Krug, le rêve d’un homme

Krug in tedesco significa boccale, ma di fronte a questo nome nessuno di noi penserebbe ad una birra! Da oltre un secolo infatti è universalmente sinonimo di eccellenza nello Champagne, senza per questo aver mai piegato il proprio nome al compromesso dei grandi numeri

Anita Croci e Francesco Albertini

Una produzione miratamente limitata, sia in termini di volumi che di cuvée proposte: per 140 anni sono state solo due, la Grand Cuvée ed il Millesimato, affiancate in seguito dal Rosée e dai due rarissimi Clos du Mesnil e Clos D’Ambonnay, a celebrare, rispettivamente, la migliore espressione dello chardonnay e del pinot nero di minuscole microparcelle, racchiuse in clos fin dal 1700.

L’ossessione per l’individualità che caratterizza ogni piccolo appezzamento di provenienza delle uve, ha da sempre contraddistinto il lavoro della maison nell’obiettivo della qualità: eseguire centinaia di vinificazioni ad ogni vendemmia per preservare le peculiari espressioni dei diversi binomi vitigno-terroir permette di mantenere inalterato il carattere dei vini base ed esaltarlo negli assemblaggi. Un’esasperazione maniacale, per continuare nel tempo a realizzare un sogno.

"Krug s’était le rêve d’un homme" così Olivier Krug, venuto personalmente a presentarci questa eccezionale degustazione, definisce il progetto del suo trisnonno, fondatore della maison. Nel 1843 Johann-Joseph Krug era all’apice di una brillante carriera: dopo aver iniziato come contabile in quella che era la più grande maison dell'epoca, in pochi anni ne era divenuto condirettore insieme al proprietario; nel tempo, confrontando le diverse annate, aveva potuto sperimentare come la stessa tipologia di vino fosse tanto soggetta al millesimo da comporre di fatto ogni anno un vino diverso. Il suo sogno era invece quello di creare sempre un prodotto che racchiudesse tutta la qualità dello champagne. Arrivò quindi ad inventare qualcosa che ancora non esisteva, superando il concetto di annata e ideando una formula di vinificazione tale da realizzare uno champagne della maggiore qualità possibile e fedele a sé stesso anno dopo anno: il Krug Grand Cuvéè, un’esplosione di sapori già dal primo sorso, molto ricco e intenso e insieme molto fresco; la sola cuvée prestige prodotta da 170 anni.

Note di degustazione di Francesco Albertini.

Grande Cuvée

(v) Dorato, brillante. (n) Burro, nocciole e mandorle tostate, caffé, cioccolato bianco. Lamponi freschi, una piccola nota di menta fresca, crema pasticcera, cotognata, renetta, bergamotto. (b) Bocca molto fresca, calda, tattile, assai intensa. Corrispondenza notevole, ma con in più una piacevole speziatura (anche anice stellato) e sapidità. PAI eccellente su note agrumate di bergamotto e pompelmo.


Millesimato 2003

(v) Dorato più netto del precedente. (n) Apre su note di tostatura (caffé, cacao, croccante di frutta secca) e di spezie (curcuma, zafferano). Scorza di agrumi candita, confettura di susine mirabelle. (b) Insospettabilmente fresco. Note di mela renetta e susina goccia d’oro. Ancora note agrumate (marmellata, candito) nel finale, unite alle spezie (ancora zafferano e curcuma)


Grande Cuvée (sulla base 2003)bottiglie_serata

(v) Dorato ancora più intenso. (n) Oli essenziali di agrumi (bergamotto), poi arancia amara, cedro candito, mango, fiori di tiglio, cotognata, spezie (curcuma, zafferano). Frutta secca (mandorle e nocciole), crema pasticcera aromatizzata con fava tonka. Erbe aromatiche secche (origano, timo).

(b) Cremoso, invitante, consistente, caratterizzato da una decisa tattilità; sentori di gesso. Si fondono note di cedro (fresco e candito), mela golden e mela granny smith. Finezza. Con ossigenazione (e riscaldamento) i sentori fruttati si arricchiscono (n/b) di note di cotognata e di ananas.


Millesimato 2000

(v) Dorato abbastanza carico. (n) Floreale, con note assai evidenti di pasticceria e crema pasticcera al limone. Ciliegia duracina. Fiori bianchi assortiti (gelsomino, mughetto, fresia ...) (b) Fresco e dolce (sentore di zucchero a velo), molto fine. Tattile e longilineo. Ripete le note floreali. PAI su note fruttate fresche, specie di limone, e ancora di zucchero a velo. Straordinaria eleganza.

 servizio_jeroboam


Millesimato 1998

(v) Dorato straordinariamente carico. (n) Tisana di tiglio, cotognata, agrumi canditi, croccante di mandorle. Note burrose. Bergamotto, erbe aromatiche fresche (timo, soprattutto), lavanda. Una certa piccantezza che fa pensare al pepe bianco e al coriandolo. (b) Freschezza ben percepibile. Affascinante piccantezza (zenzero, coriandolo, pepe bianco). Poi note agrumate di bergamotto (fresco) e minerali di pietra focaia. Una nervosotà e una tensione che non sono immediatamente percepibili all’esame olfattivo.

Millesimato 1996 in Jeroboam

(v) Dorato evoluto. (n) Tostatura (caffé), bombon al caffé. Poi spezie (curcume, fava tonka). Cera d’api, lieve cuoio. Poi erbe aromatiche secche (alloro, soprattutto). (b) Freschezza notevole. Ripete fedelmente i sentori emersi all’esame olfattivo. Buona PAI su note fresche, anche di uva fresca. Con ossigenazione emerge (n/b) una piccola nota di croccante di sesamo.

Collection 1989

(n) Apre su note di origano e basilico. Agrumi dolci: mandarino. Note salmastre e di oliva verde in salamoia che si armonizzano elegantemente con la dolcezza del frutto (mandarino, come sopra, e confettura di susine mirabelle), del cioccolato bianco, dell’amaretto (Mombaruzzo o Sassello), dello strudel di mele con cannella e uvetta sultanina. Tabacco dolce e ricordi di vin jaune dello Jura e vin santo toscano. Complessità superlativa, insomma! (b) Assai fresco, apre su note di tisana (tiglio) ed essenza di bergamotto. Ottima corrispondenza n/b, con in più qualche lieve nota di torrefazione e di croccante di mandorle. Alghe e the (darjeeling, direi). Zafferano e ancora i ricordi di vin Jaune. PAI molto apprezzabile. Vino cerebrale, ma assai intrigante, in sintesi.

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