La potatura verde

Il racconto della prima lezione del Corso Superiore di Approfondimento in Viticultura che si è svolta presso l'Azienda Agricola Fratelli Agnes di Rovescala (PV)

Patrizia Pozzato

Metà giugno: in una qualsiasi annata normale ci sarebbe in giro gente abbronzata che profuma di doposole e di olio di cocco. In questa bizzarra primavera 2008 che volge ormai all’estate invece le temperature sono ancora come se fosse marzo, e il cielo grigio e carico di nuvole sopra una Milano già grigia di suo ci fa desiderare ancora di più la partenza alla volta dell’Oltrepo’ Pavese per immergerci nei vigneti.
Poco più di un’ora di strada e ci ritroviamo nel bel mezzo di verdi colline ricoperte da filari di vigneti a perdita d’occhio: siamo già in provincia di Pavia, e dopo aver attraversato un Po davvero enorme (da un mese e mezzo piove continuamente in Piemonte e in Lombardia) la mente si rasserena alla vista di una distesa di verdi colline.
Purtroppo speravamo almeno in un timido raggio di sole, ma alla fine della giornata dovremo ringraziare di aver subito soltanto una mezz’oretta di pioggia nel vigneto.
Ma passiamo alla cronaca della giornata. Ci ritroviamo in una trentina di partecipanti alle 10 del mattino presso l’Azienda Agricola Fratelli Agnes di Rovescala, in provincia di Pavia ma quasi al confine con la provincia di Piacenza. Dopo una esauriente introduzione del delegato di Milano Fiorenzo Detti sul corso superiore di approfondimento in viticoltura, la parola passa al Dott Cristiano Agnes, agronomo dell’azienda, che inizia a spiegarci pazientemente le varie fasi della potatura verde. Ci vengono forniti, prima di entrare nel vigneto, sacchetti di plastica e cordini per salvare scarpe e pantaloni da sicuro allagamento, visto che a causa delle perduranti piogge il terreno è decisamente inzuppato e poco praticabile!
Cristiano comincia quindi a spiegarci le varie fasi importanti della potatura verde, partendo dalla distinzione tra i diversi tipi di gemme, dormienti, cioè quelle che si svilupperanno nell’anno successivo a quello della loro formazione, pronte, che si schiudono nello stesso anno in cui si sono formate, e latenti.
Ci mostra come dobbiamo procedere per effettuare la spollonatura: con questo termine si intende l’asporto dei germogli che sono sul ceppo. I germogli, detti succhioni, vengono eliminati per evitare di impoverire la pianta che sarebbe costretta a nutrire “parti verdi” inutili, e per utilizzare al meglio le sostanze nutritive e zuccherine che invece devono essere utilizzate soprattutto dai grappoli. La quantità di germogli che si originano sul ceppo dipende da diversi fattori, quali ad esempio l’età della pianta, la cultivar, la forma di allevamento etc.
Ci spiega poi con molta precisione cosa sono i cirro viticci: in corrispondenza della foglia dalla parte opposta del ramo principale si forma un ramettino che ha la capacità di “sentire” se ci sono eventuali sostegni, e quindi si aggrappa a tutto ciò che trova: fili, rami o altro. Si passa quindi all’operazione di cimatura, che consiste nell’asportazione dell’apice dei germogli. Questa operazione è utile per evitare l’eccessivo sviluppo dei tralci. Sulla base di analisi effettuate anche con l’ausilio del carbonio 14 si è potuto rilevare che le 7 foglie immediatamente sopra al grappolo sono quelle che contribuiscono per la maggior parte al suo nutrimento, di conseguenza la cimatura può essere fatta a partire dall’ottava foglia.
E ora tocca a noi, e, muniti di cesoie, siamo pronti per effettuare le operazioni che abbiamo visto fare con mano esperta derivante da anni di studio e di lavoro sul campo (sempre sotto l’attento sguardo di Cristiano, che sommergiamo letteralmente di domande per evitare di danneggiare irreparabilmente i filari!).
Alla fine della mattinata, leggermente inzuppati e molto affamati, rientriamo nella sala degustazione della Flli Agnes dove ci viene offerta una degustazione dei loro prelibati vini accompagnati da cibi tipici dell’Oltrepo’ Pavese. Per cominciare ci viene servito un cortese, perfetto con l’antipasto leggero a base di torta salata con spinaci e mandorle e bocconcini di pane con ciccioli. Poi la leggendaria bonarda (vero fiore all’occhiello dei produttori) Cresta dei Ghiffi, ottenuta da vendemmia tardiva da uve sovramature, il Poculum, decisamente importante con un affinamento in barriques francesi di rovere, e il Millennium, bonarda di Rovescala prodotta soltanto nelle migliori annate. Intanto nei piatti si materializzano salumi e formaggi della zona.
In definitiva una bella giornata alla scoperta della cura del vigneto, per quasi tutti noi prima vera esperienza pratica nell’affascinante mondo della viticoltura.

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