Messer Brunello 2004 si presenta ai piedi del Colle Cidneo

Otto sangiovese di Montalcino, annata 2004, raccontati a più di 100 appassionati dal giornalista Franco Ziliani. Il racconto della serata organizzata da Ais Brescia a cura di Davide Bonassi

Davide Bonassi

Bissando la sala piena che poche settimane fa aveva accolto il Barbaresco, Franco Ziliani torna a Brescia per parlarci di Brunello, del millesimo 2004, e per berne alcune etichette insieme a noi.
Ma cosa è il Brunello di Montalcino? Il vino italiano di cui si è parlato e scritto di più nel mondo...insomma, indubbiamente il più noto! Scusate se è poco. Cosa deve essere il Brunello di Montalcino? Fintanto che il disciplinare non è modificato, deve essere un vino ottenuto da sole uve di sangiovese, denominato localmente “brunello”, magari del clone di sangiovese grosso BBS-11, l’unico clone a portare il nome di un produttore: Biondi Santi, famiglia che ha saputo interpretare a fine Ottocento il genius loci di questo territorio.
Inoltre, parrebbe lapalissiano, da uve di sangiovese coltivate solo all’interno dell’area riconosciuta a denominazione: il territorio comunale di Montalcino. Il recente scandalo, noto ai più con il neologismo “Brunellopoli”, non è altro che il mancato rispetto di questi due semplici assunti da parte di certi produttori. Ma perché infrangere le regole? Facciamo un passo indietro, e recuperiamo le origini di questa storia. 1967: nasce il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, a costituirlo 37 soci fondatori, di cui solo 12 produttori a marchio proprio. In tutto 65 ettari vitati. 2007: il Consorzio conta più di 250 imbottigliatori e rappresenta un vigneto cresciuto a 2000 ettari. Certamente in mezzo ci stanno 40 anni di successi, ma come fa notare Ziliani, mentre snocciola i dati relativi alle tappe intermedie di questa escalation, forse si è andati oltre. Oltre nel vitare in quadranti del territorio ilcinese, in passato lasciati alle distese boschive, via via sempre più lontani dalla zona “classica”, posta soprattutto nel quadrante settentrionale. A Montalcino non è ancora stata fatta la zonazione. Farla significherebbe creare una scala di valori, discutere della diversa vocazionalità dei molti vigneti piantati in questi ultimi decenni. Ma fin qui quisquiglie e pinzillacchere, come direbbe il Principe Antonio De Curtis. Si è andati oltre anche nell' interpretare creativamente, fortunatamente solo da parte di alcuni, le prescrizioni del disciplinare, per rincorrere quel “gusto parkerizzato” che si declina in termini di concentrazione cromatica, potenza olfattiva e pienezza di corpo. La tentazione di tagliare il vino con vini ottenuti da altre varietà, se ci si dà questo obiettivo, si fa forte. Come forte è la tentazione di aumentare i volumi di prodotto a disposizione di un mercato “che beve” con il sangiovese coltivato altrove. Il Brunello vale questa battaglia di onestà, per la chiarezza, per il rispetto delle regole fintanto che non sono modificate. E tutto questo vale nella speranza di dare sostanza a quel 96% di voti favorevoli a conservare “questo Brunello”, raccolti recentemente in seno agli associati del Consorzio.

Venendo al millesimo 2004, Ziliani testimonia di un’annata dalla maturazione ottimale in vigna, seppur in un contesto di quantità d’uva prodotta abbondante. Nella bottiglia si ritrova quindi un Brunello di pronta godibilità e dolcezza di frutto già in questa fase di gioventù. Un' annata quindi che ci regala soprattutto vini de moyenne garde, dalla capacità evolutiva piuttosto limitata, suppergiù ad un lustro da oggi.

La serata di degustazione ha quindi inizio. Gli otto vini in elenco finiscono nei nostri bicchieri con incedere sicuro e cadenzato. Ci impegneranno per oltre un'ora. Alla fine i volti dei molti presenti in sala mi appaiono rosei e dall’aspetto ben nutrito, come quello, descritto nelle Cronache Senesi, di Biagio da Monteluco, capo della resistenza all’assedio di Siena, allorquando si fece strofinare il viso col rubinoso Brunello per celare ai nemici i segni degli stenti e della fame di quel frangente.

PROSIT!

NOTE DI DEGUSTAZIONE

Tenuta Il Poggione Società Agricola
Brunello di Montalcino DOCG 2004 tit. alc. 14,50%
Rosso rubino di buona luminosità, poco coprente. Vino di giusta consistenza. Buon impatto olfattivo. Naso dolce, pulito, abbastanza complesso. Sentori di ciliegia, viola e leggera speziatura. Attacca secco, deciso, con buona freschezza. Tannino morbido, su corpo contenuto. Buon equilibrio frutto-acidità-tannino.

Col D’Orcia Società Agricola
Brunello di Montalcino DOCG 2004 tit. alc. 14,00%
Rosso rubino luminoso. Naso intrigante caratterizzato da componente boschiva e selvatica, con note di cuoio e tabacco. Buona struttura, finale terroso, asciutto, tannini ancora da evolvere, giovane. Buona sapidità.

Azienda Agricola Lisini
Brunello di Montalcino 2004 tit. alc. 14,00%
Rosso rubino vivace, buona consistenza. Naso di grande personalità, parte da note fruttate mature, vira verso la macchia mediterranea, con ricordi specialmente di ramerino, approda a sentori ematici e di cuoio. In bocca asciutto, tannino in bella evidenza, buona struttura, fresco, PAI lunga e finale incisivo.

Azienda Agricola Collemattoni
Brunello di Montalcino DOCG 2004 tit. alc. 14,50%
Rosso rubino di buona concentrazione. Vino consistente. Naso intenso, pulito, con rimandi alla confettura di ciliegie e a sentori minerali, in specie di grafite. Verticale, profondo, in evoluzione.

Gianni Brunelli Azienda Agraria Le Chiuse di Sotto
Brunello di Montalcino DOCG 2004 tit. alc. 14,00%
Colore rosso rubino vivace e coerente con il vitigno. Impatto olfattivo ricco, fine, di buona complessità. Prevalenza di profumi di dolcezza calibrata, di ginepro, alloro, spezie pungenti, e note terziarie di cuoio e sigaro toscano già sviluppate. Attacco asciutto, austero, fresco. Finale con rimandi a note terrose e di sottobosco, di interessante sapidità. Giovane, con buon potenziale evolutivo.

Azienda Agricola La Palazzina
Brunello di Montalcino DOCG Le Macioche 2004 tit. alc. 14,50%
Rosso rubino splendente. Consistente. Naso complesso, ricco di sfumature, intenso. Richiama i duroni ben maturi, il tutto ammantato di note minerali tipiche. Tannino fitto, mordente, nessuna nota amara nel finale. Persistente e pieno.

Azienda Agricola Il Colle
Brunello di Montalcino 2004 DOCG tit. alc. 13,50%
Rosso rubino da quadro rinascimentale. Naso elegante, fine, fragrante, multisfaccettato. In bocca asciutto, essenziale, tannino in evidenza, solido. Finale vibrante. Da attendere.

Azienda Agricola Eredi Fuligni
Brunello di Montalcino 2004 DOCG tit. alc. 14,50%
Rosso rubino integro. Naso solare, mediterraneo ma anche severo come si addice a sangiovese allevato in vigneti dal microclima fresco. Emergono note fruttate dolci, di ciliegia. Si aggiunge nota balsamica che ricorda la menta bianca. Bocca ricca, piena, con tannino ben presente e ancora audace. PAI lunga. Ancora giovane.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori