Finages di Borgogna. Viaggio tra i produttori storici

Doppio splendido appuntamento con la Borgogna sotto la sapiente guida di Filippo Volpi, esperto conoscitore di questa regione, che ha percorso in lungo e in largo, spesso in bicicletta, alla ricerca di vini prodotti da famiglie storiche del luogo

Valerio Mondini

Girare la Borgogna su due ruote, se all'inizio è stato un gioco, gli ha consentito di capire le pendenze dei terreni, di sentire i canali freddi e i venti, di capire l'insolazione, di toccare con mano i terreni, in un viaggio lento e quasi ottocentesco. Ha così dato vita al progetto "Finages di Borgogna", che ha lo scopo di individuare i produttori storici da almeno cinque generazioni ("che hanno almeno cinque croci generazionali nel cimitero del villaggio"), che si concentrano esclusivamente sulla produzione dei vini del proprio finage, che dispongono di vecchie vigne.

Il termine finage è stato utilizzato dai monaci benedettini nel loro monumentale lavoro di classificazione del territorio, per distinguere le zone di produzione di vino dalla tipicità affermata e individua un "assieme di terre sfruttate da una stessa comunità rurale": è in pratica all'origine del concetto di terroir.

Questo lembo di terra che si sviluppa a sud di Digione, dalla Côte des Nuits alla Côte de Beaune, è costituito da una miriade di parcelle di terreno, i climat, tutte già individuate dall'opera dei benedettini e che ha trovato perfetto riscontro anche nei più recenti studi del territorio.

La classificazione in Borgogna parte dal vino base, il Borgogna, passa dall'appellazione comunale Village, il nostro Finage ma con più vincoli burocratici, per arrivare alle appellazioni comunali Premier Cru e Grand Cru, il cosiddetto "settimo cielo".

Classificazione del Finage di Fixin

Esempio di Classificazione del Finage di Fixin

 

Filippo spiega di non essere più alla ricerca di uomini o delle bottiglie rarissime, ma tutti i suoi sforzi sono diretti alla comprensione di tutti i finages, a evidenziare come lo stesso Pinot Noir o Chardonnay possano mostrare anime così diverse nello stesso fazzoletto di terra. E per farlo non parlerà di vitigni, di tecniche di vinificazione, di metodi biologici, biodinamici o naturali ("sono temi vecchi che mi hanno stancato"), ma solo di vecchie vigne e di territorio, di prodotti dal gusto ancestrale, dove la mano dell'uomo è davvero molto educata e delicata.

Finages di Borgogna. Filippo VolpiPer meglio illustrarci la visita in ordine strettamente geografico della Côte-d'Or, unione della Côte des Nuits e della Côte de Beaune, ha appeso al muro un paio di lunghe cartine che mostrano tutti i villaggi e i vigneti, cartine che sono riprodotte anche sulle tovagliette per la degustazione.

In Borgogna le annate più fresche sono quelle classiche e ritenute migliori, perché danno vita a prodotti che sono un po' duri all'inizio, ma che poi si aprono, mentre quelle calde si aprono subito. I vini in degustazione evidenziano entrambe le peculiarità, essendo tutti degli anni 2009, 2010 e 2011 e provengono tutti da vere vigne vecchie di almeno 55 anni, con punte fino a 80 anni; vigne poste su terreni poco elevati, su rocce che le radici hanno ormai fessurato e che trasmettono note minerali che arrivano dalle profondità, che sono il frutto di una selezione massale, popolazione di tante piante diverse, ognuna delle quali dà il suo contributo di complessità e identità del territorio.

La degustazione parte col finage di Marsannay, comune appena a sud di Digione.

 

Finage de Marsannay - Domaine Olivier GUYOT  (Pinot Noir) - 2009

La famiglia Guyot lavora i terreni col cavallo, per non rovinare le radici affioranti delle vecchie vigne, poste su terreni argillo-calcarei, medio profondi, medio complessi, che danno frutti non elegantissimi, ma estroversi. È un vino dall'impatto aromatico netto e generoso, con note aromatiche di spezie, dal frutto croccante, con una forte percezione salivante, buona acidità, fragranza netta e freschezza, grande salinità. Il carattere è deciso, tannico, con una buona durezza gustativa e dal finale non ammorbidito.

Finage de Fixin - Domaine Armelle & Jean Michel MOLIN  (Pinot Noir) - 2010

Terreno col più alto tenore di argilla, che produce dei caratteri aromatici intensi, più freschi, più netti e diretti, quasi concentrati. Al naso spicca la nota di kersh, molto nitida, e il sentore evoluto di frutta ipermatura. Da un naso fruttato e aromatico, si scopre invece in bocca il suo carattere originale, severo e risoluto, dai tannini decisi, grazie a un patrimonio polifenolico importante, anche se non raffinatissimi. Da sottolineare la giovane età del produttore (25 anni), a cui i genitori hanno già affidato in toto la gestione del vigneto.

Finage de Gevrey-Chambertin - Domaine TORTOCHOT  (Pinot Noir) - 2011

Villaggio che può vantare un grande numero di Premier e Grand Cru, grazie alla qualità del terreno, alla protezione dai venti, all'esposizione, al deflusso delle acque. Ne nascono vini difficili, che non hanno note suadenti. Gli anziani lo definiscono "un padre di famiglia a cui non si deve chiedere nulla e che nulla dice: si deve solo ascoltare e capire". Grande complessità aromatica, con note di sangue e note animali miscelate ai piccoli frutti, alle confetture, note un po' violente. Dal punto di vista gustativo è un vino che ha carattere, personalità, grande complessità, profondità e persistenza. E' un vino che ha bisogno di essere capito e, in parte, anche aspettato.

Ais Lecco Borgogna - FInages - BottiglieFinage de Morey-Saint-Denis - Domaine Stéphane MAGNIEN (Pinot Noir) - 2010

Villaggio meno conosciuto e meno famoso dei vicini Gevrey-Chambertin e Chambolle-Musigny, ha però un piccolo vigneto che è un concentrato di qualità e che vanta numerosi Premier e Grand Cru, con il Grand Cru Clos-St-Denis detto "il Mozart dei Grand Cru" per la sua "musicalità". I suoi vini hanno caratteri più delicati, più floreali, più "femminili" e sono contraddistinti da una delicatezza armoniosa, totalmente differente dalla austerità del vino precedente.  Al naso spiccano note di rosa, di violetta, delle note speziate, di tabacco e cenere. E' un vino che non si svela subito, ma che ha bisogno di concentrazione e di un ascolto di livello superiore. La bocca è fragrante, ricca di energia, ma sempre discreta e composta, meno esplosiva, meno persistente del Chambertin, meno tannica del Fixin. Produttore straordinario.


Finage de Chambolle-Musigny - Domaine François BERTHAU  (Pinot Noir) - 2010

Villaggio che ha poche famiglie storiche e molti vigneti in mano a négociant, il che ha portato a produrre vini abbastanza dolci. I terreni sono poco profondi e quindi i vigneti si trovano direttamente sulla roccia: questo significa aromaticità, perché le uve maturano meglio e prima, e grande mineralità. Al naso si riconosce un frutto piacevole, dolce, croccante ma compiuto; in bocca spicca la nota minerale, netta e tagliente, una sciabolata di ritorno salino. E' un vino incredibilmente energetico, vibrante, teso e verticale, aromatico al naso, ma che svela la sua natura rocciosa in bocca. Non ha una grande struttura, ma è elegante e destinato a invecchiare bene.

Finage de Vosne-Romanée - Domaine Georges NOËLLAT (Pinot Noir) - 2011

Siamo nel cuore della Borgogna più rinomata. La caratteristica principale è la straordinaria eleganza aromatica, con sfumature delicatissime, quasi indiane, che richiamano note di curcuma e curry, sentori di piccoli frutti, naso nobile ed aristocratico. Dal punto di vista gustativo spicca l'acidità più contenuta, la bocca è ricca e leggera, con tannini di grandissima classe e da un finale che, più che profondo, è denso, armonioso e persistente.  Anche qui il produttore è giovanissimo, visto che la nonna ha saltato la generazione del figlio e ha affidato le redini direttamente al nipote.


Finage de Nuits-Saint-Georges - Domaine CHEVILLON-CHEZEAUX (Pinot Noir) - 2011

È un finage meno facile da identificare con un carattere unico, perché si estende molto e quindi produce vini molto diversi tra loro. Il produttore fa vini più raffinati della media, piuttosto vigorosi. Si riconosce una nota di cioccolata in un vino dal carattere deciso, con una buona espressività aromatica, meno aristocratico dei precedenti, con dei tannini energici, buona struttura.

 

Borgogna Ais LeccoLasciamo ora la Côte des Nuits  e spingiamoci più a sud, verso Beaune.

 

Finage de Aloxe-Corton - Domaine FOLLIN-ARBELET (Pinot Noir) - 2010 - Côte de Beaune

I terreni sono più esposti a sud e il microclima è più caldo, fattori che influenzano fortemente i vini di questi vigneti. Già il colore è più scuro, più denso; al naso oltre a note di ribes e more, di frutti neri più maturi, spiccano note di muschio e terreno, note vegetali, però eleganti e coordinate. E' un vino dalla ricchezza e maturità più consistente ed evidente. Di grande personalità, è ottimo da abbinare a piatti di cacciagione.


Finage de Chorey-Les-Beaune - Domaine François GAY (Pinot Noir) - 2009 - Côte de Beaune

Terreni di pianura piuttosto profondi e argillosi non possono che influenzare fortemente i prodotti di questo villaggio. In questi vino infatti emerge tutto il carattere terragno del suolo. I profumi sono molto netti e decisi, un po' eterei, "un filo antichi", di frutto concentrato, di ciliegia sotto spirito un po' alcolica. La bocca è dura, autorevole, non particolarmente raffinata. E' un borgogna all'antica, che sfodera una certa "mascolinità", in contrapposizione alla "femminilità" espressa da alcuni vini che lo hanno preceduto. Vino che, sempre a un certo livello di classe, può essere definito rustico, contadino, dalla semplicità diretta, nel solco della tradizione.


Finage de Savigny-Les-Beaune - Domaine Michel & Joanna ECARD (Pinot Noir) - 2011 - Côte de Beaune

Siamo ora su una collina alle porte di Beaune. I vini di questa zona sono caratterizzati da una certa rotondità e piacevolezza, sono vini equilibrati. Anche il vino in degustazione possiede queste caratteristiche, ha sicuramente una minore intensità, minor struttura dei vini precedenti, ma è piacevole e delicato. E' un vino di immediata fruibilità, molto gentile, ma non semplice, né banale. In bocca spiccano la cremosità, il volume, con una tendenza verso l'equilibrio sferico, con delle note che vanno verso la ricchezza maturativa, i frutti scuri, un po' somiglianti all'Aloxe-Corton, meno esplosivi, meno voluttuosi, ma molto piacevoli, morbido e persistente.

 

Per chiudere la prima parte si passa a due vini bianchi provenienti dalla Côte de Beaune.


Finage de Ladoix-Serrigny - Domaine JACOB (Chardonnay) ­- 2011 - Côte de Beaune

Vino delicato, gentile ed elegante. Profumi floreali e vegetali raffinati, note "setose" ed esotiche, agrumi e fiori bianchi. In bocca è fine e armonico. Struttura esile ed armoniosa.


Finage de Pernand-Vergelesses - Domaine Gabriel MUSKOVAC (Chardonnay) - 2010 - Côte de Beaune

Vino di grande personalità. Note muschiate, di terra, di bacche selvatiche. La bocca è ruvida, quasi tannica. Carattere ombroso, ma di razza. Gusto profondo e tagliente.


Solo alla fine della degustazione, su precisa richiesta di Filippo, arrivano in tavola pane e focacce e un risottino mantecato al mascarpone, uova di quaglia e trevisano tardivo, preparato dallo chef Stefano, il tutto annaffiato dai vini degustazione, che fanno bella mostra di sé sul tavolo di presentazione.

 

Riparte quindi il viaggio da Beaune, seguendo la valle che piega verso est e che ha una temperatura media più alta di un grado e mezzo rispetto alla Côte des Nuits, con altri dodici vini.

 

Ais Lecco BorgognaFinage de Beaune - Domaine Albert MOROT (Pinot Noir) - 2010

Da un climat monopole, coltivato da un solo produttore, arriva questo pinot noir piacevole e morbido, dalla deliziosa apertura aromatica. Spiccano i frutti rossi croccanti, sentori di ciliegia. E' un vino elegante e "femminile", equilibrato anche se giovane, dalla raffinata cremosità; docile, sostenuto, aperto e con una buona gustosità aromatica. Non c'è amarezza nel finale, ma una chiusura leggermente tagliente, piacevole e vellutata. 


Finage de Pommard - Domaine Philippe BERGERET (Pinot Noir) - 2010

A meno di tre chilometri di distanza da Beaune, si trova questo famoso finage, con caratteristiche del tutto diverse da quelli vicini e che produce vini per niente facili. La collina è percorsa da combe, una sorta di canyon, che convoglia masse di aria fredda che rallentano la maturazione, arricchisce i terreni di residui calcarei e argillosi, in aggiunta alle fasce ferrugginose presenti, che conferiscono caratteri minerali. Il vino è intenso, netto, con note di frutto maturo e sfumature erbacee e minerali. Il carattere aromatico è ampio e complesso. In bocca è denso e asciutto, energico e dal patrimonio tannico importante. L'annata è stata più dura e fredda e il vino risulta meno armonioso e più selvatico del precedente.


Finage de Volnay - Domaine G.GLANTENAY (Pinot Noir) - 2010

Vigneti ripidi esposti a est, ma protetti dal vento, caratterizzati da un terreno calcareo leggero, giallastro, di sassi piccoli, hanno le condizioni ideali per arrivare a una perfetta maturazione. I vini che si ottengono possiedono una grandissima eleganza e un equilibrio perfetto. Il naso è charmant, aromatico, preciso, pulito, didattico. Note dolci e croccanti, fini ed eleganti. In bocca è gioia pura, elegantissimo, senza la cremosità del primo vino, né la durezza del secondo. Dà l'idea di un vino bianco vestito di rosso, è fine, sottile, "femminile", maturo ma senza nessun eccesso, con un finale gustoso e raffinato e dalla presenza tannica molto ben ammorbidita, che Filippo definisce "cachemire".


Finage de Monthelie - Domaine de SUREMAIN (Pinot Noir) - 2010

È un finage che si sviluppa lungo le valli laterali e non segue il corso della Route Nationale. Il vino è simile a quello di Volnay, di cui ne ricorda la grazia, ma con una grande espressività varietale. Il naso è più fresco, con una bella energia e una grandissima freschezza aromatica, note minerali e di frutto croccante. In bocca è più leggero, più fresco, sapido, ferroso, quasi salato nel finale.


Finage de Auxey-Duresses - Domaine ROY (Chardonnay) - 2011

Nel terreno si ritrova il calcare, per questi vigneti quasi esclusivamente rivolti a sud, con maturazioni dirette e profonde. Al naso si riconoscono dei frutti dolci, la pesca bianca, l'uva, delle note di erbe aromatiche di freschezza e fragranza. Netto e diretto, non troppo persistente. In bocca è un vino non facile, quasi ruvido, vigoroso, con un bel volume ma non così dolce; è un vino asciutto, quasi tannico. Sono vini che invecchiano molto bene, con durezza, ma con un carattere deciso, da evoluzione.


Finage de St Romain - Domaine Pere GERMAIN (Chardonnay) - 2010

È un vino di montagna, anche se sarebbe meglio dire di collina, che è tra gli ultimi a maturare, almeno una settimana dopo il Mersault e l'Auxey-Duresses. Vino di roccia molto esile, verticale, con pochissimo corpo e struttura, dalla grande fragranza aromatica e gustativa, con un'energia che si sente in bocca, "quasi uno champagne fermo". Per la sua energia esplosiva non è un vino di rotondità, ha poca persistenza e personalità, ma una salinità elevata. E' un vino ingessato nella sua acidità, non evolverà, ma manterrà il suo carattere negli anni.


Finage de Meursault - Domaine Bernard-BONIN (Chardonnay) - 2010

In questo e nei prossimi due finage riaffiorano i terreni del jurassico medio, anche se con suoli diversi, con masse argillose e calcaree e detriti portati in basso dalle combes. Sono vini di grande completezza e generosità. E se in quelli che li hanno preceduti si poteva annotare un eccesso di evoluzione, in questi ci può essere un eccesso di freschezza. I profumi sono dolci, generosi, abbondanti, ma non evoluti. Grandissima eleganza. La bocca è di volume, misurata, untuosa. Il finale è persistente, ricco e pieno.


Finage de Puligny-Montrachet - Domaine Jean-Louis CHAVY (Chardonnay) - 2010

A soli cinque chilometri di distanza il terreno è argilloso, ma con più ciottoli calcarei. Il carattere di questo vino è di una finezza assoluta, che ha necessità dell'ascolto, è discreto e fine su un corpo esile e sinuoso. Il naso è molto fine, con note floreali e un frutto esplosivo, ma non complesso. La bocca ha meno corposità ed è meno evoluta, ma è piena di emozione, molto persistente e dalla bellissima salivazione. Fruttato, energetico, fresco. Eleganza verticale, esile ma infinito dal punto di vista gustativo. In poche parole: stile, finezza, eleganza.


Ais Lecco - Borgogna - Ronnie PenatiFinage de St Aubin - Domaine Jean-Jacques MOREL (Chardonnay) - 2009

È un finage meno conosciuto al grande pubblico, che sconta la vicinanza ai finage  più famosi. E' comunque un vino di grande stoffa e personalità, dalla corposità aromatica molto interessante. Al naso si evidenziano note più mature, un po' muschiate, quasi fungine, terrose. La bocca è severa e finisce con una nota classica, un po' ammandorlata. Non ha un'impronta netta, ma è complesso e difficile, dalla forte personalità e destinato a invecchiare molto bene.


Finage de Chassagne-Montrachet - Domaine Jean-Marc MOREY (Chardonnay) - 2009

È un terroir tra i più complessi e variegati dell'intera Cote d'Or, la Costa d'Oriente. Questo chardonnay è "un vino rosso vestito da bianco". Ha la potenza, la struttura, la muscolarità del vino rosso. E' molto caldo e con caratteri aromatici fruttati e ricchi di profumi di frutti e spezie, ma spiritati, segnato da una nota eterea, pesca e albicocca, nota di alcol. La bocca è molto calda e di grande potenza alcolica, con una dolcezza che avvolge il tutto. Potente e profondo.


Finage de Santenay - Domaine Michael CLAIR (Pinot Noir) - 2011

Si torna a un mondo geologico più recente e ai pinot noir. I profumi sono netti e diretti, con un bel frutto evidente, veicolato da una certa freschezza, non dolce, solido e fresco aromaticamente, non troppo persistente. Anche la bocca è solida e fresca, con una acidità vibrante, dal finale quasi limonato. Bel patrimonio tannico, persistenza limitata e fugace. Finale pulito. Destinato a invecchiare bene.


Finage de Les-Maranges - Domaine Rouges QUEUES (Pinot Noir) - 2010

Dal punto di vista legislativo questo finage si colloca al di fuori della Borgogna, ma è su un altopiano che è la naturale prosecuzione della Cote d'Or. Al naso spicca un frutto fresco ed etereo. Dal punto di vista aromatico ha charme, pur nella sua semplicità. E' un frutto quasi primario, molto diretto e fragrante, con note speziate. La bocca è generosa, non piena, non complessa, ma immediata e dalla piacevole eleganza. Grande bevibilità, che in qualche tratto ricorda quella del gamay.


Alla fine di questa lunga e impressionante degustazione e dopo esserci saziati di profumi e aromi, lo chef Stefano, dell'Osteria dello strecciolo, ci sazia con un risottino mantecato con pioppini, Asiago invecchiato 36 mesi e polvere di speck.

Che dire, non resta che inforcare la bicicletta e provare a ritrovare qualcuno dei sentori assaporati in queste due splendide serate.

 

Un Montrachet devrait être bu à genoux et tête découverte.

 

Alexandre Dumas (Padre)

 

Io berrò latte il giorno in cui le mucche mangeranno uva.

 

Jean Gabin