo Passito DOCG “Late harvest” 2011 – Azienda agricola MICOSSI di Walter Revelant

Anche in questo caso si tratta di un’azienda di famiglia, ubicata nel comune di Tarcento, in una zona ben ventilata e senza ristagni d’acqua. Fermentazione in barrique spagnole di rovere a grana fine, battonage e invecchiamento per un anno e mezzo in barrique di primo e secondo passaggio, conferiscono a questo Ramandolo, ottenuto da vendemmia tardiva più un’aggiunta variabile di uve appassite, una notevole lunghezza e profumi molto interessanti.


Ramandolo DOCG “Settimo cielo” 2009 - Azienda Agricola ZACCOMER Maurizio

Prodotto in piccolissime quantità (circa 1000 bottiglie l’anno) questo è un prodotto con il 14% vol. di alcool, vendemmia manuale a fine ottobre e appassimento spinto delle uve. La fermentazione è a temperatura controllata con mantenimento sui lieviti per 12-18 mesi in vasche inox e barrique. Color oro antico, emana profumi di frutta matura ma non di frutta secca (come si avrebbe normalmente in un passito del sud Italia) e nonostante l’appassimento prolungato delle uve, lascia in bocca una piacevole freschezza.


Ramandolo DOCG “Ronc de Madalene”  2007 - Azienda Agricola I COMELLI

Comelli è, come già detto in precedenza, un cognome molto diffuso a Nimis. Questa è però una grande famiglia, con tradizione ultracentenaria, che del cognome ne fa una bandiera. Loro sono quindi “I Comelli”, una grande squadra, conosciuti un po’ ovunque, con una bellissima cantina e un agriturismo sempre affollato. Le uve dalle quali si produce questo Ramandolo riserva, provengono dal vigneto Madalene, posto a 300 metri slm. Dopo un appassimento di un mese in un locale a temperatura e umidità controllata, vinificazione in bianco e spremitura soffice, fermentazione e affinamento per quasi 2 anni in barrique, il vino passa in bottiglia e vi rimane per altri 2 mesi prima di essere commercializzato. Al naso emerge soprattutto una nota floreale che, per un prodotto ottenuto da uve appassite, è particolarmente rara.


I vini degustati - Ramandolo Ais MilanoRamandolo DOCG 2003 - Azienda Agricola VIZZUTTI di Sandro e Marco 

La passione è il filo conduttore di questa azienda, che non consente di sfamare la famiglia, ma che dona tanta soddisfazione. Abbiamo la fortuna di poter assaggiare questo Ramandolo che ha alle spalle ben 10 anni di maturazione e non mostra alcun cedimento, nonostante sia frutto di un’annata pessima dal punto di vista enologico. Sicuramente la forte personalità di questo vino è frutto dell’interpretazione che dà l’azienda, ma ancora di più esprime l’annata che ne fa un prodotto non standardizzato, diverso anno per anno. Pur non avendo una gradazione alcolica elevata, i 150 g/L di zuccheri residui non vengono assolutamente percepiti, poiché tannini e buona acidità sono in grado di lasciare la bocca asciutta, non impastata.


Il Ramandolo è il vino che più inganna il carattere dei primi anni di vita: i profumi che può sprigionare sono delicati, introversi e hanno bisogno di tempo per esprimersi liberamente: un po’ come i friulani, abituati a stare sempre un po’ in disparte, ma una volta che si aprono diventano amici per tutta la vita.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori