Correvano gli anni ’40. Ecco l’Amarone

È stato un incontro  interessante, quello che si è svolto martedì 21 aprile presso la delegazione di Pavia e condotto dall’enologo Pietro Materossi dell’azienda Gerardo Cesari. Uomo di poche parole ma alla mano, riservato, preferisce che “siano i vini a parlare”, e in effetti è così

Gabriella Grassullo e Ezio Gallesi

Ais Pavia - Amarone CesariLa realtà aziendale è conosciuta, vanta 100 ettari in gestione di cui 50 sono di proprietà, la produzione è rivolta per circa l'80% al mercato americano, pertanto la filosofia aziendale, pur mantenendo un legame con la tradizione, si concentra su vini più freschi, profumati, pronti ma con una certa eleganza. L'azienda sta comunque lavorando per una maggiore presenza dei suoi vini sul mercato italiano, in considerazione dello stretto legame con il territorio e i suoi vitigni storici, corvina, corvinone, rondinella e molinara. 

Il vino rappresentativo della zona di Verona è certamente L'Amarone;  nasce nel 1936 nella cantina sociale della Valpolicella per merito di un fortunato ritrovamento. Pare, infatti, che i pellegrini dell'epoca avessero dimenticato una botte di Recioto e il vino, una volta ritrovato, era diventato " amaro", poiché ormai privo di zuccheri. La vera commercializzazione dell'Amarone, però, iniziò solo a partire dal 1953.

L'Amarone  deve la sua particolarità alla sua lavorazione, attraverso l' appassimento delle uve, per la maggior parte corvina, la più pregiata perché è una pianta che va a cercarsi in profondità le sostanze migliori. La tecnica di appassimento delle uve è conosciuta ed utilizzata nel veronese già dall'epoca dei Romani. I granai della Valpolicella sono il luogo ideale per l'appassimento dei grappoli di corvina, rondinella e molinara, che vengono posti su graticci in un unico strato, in cassette di legno, di plastica o su graticci di canne di bambù, per favorire la circolazione dell'aria ed impedire che le uve siano pressate. Tutto questo per un periodo di 120-140 giorni, sino alla perdita di almeno la metà del loro peso. Queste pratiche, dalla cernita delle uve in vigna fino al controllo giornaliero dell'andamento dell'appassimento, vengono svolte manualmente; ne consegue una perdita di acqua, diminuzione dell'acidità, modifica del rapporto tra glucosio e fruttosio che favoriscono la concentrazione dei polifenoli e l'aumento considerevole della glicerina e di altre sostanze come il resveratrolo. 

Tutto questo rende l'Amarone della Valpolicella un vino unico e completamente diverso da qualsiasi altro, grazie anche al buon clima, al terreno ricco di calcare, argilla e residui fossili;  già il letterato Bartolomeo Lorenzi (Mazzurega 1732-1822), nella poesia "Della coltivazione de' monti" parlava delle operazioni relative ad una corretta agricoltura in collina.

Ais Pavia Amarone Cesari Bottiglie
Degustazione

Valpolicella classico DOC 2013

È intenso nel suo colore rubino dall'unghia rossa, le uve vengono raccolte in anticipo per mantenere alta l'acidità, si presenta infatti un po' scomposto nelle componenti dure. Il naso è comunque ricco di note di amarena, ciliegia e fiori macerati.

Ripasso Bosan classico DOC 2010

Le vinacce dell'Amarone lo rendono intenso e complesso, dai profumi di liquerizia e spezie, con grande persistenza.

Amarone classico DOCG 2010

Bei riflessi rubini aranciati, naso pieno di erbe aromatiche, menta, confetture di piccoli frutti rossi, spezie dolci. La morbidezza è evidente, forse non proprio voluta dal produttore - così afferma l'enologo - comunque lungo ed elegante.

Amarone Bosan Riserva DOCG 2005

Una riserva che ci trasmette grande complessità, già dalla veste granata, molto intenso con aromi decisi di rabarbaro, spezie, erbe officinali, terrosità. La bocca è piena, dalla lunghezza insolita, un vino più che da meditazione...da seduzione, come ci dice il nostro Carlo Aguzzi.

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