Cosa resterà degli anni '80?

Dopo una serata di questo genere ci rendiamo conto, ancora una volta, di come il vino ben fatto possa sorprendere anche dopo trent'anni; Nicola Bonera ci ha condotto alla scoperta di sei bottiglie che hanno regalato emozioni ancora vive, che sapevano parlare del loro territorio e della storia delle persone che li hanno prodotti e conservati

Laura Zaninelli

Degustare per credere, questo è il motto della nostra serata. 

Veniamo introdotti in sala da un'atmosfera insolita, pensata per farci tornare indietro di qualche anno: sullo schermo si susseguono le immagini più rappresentative di quegli anni, dal muro di Berlino alla Fiat Uno, da Zoff che alza la coppa del mondo agli scandali del metanolo nel vino... cosa resta dunque di questi anni '80? 

Come di ogni epoca della storia dell'umanità, restano tante cose, felici e tristi, grandi e meschine, eventi che danno il passo di quei tempi, che dicono cosa siamo stati. 
Il vino non fa eccezione: Nicola Bonera ha scelto sei vini bianchi francesi prodotti negli anni '80 per scoprire, insieme a noi, quali sorprese ci avrebbero riservato e che cosa potessimo capire di quei tempi attraverso l'assaggio. 

E quindi "degustare per credere", perché l'unico modo per capire questi prodotti unici è farne esperienza, è lasciarli parlare dopo tanti anni di silenzio.

Nicola BoneraCiascun vino viene presentato a partire dal suo territorio, Nicola fa diversi excursus per rinfrescare la memoria sulle caratteristiche peculiari dei terroir, dei vitigni, dei metodi di produzione, di tutto ciò che concorre alla tipicità di un prodotto.

Il viaggio inizia dalla zona dello champagne, rappresentata da Maillart - 1er Cru Brut Rèserve - 1982. Questo vino ha la mia età, dato che mi colpisce ed incuriosisce. 50% di chardonnay, 50% di pinot nero, sboccatura del 2009, 26 anni circa sui lieviti! 
Ha perso un po’ di pressione ed effervescenza ma abbiamo nel calice un vino che ha 34 anni… Al naso è balsamico: caramella alle erbe, c’è una parte “sudata”, un po’ grassa, di olio di frutta secca, non proprio finissima, i sentori poi si spostano più sui cioccolati, il caffè ed il tabacco, quasi da vino rosso, cui si aggiunge la pungenza di un frutto sotto spirito; è certamente in una fase di maturità estrema ma ben gestita. 
In bocca ritorna la nota balsamica, l’effervescenza lo tiene ancora in vita, il retrogusto ci porta una leggera nota ossidativa. Si può bere questo vino, eccome se si può bere, magari in compagnia di un crostino di pane di segale con paté di lardo e gherigli di noce.

Cosa resterà degli anni '80?Ci spostiamo ad ovest, nella zona di Bordeaux, a Pessac Leognan. Assaggiamo Pessac Leognan - Malartic Lagraviere - 1985. Annata importante in zona, soprattutto per i vini rossi; 80% di sauvignon, 20% di semillon; al naso ci colpisce una nota muffata, da cantina, quasi canfora, di acqua d’ostrica, c’è ancora un po’ di erbaceo, vegetale, da uva matura, e ancora miele mille fiori e lavanda. 
Al gusto è garbato, pur essendo molto maturo, e degustato freddo finisce di dare quello che è, gradevole seppure nella semplicità.

La Loira ci accoglie con Gitton Pére at Fils - Sancerre Première Coulée de Silex – 1985. È ancora molto vivo, profumi di cardo, carciofo, sedano, finocchio, ortica e una punta di asparago, ci sono ancora quasi tutti i sentori tipici del sauvignon in purezza, è leggermente ossidato ma non passato, intuiamo anche una nota minerale, di pietra bagnata, data dalla conformazione silicea del terreno in cui cresce. 
Al palato sentiamo fumo e cenere, del vino vecchio, permane però l’acidità che rinfresca e vivifica. A tavola lo abbineremmo all’andouille, una polpetta ripiena e molto agliata che terrebbe testa a questo vino ancora così vigoroso.


In Jura degustiamo uno dei prodotti più particolari e tipici di questa regione un Chateau d'Arlay - Vin Jaune – 1989. Azienda familiare dal 1070, beviamo la storia! 
Savagnin in purezza; è un vino difficile da scoprire e descrivere: al naso è sabbia calda, cenere, fiori essiccati, ortensie, cambia ad ogni rotazione nel bicchiere e rivela una molteplicità di sentori, arrivano anche il liquore all’amaretto, le spezie ed il pepe. 
In bocca è potente, lunghissimo, entra quasi delicato ma fa sentire subito tutta la sua pienezza, con sapore di sesamo tostato e sale. In abbinamento vecchie forme di Comté, per restare in zona.

La squadraA nord, tra le colline dell'Alsazia, ci aspetta Hugel - Rieslingo Vendage Tardive - 1988, un riesling renano di livello. Ci sorprende subito, “nel suo piccolo è il più grande di tutti”, sospira Nicola; annusiamo talco, cera, roquefort, zenzero, cannella, miele, canfora, il riesling rispetta sempre le sue peculiarità, da giovane e da vecchio. 
In bocca un po’ più leggero di come ce lo saremmo aspettato.

Concludiamo, tornando a Bordeaux, con Raymond Lafon - Sauternes – 1988. Al naso si presenta subito molto etereo, c’è lo zafferano ma primeggiano pesca ed arancia candita, tè nero, cocco, mandorla, miele di castagno; in bocca è piccante ed asciutto, si percepisce che lo zucchero si sta consumando.

Ci abituiamo a loro, alla loro età, li lasciamo aprire con calma, ci torniamo e ritorniamo sopra annusando i nuovi profumi che si svelano col tempo; una serata piena di sorprese, una bella serata.