I vini di Arianna Occhipinti

"Dalle Alpi alle piramidi ...": per non essere irriguardosi nei confronti di Manzoni, che pure da queste parti era di casa, diciamo più semplicemente "dalla Valtellina alla Sicilia". Dopo la discrezione e il garbo di Isabella (Pelizzatti Perego) con i suoi Nebbiolo, va in scena la verace e solare Arianna Occhipinti, un'altra vitale "donna del vino", con i suoi bianchi e rossi di Sicilia.

Valerio Mondini

Arianna Occhipinti - SP68Il grande buffet, preparato dai Cucinieri del ristorante One-Off Appetizer, è un omaggio alla sua terra e sembra tratto da uno dei romanzi di Camilleri: sarde in beccafico, focaccia ai capperi di Linosa, arancini di riso alla siciliana, cous-cous di San Vito, schiacciatina alle mandorle salate, focaccia all'olio di Chiaromonte, grissini sfogliati all'origano, sfinciuni, pane alle olive.

In accompagnamento viene servito un SP68 Sicilia Bianco IGT - 2013 (50% Albanello e  50% Moscato di Alessandria).

E' un bianco fresco e diretto, floreale, con sentori di spezie mediterranee, timo e rosmarino, a prevalere sui profumi delicati di fiori e frutti bianchi. Semplice ma assolutamente godevole e di grande soddisfazione. Deve il suo nome alla Strada Provinciale 68, antica strada del vino che collega Vittoria a Quaglio, e che attraversa il ragusano e le vigne di Arianna. Da una vigna abbastanza giovane, otto anni, su terreno calcareo con sabbie rosse in superficie, è un blend di Albanello e Moscato di Alessandria in perfetto equilibrio, "Mi piaceva unire questi due caratteri particolari ...",  ha fatto una macerazione di dodici giorni sulle bucce, non molto tanniche, e sei mesi in vasca di cemento: "Per me l'acciaio va bene per vini che non devono restare a lungo in cantina, altrimenti gli preferisco il cemento". Da agricoltura rigorosamente biologica è un vino che il suo primo distributore, Velier, ha classificato Triple A (Agricoltori, Artigiani, Artisti): "Ho iniziato a farlo nel 2008 e dal 2009 è anche buono!"

Poco più che trentenne, Arianna annuncia orgogliosa che quella del 2013 è stata la sua decima vendemmia, delle quaranta-quarantacinque che è lecito attendersi di riuscire a fare in una vita: "Alcuni errori nel passato li ho fatti, per fortuna". Ha quindi davanti a sé ancora molto tempo e come i suoi vini, già ottimi, anche lei non può che migliorare in futuro.

Con naturalezza e comunicatività ripercorre le tappe fondamentali della sua avventura nel mondo del vino, lo zio scapolo e architetto di cantine che faceva e fa ancora vino biologico a Vittoria e che la porta al Vinitaly a sedici anni, l'università di enologia a Milano, l'incontro/scontro col professor Scienza, la lettera a Veronelli e il legame che ne scaturisce, le esperienze di "vagabondaggio" in vigne e cantine italiane: "Oggi hanno tutti la fissa di andare in Australia, negli Stati Uniti, ma perché non in Italia, con tutte le cantine che abbiamo? ", il forte legame con la sua terra e le sue origini, ...:

La prima annata prodotta è del 2004, "Oggi è ancora buona!", da tre botti ospitate presso una cantina di Caltagirone, quando ancora la sua azienda non aveva una sede e le attrezzature per lavorare in autonomia.

Velier, che già distribuisce i vini biologici dello zio, ne intuisce le potenzialità e le propone di metterla in catalogo, ottenendo in cambio una espressione tipicamente siciliana!

"Ho avuto sin dall'inizio un approccio molto naturale e ho cercato di capire, nel miglior modo possibile, cosa il territorio aveva da dire".

Perché ogni collina, ogni vigna, ogni filare ha una sua identità: "'a terra cancia da palmi a palmi!"

Per chi volesse conoscerla meglio, ha anche trovato il tempo di scrivere una autobiografia, semplice, diretta e scorrevole come il suo vino di aperitivo, che racconta i suoi primi trent'anni di vita e il suo attaccamento a Fossa di Lupo: "Natural Woman La mia Sicilia, il mio vino, la mia passione" - Fandango Libri.

Arianna Occhipinti - ViniLa zona di produzione è quella di Vittoria, un angolo di Sicilia racchiuso tra i monti Iblei, alture di non oltre mille metri da cui spirano venti costanti, e il mare, da cui arrivano brezze variabili, famosa per il Frappato e il Nero d'Avola.

Il terreno è costituito da sabbie rosse per i primi sessanta centimetri, sopra rocce calcaree, non durissime, con fossili, che le radici delle viti riescono a perforare. Non essendoci irrigazione artificiale, le radici penetrano ancora più a fondo per arrivare agli strati più umidi, conferendo così grande mineralità alle uve e quindi al vino.

Come ricorda Arianna, "la Sicilia è un continente", dove la vendemmia dura quattro mesi, da fine luglio per i primi chardonnay, a fine novembre con i vini dell'Etna.

La superficie vitata è di circa ventidue ettari, per una produzione complessiva di circa 100-120 mila bottiglie, prevalentemente destinate ai mercati esteri.

La degustazione ha inizio con un SP68 Sicilia Rosso IGT - 2013 (70% Frappato di Vittoria, 30% Nero d'Avola) 12.5°. Non può essere denominato Cerasuolo di Vittoria DOCG per l'elevata percentuale di Frappato, che il disciplinare prevede tra il 30 e il 50%, e per l'insufficiente gradazione alcolica, che al minimo deve essere a 13°. Le due uve vengono fatte macerare insieme, o non appena è possibile, per esaltare il blend e le macerazioni durano fino a trenta giorni. L'affinamento viene fatto in vasche di cemento per sei mesi. Il mezzo grado in meno non deve essere inteso come una diminuzione dell'importanza del vino, ma la volontà di non ricorrere a pratiche forzate per arrivare ai 13°, quando, a seconda delle annate, il titolo varia naturalmente dai 12,4° ai 12,7°.

È un vino dall'acidità notevole e spiccata, fresco e delicato, fruttato, con una intensa nota di ciliegia e una grande bevibilità.

Si passa quindi con un Frappato di Vittoria IGT "IL" - 2012 (100% Frappato di Vittoria) 12.5°. E' un Frappato in purezza da vigne di cinquant'anni, quindi uve dai grappoli serrati e piccoli che producono vini dal colore violaceo scarico, che maturano bene sugli zuccheri, ma vanno aspettate per la maturazione fenolica. Macerazione di trenta giorni sulle bucce, affinamento in botti da 25 ettolitri di rovere di Slavonia per dodici mesi e in vasca di cemento per sei mesi. Vino integro e non filtrato, al naso è compatto, intenso e fresco con note di piccoli frutti rossi, ciliegia e fragola. Sentori vegetali e aromatici. In bocca rivela fragranza, buona acidità e freschezza, con un tannino delicato.

È un vino destinato ad acquistare struttura nel tempo e il 2012 è stata una annata decisamente bella e calda, ma mitigata da piogge che hanno aiutato le piante. Arianna sta testando una verticale dei dieci anni di produzione e trova che tutte le annate stiano invecchiando molto bene, anche senza avere la struttura e il potenziale di invecchiamento del Nero d'Avola.

Ronnie Penati e Arianna OcchipintiSi conclude con un Nero D'Avola IGT - Siccagno - 2011 (100% Nero D'Avola) 13°. Nero d'Avola in purezza, ricavato anche qui da vigne vecchie. La macerazione è durata venticinque giorni sulle bucce e l'affinamento è stato di due anni in botti grandi di rovere. Imbottigliato nel settembre 2013, ha riposato altri sei mesi in bottiglia prima di essere messo in vendita.

Bel colore rubino con evidenti riflessi purpurei. Al naso spiccano sensazioni di frutta matura, prugna, mora, viola e spezie. Freschezza, corposità e sapidità sono le sensazioni primarie che si avvertono in bocca. Alcol equilibrato e finale minerale, con note di mandorla e marzapane.

A tavola si prosegue la degustazione abbinandola a un piatto di "Pasta alla Norma", che con i suoi forti sapori ben si adatta ad essere accompagnato da questi vini intensi, ma tutti dalla grande bevibilità.

E mentre la serata volge al termine e i presenti passano a degustare caffè e piccola pasticceria, Arianna si ferma a discutere con Davide di "Dirupi" e Claudia de "La Costa" di botti, di vasche in cemento e in acciaio, cogliendo così l'occasione di "contaminare" le proprie esperienze con quelle di altri giovani, che come lei hanno fatto del vino una ragione di vita.

Avant d'être bon, un vin doit être vrai, donc manifester les subtilités du lieu dont il vient

Nicolas Joly 

Amo il mio lavoro. Nell'assaggiare un piatto ben eseguito, nel bere un vino che mi racconta la sua storia, sono solo me stesso. Credo stia qui la mia forza.

Luigi Veronelli

Dentro il mio Frappato, il Siccagno, il Cerasuolo c'è il mio carattere, la mia passione, la mia ruvidità. La forza e la fragilità che nessuno vede. Ci sono io con tutti i mie trent'anni. E non solo. 

Arianna Occhipinti

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