Roussillon, tra terra rossa e mare blu cobalto

Racconti dalle delegazioni
25 novembre 2014

Roussillon, tra terra rossa e mare blu cobalto

Il Roussillon secondo Davide Gilioli e Gabriele Merlo. Una serata condotta da due giovani soci di Ais Milano alla scoperta dei tesori di quest'angolo del Sud della Francia

Laura Zaninelli

Davide Gilioli e Gabriele Merlo"Viaggiando in lungo e in largo per il mondo ho incontrato magnifici sognatori, uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni. Li mantengono, li coltivano, li condividono, li moltiplicano. Io umilmente, a modo mio, ho fatto lo stesso." (Luis Sepúlveda)

L'evento di questa sera è stato preparato con trepidazione, perché i relatori sono due nostri giovani soci che ci hanno raccontato un viaggio pensato fin dall'inizio per essere condiviso con chi era rimasto a casa.

In sala sono inoltre presenti alcuni dei soci "storici" (alcuni lo sono da cinquant'anni!) di AIS Milano. Davide Gilioli e Gabriele Merlo aprono la serata, aiutati dalle foto del mare cristallino di Roussillon, che fa da sfondo a vigneti ad alberello terrazzati, all’ombra dei Pirenei. 
La storia di questa regione di confine è molto antica e conserva due identità: quella francese e quella catalana, tanto che nella bandiera ufficiale troviamo il giallo e il rosso di Spagna. La zona è inoltre ricca di arte e cultura: a Colliure nasce, all’inizio del ‘900, con Henry Matisse e André Derain, il Fauvismo, esplosione di vita e colore.

Sotto il profilo geografico il territorio è suddiviso tra pianura, costa, una parte collinare e, nella zona meridionale, montagne, boschi e laghi.
Le zone principali sono: Plaine de Roussillon, Vallée de l'Agly, Pyrénées Méditerranée e Terres Romanes, ciascuna con un particolare tipo di terreno che favorisce una produzione vinicola eterogenea: scisti compatti e marne nella Vallée, argille limose a Les Aspres, sabbie granitiche a sud e ad ovest. Tra le tante risorse del Roussillon si segnala la “garrigue”, vegetazione autoctona, che cresce su suolo calcareo, spesso confinante con le zone vinicole, caratterizzata da rosmarino, ginestra, leccio, mirto…profumi vegetali e di erbe aromatiche che si riconoscono in molti vini della regione.

Inizialmente il Roussillon produceva solo vini da taglio; per riqualificare il territorio, le ultime generazioni diGrappolo produttori hanno cercato qualità e identità, valorizzando le potenzialità specifiche dei loro vitigni. Esistono parecchie AOP tra cui una sola piuttosto ampia, quella della Côtes du Roussillon, con alcune sotto zone; manca ancora una vera e propria legislazione che valorizzi questa varietà. In generale, la produzione è costituita da uvaggi e quindi risulta difficile trovare l'identità propria di questi vini per ciascuna zona. 
I vitigni caratteristici sono principalmente bianchi: su tutti, la grenache blanc, vinificata soprattutto in purezza o in uvaggi con la grenache gris; ne nascono vini tendenzialmente morbidi e strutturati, con sentori freschi di agrumi, cedro, pompelmo, una punta erbacea piacevole, fino a frutta gialla matura e secca in invecchiamento. 
Il secondo vitigno per importanza è il macabeu o macabeo: dotato di grande acidità, è piuttosto rustico, con profumi e aromi poco  intensi e si presta ad essere raccolto tardivamente. Solitamente serve a bilanciare la dolcezza dei moscati utilizzati nei VdN.



Ed eccoci alla degustazione; in ogni vino, oltre a cogliere i profumi, le fragranze e i dati più tecnici, percepiamo attraverso gli aneddoti di Davide e Gabriele lo spessore umano delle persone che li hanno prodotti.


Si parte con un Côtes du Roussillon, “La Romanie Blanc”, 2011, dell’azienda Château Planères, 90% malvoisie du Roussillon (tourbat), 10% vermentino; la zona di produzione è quella di Les Aspres. Percepiamo subito fiori gialli e frutta gialla che tende all'esotico, abbastanza matura. La malvoisie du Roussillon ha le stesse caratteristiche genetiche del torbato sardo portato in Italia dagli Aragonesi; questa versione è più rotonda e morbida di quella sarda, la fermentazione alcolica avviene direttamente in barrique, il vino viene affinato per 4 mesi nelle stesse barrique, sulle fecce fini con la pratica del batonage, e stabilizzato infine per 6-8 mesi in acciaio e 6 mesi in bottiglia.

Al Domaine Vial-Magnères appartiene invece "Armen", un vin de pays de la Côte Vermeille del 2001; 90% grenache blanc et gris, 10% muscat petit grains e vermentino. Il nome è quello di un faro normanno dove ha vissuto il fondatore dell'azienda. Colpiscono le note terziarie: trementina, acetone, mandorla, floreale, noccioline, in bocca freschezza e mineralità; è un vino che fa solo acciaio.

Il Roussillon ha una discreta produzione anche di vini rossi: la fanno da padroni la grenache noir, con le sue tipiche note di susina, viola e, in evoluzione, caffè e tabacco, e il syrah, riconoscibile dalla nota pepata, dai frutti rossi e dal cuoio.
Il terzo vino in degustazione è infatti un rosso, il Côtes du Roussillon Villages 2012 dell’azienda Mas Karolina: 50% di grenache noir, 30% di syrah, 20% di carignan. La grenache propone un tannino fine ed una buona acidità; il syrah, tipico della Valle del Rodano, ha attecchito anche in Roussillon grazie alla somiglianza nei terreni e nelle temperature. Il buon tannino dona potenza e struttura, e ravviva la più dolce grenache con una nota di pepe nero che si sviluppa con l'evoluzione. Il carignan infine dà risultati interessanti: sentori di fiori e frutta a bacca nera come amarena, viola e prugna. Il naso complessivo è di frutta, marmellata dolce, ciliegie, una nota amarognola, rosmarino, timo ed una nota ferrosa, quasi sanguigna; in bocca elegante ma potente.


BotteTocca quindi al Côtes du Roussillon Villages, "Patrimoine" 2012dell’azienda Domaine Boudau; 60% grenache noir, 30% syrah, 10% carignan. E’ un vino che si presenta molto strutturato; anche se ha fatto affinamento solo in acciaio, sentiamo distinti gli apporti dei diversi vitigni.

Siamo ora alla vera specificità del Roussillon, ovvero i Vins Doux Naturels (VdN); esistono 5 AOP, tra le quali spiccano quelle di Maury, Banyuls e Rivesaltes. Come sappiamo, i VdN sono prodotti nei quali, a fermentazione iniziata, viene aggiunto dell'alcol di origine vitivinicola (96%) per il 5-10% del volume totale. Questa pratica, inventata e realizzata nel 1258 de Arnau de Vilanova, è conosciuta con il nome di mutage; bloccando la fermentazione rende questi vini resistenti nel tempo. 
Il quinto vino è un VdN muscat de Rivesaltes 1996 del Domaine Cazes; in quest’azienda si lavora in regime biologico già da parecchi anni e dal 1997 in biodinamico. Questo vino affina solo in acciaio e in bottiglia, è composto da 50% di muscat a petit grains, e 50% di muscat d'Alexandrie. Il profumo è caramella d'orzo, albicocca secca, fichi, con una leggera nota mentolata, lievemente balsamica che rende il naso più fresco. In bocca è fresco e bevibile, il residuo zuccherino non dà fastidio.

Segue un altro VdN, un Banyuls “Cuvée du Soleil” 2009prodotto del Domaine Piétri-Géraud a Collioure; è un esempio di Banyuls blanc, che si realizza usando la grenache blanc 80% e la grenache gris 20 %. Viene affinato nelle tipiche damigiane in vetro, le bonbonnes, lasciate al sole. In degustazione si percepisce bene lo zucchero (118 gr/lt) tuttavia non stucchevole, l'ossidazione non prende il sopravvento, rimane una raffinatezza di base.

Il settimo vino, sempre VdN, dell’azienda Mas Amiel, è un Maury “Cuvée spéciale 10 ans d’âge”, i dieci anni indicano l’invecchiamento: un anno in bonbonnes e nove in botti grandi di rovere; 100% grenache noir.

Il congedo è affidato a un vin de table français "Ranfio Seco" del Domaine Vial Magnères, composto da grenache blanc e gris (in piccola percentuale) e grenache noir. Tre le sue peculiarità: viene prodotto ogni tre, quattro anni: l’affinamento avviene, per un anno, in barriques usate scolme  a temperatura ambiente; il resto in bottiglia. 
E’ poi un Rancio, ovvero fa parte di una tipologia di vini secchi in stile ossidativo, secondo una tradizione catalana: vengono usate botti scolme e aperte, che permettono così lo sviluppo del velo de flor che protegge dall'ossidazione eccessiva, i sentori sono subito riconoscibili: mallo di noce, frutta secca, spezie, curry, note di fieno greco; si usa il metodo solera. Questo tipo di affinamento dà il tipico “goûte de rancio”, appena descritto, che spesso possiamo riconoscere anche nei VdN per via del simile metodo di invecchiamento nelle bonbonnes.

Dopo questa serata piena di entusiasmo, competenza e allegria, credo che tutti i presenti in sala si siano chiesti quale sarà il prossimo viaggio di Davide e Gabriele; di mio, posso solo dire che ho già la valigia pronta per seguirli!

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori