AIS LECCO ospita il Gran Cru de Roussillon, Domaine Gauby

Racconti dalle delegazioni
07 novembre 2017

AIS LECCO ospita il Gran Cru de Roussillon, Domaine Gauby

AIS Lecco riapre la stagione delle degustazioni con una piacevole serata sul Languedoc-Roussillon. Probabilmente la più grande singola regione vitivinicola mondiale, essa contribuisce per un terzo alla produzione di vino francese e non ha mai rinunciato all’eccellenza qualitativa.

Emanuele Consonni

DomaineGauby_AISLeccoA rappresentare questa regione, si è puntato sul Domaine Gauby e sui suoi Grands Crus de Roussilon. Situato a Calce a 20 km a nord-ovest di Perpignan, non lontano dai Pirenei, questo Domaine copre circa 85 ettari di cui 45 di viti che posso arrivare fino a 120 anni e altri 40 ettari di prati, foreste di rovere e macchia. Qui le uve, biodinamicamente allevate “in alleanza” con la natura da Gérard Gauby e sapientemente vinificate dal figlio Lionel, regalano ai vini una complessità aromatica incredibile e unica.

A presentarli in sala un relatore d'eccezione: Luca Santini. Molto noto nel mondo del vino, Luca vanta un corso di perfezionamento in Marketing e Management delle Aziende Vitivinicole presso l’università di Firenze, già nel 2001 ed una gavetta straordinaria e variegata, fatta in sala, dal vignaiolo e presso grandi distributori di vino. Dal 2013 lavora con Mario Galleni e Leonardo Stelloni, i soci di Teatro del Vino, tra i più grandi importatori e distributori italiani. E’ il loro commerciale di punta ed ha contribuito concretamente alla forte crescita dell’azienda.

La location scelta è il Ristorante Nicolin di Lecco, sobria e moderna, ma al contempo accogliente. Per AIS Lecco un ritorno dopo la sofisticata serata sulla Georgia con il mitico Invernizzi e quella sugli Chenin Blanc della Loria con Cogliati. Confermando un modello ormai consolidato, AIS Lecco ha accolto i suoi ospiti con qualche stuzzichino e un vino d’aperitivo: si parte, infatti, con il Calcinaires Blanc 2016 (Muscat 50%, Macabeu 20% e Chardonnay 30%). Le uve subiscono una leggera macerazione e il vino si presenta già giallo paglierino con riflessi dorati. Abbastanza fine al naso con sentori di frutta gialla, foglia di pomodoro e frutta secca. Grande equilibrio in bocca, sapido ed elegante che pecca solo di una persistenza non lunghissima. Un vino fresco e spontaneo, perfetto per iniziare la serata.

Ci si accomoda a tavola a degustare quattro altre eccellenze. Il delegato Ronnie Penati introduce la serata sottolineandone le peculiarità. Sentiti sono i ringraziamenti per la folta presenza (50 persone) ad un evento tutt’altro che popolare. Il Languedoc-Roussillon è una zona vasta con molti produttori e dove non si può scegliere a caso; la scelta del produttore è stata quindi mirata. I vini non sono facili e vanno aspettati. Per esaltarne le caratteristiche, sono stati filtrati già al mattino e si è deciso di servire sia i bianchi, sia i rossi alla stessa temperatura di servizio, 14° circa. 

Tocca poi a Luca, con il suo inconfondibile accento toscano, raccontarci il viaggio che ci aspetta. Parte a illustrare il terroir di Gauby: lo descrive in maniera assolutamente romantica come un paesaggio di frontiera, a tratti addirittura lunare, che ricorda per alcuni versi quello della nostra Sardegna. Lì, infatti, piove pochissimo e soffiano costantemente venti da Nord-Est e da Nord-Ovest. Ci si arriva percorrendo un’unica strada, alla fine della quale si arriva in un paesaggio praticamente incantato dove si trovano le viti allevate ad alberello su un terreno calcareo con scisti verticali che favoriscono lo sviluppo delle radici.

Ci descrive poi filosofia, tecnica di allevamento e vinificazione delle uve. La gestione del suolo è leggera, un agricoltura “per sottrazione”, dove il terreno non viene nemmeno concimato e dove cipressi e mandorli vengono volontariamente lasciati a protezione delle vigne.

Lionel Gauby, è ormai il vignaiolo del Domaine. Autodidatta, talentuoso e geniale, ha scelto di dare ai propri vini un tenore alcolico volutamente basso, senza perdere però concentrazione e riducendo al minimo l’utilizzo della solforosa, aggiunta solo in fase di imbottigliamento. Vini che hanno un rapporto magnifico con l’ossigeno e che posso resistere giorni dopo l’apertura della bottiglia.

LionelGauby_AISLecco

Si inizia a degustare:  

Primo vino: Vieilles Vignes - Vin de Pays des Cotes Catalanes Blanc 2013 (Macabeu 40%, Grenache Blanc 30%, Carignan Blanc 5%, Grenache Gris 10% e Chardonnay 15%).
Il vino subisce una macerazione pellicolare. Giallo dorato, non limpido per via della mancata filtrazione. Intenso, elegante e complesso al naso, dove spicca un bouquet di frutta passa e resina. Freschissimo in bocca e nonostante sia un vino bianco, la macerazione e la presenza del Granache fanno percepire l’astringenza tipica del tannino. Vino stratificato e di grande portanza.

Secondo vino: Vieilles Vignes Cotes du Roussillon Villages Rouge 2014 (Grenache Noir 25%, Carignan 35%, Mourvèdre 10% e Syrah 30 %)


Può essere considerato il fratello del vino precedente. Il 2014, è stata un’annata piovosa. Ciononostante è un prodotto eccellente. Rosso rubino e limpido. Al naso è semplicemente intenso, complesso e fine. Speziato con note di pepe. Erbaceo, con il peperone che emerge netto tra gli altri. Sentori animali, infine,  esaltano la varietà dei profumi che questo prodotto è in grado di regalare. Vino ancora giovane: un’adolescente da aspettare ancora.

Terzo vino Coume Gineste - Vin de Pays des Cotes Catalanes Blanc 2012 (Grenache Blanc 50% e Grenache Gris 50%).
Giallo paglierino carico. Al naso si scopre subito una acidità esuberante. Trabocca la nota eterea, che ricorda la ceralacca, a cui seguono quelle  di salvia e gesso. In bocca è decisamente e gradevolmente sapido, anche se la freschezza travalica un po’ verso la pungenza. Bella persistenza. Vengono segnalate dagli ospiti, differenze olfattive e gusto-olfattive tra le bottiglie servite 

Quarto vino: Coume Gineste Cotes du Roussillon Villages Rouge 201 (Grenache Noir 100%):
Granato e torbido alla vista. E’ il vino che meglio esprime il rapporto simbiotico che i vini di Gauby hanno con l’ossigeno:  inizialmente timido, con un’intensità solo moderata, acquista forza espressiva nel giro di qualche minuto, tracimando profumi.  Ampio al naso, con sentori di spezie, liquirizia, erbaceo con note mentolate e in chiusura note di affumicato. Sapido, fresco e  di lunga persistenza. Equilibrato .  

Come sempre a conclusione della serata, è stato servito un piatto di accompagnamento: dell’agnello al forno con polenta  preparato dalla brigata dello chef Giovanni Cattaneo. Qualche dolcetto, infine, per deliziare il palato degli ospiti più golosi. 

 

Ais Lecco ha già in programma un nuovo evento il 15 Novembre. Lasceremo momentaneamente il vino per una serata dedicata all’oro di Scozia: il Whisky. Le prenotazioni sono già aperte.

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