AAA: Amaroni a Castel d'Ario grazie all'Ais ed alla competenza di Marco Aldegheri

Marco Aldegheri, sommelier, degustatore ufficiale, relatore Ais e componente della G.E.N. Ais, è, secondo Luigi Bortolotti, uno dei massimi esperti e conoscitori della Valpolicella e per questo è stato invitato a scegliere per noi 10 etichette diverse di Amarone

Monica Mirandola

Qual è l'Amarone autentico della Valpolicella?  Quello di stampo tradizionale, svolto a basse temperature, con lungo periodo di macerazione e poi affinamento in grado di regalare un gusto originale, espressione diretta del territorio o quello moderno, a temperature controllate, che già in gioventù si mostra come un prodotto morbido e dall'accentuato carattere fruttato? Meglio la botte grande, utilizzata in gran parte dai tradizionalisti o la barrique? E' più “corretto” un Amarone quasi monovarietale (il nuovo disciplinare consente l'uso della Corvina fino ad un 95%) o uno in cui sia evidente l'utilizzo delle altre uve della zona previste? A fine serata forse qualcosa di più capiremo..ma sarebbe preoccupante se non avessimo più dubbi!

10 vini rappresentativi di 10 micro-zone della Valpolicella, seguiranno all'assaggio di un Valpolicella Superiore Ripasso Monti Garbi 2006 della Tenuta Sant 'Antonio (Mezzane di Sotto) rappresentata da uno dei titolari, Tiziano Castagneti, che ci racconta come questa sua produzione sia spesso definita all'estero come il “piccolo Amarone”, per le caratteristiche simili al blasonato vino (si presenta nei nostri calici con colore da “vino importante”, bell'impatto al naso con note di fiori secchi, frutto evoluto e sottospirito, sentori garbati vegetali e di liquirizia. Bella freschezza di bocca, tannino discretamente ruvido ma non aggressivo, prodotto non esageratamente morbido. Buona la Pai con finale leggermente amarognolo. I caratteri di questo Ripasso provengono più dalla vendemmia e dalla terra della Valpolicella che da tecniche di cantina).

Apre la rassegna degli Amaroni il Grotta del Ninfeo 2005 di Fraccaroli (S.Pietro di Lavagno), non ci soffermiamo tanto sull'impatto visivo, in quanto in tutti i vini in degustazione tonalità, vivacità del colore e consistenza sono gradevoli ma poco significativi nel confronto tra i prodotti e le zone di produzione. La frutta che si percepisce al naso, prugna e ciliegia ha i sentori da confettura, non da sottospirito come il primo vino; è accompagnata da note di fiori secchi,terriccio,funghi. Impatto limitato per essere un Amarone ma comunque elegante. In bocca è evidente la ricchezza di polialcoli, l'effetto pseudocalorico. Prodotto sicuramente impegnativo, lo confermano l'evidente sapidità che gli conferisce profondità e piacevolezza gustativa e la lunga Pai. Aspettiamolo, tra qualche anno darà sicuramente il meglio di sé.

Segue il “Moropio” 2005 di Antolini (Marano), con i sentori iniziali di ciliegia fresca che presto svaniscono lasciando spazio a note di spezie dolci come la cannella, poi chiodi di garofano, profumi tostati di caffè. Al palato è abbastanza equilibrato, appare maggiore il residuo zuccherino rispetto al precedente ma è ben bilanciato da un tannino che si fa sentire...Ha struttura meno importante del Moropio. Nel Vigneto Monte Sant'Urbano 2005 di Speri (Pedemonte), si avvertono profumi di frutto fragrante, leggera nota vegetale, cacao amaro, china, inchiostro. La struttura in bocca è importante, così come l'intensità, i tannini sono evidenti ed amalgamati col resto, la Pai infinita. L'acidità spiccata ci dà buone prospettive per il futuro.

Su consiglio di Luigi Bortolotti ripassiamo la bocca su tutta la serie, anche in abbinamento col primo piatto previsto, Risotto all'Amarone per rimanere in tema...I vini coprono il risotto, come forse c'era da aspettarsi, che rimane comunque delizioso.

Seconda serie, si comincia con l'Amarone 2005 di Allegrini (Fumane), con corredo olfattivo ampio, intenso, speziato di pepe nero e cannella, con note pseudo-balsamiche, di erbe amare e goudron. Bocca intensa ed asciutta, che fa perno su un tannino elegante e nobile, su una piacevole freschezza e decisa sapidità. E' un vino prodotto per assecondare il mercato estero più che per rappresentare il territorio. Segue un Amarone annata 2004 della Cantina di Negrar, da agricoltura biologica. Si apre al naso con ampie sensazioni floreali, soprattutto di rosa, seguite da quelle di frutta sottospirito tipica, poi liquirizia, cacao, chiodi di garofano. All'assaggio percepiamo una struttura inferiore rispetto all'Allegrini, ma è più equilibrato, ha una buona Pai e come unico neo notiamo un'eccesso di alcol gustativo. Il Camporocco  2004 dell.Az. Agricola Le Marognole (Marano) intriga il naso con sensazioni ancora differenti dai precedenti: note di frutti come ribes e lampone, ciliegia quasi da pinot nero, spezie pungenti, sfumature di terra che riportano alla mineralità del territorio. Eccesso di alcol olfattivo questa volta. Bocca giocata sulla freschezza, discrete struttura e Pai.

Ancora l'annata 2004 per l'Amarone dell'az. Guerrieri Rizzardi (Negrar). Naso che spazia dalle note di spezia dolce come la vaniglia, alla rosa canina, dai sentori balsamici, alla sottile mineralità.

Palato reso squilibrato dall'eccessiva alcolicità ma comunque strutturato con tannino ben amalgamato e gradevole, lunga Pai. Sicuramente meglio tra qualche tempo!

Nell'Amarone Le Guaite 2003 dell'Az. Dal Bosco Giulietta (Mezzane di Sotto) il corredo olfattivo si compone di ciliegie sottospirito, ribes, marasca, lieve sfumatura di alloro, poi mallo di noce a completamento di un impatto potente ed alcolico (dovuto anche all'annata calda), non fine.

Bocca di discreta freschezza, ruvida tannicità, alcolicità notevole che accettiamo in cambio di belle struttura e persistenza.

Ancora un prodotto della Tenuta Sant'Antonio, l'Amarone “Campo dei Gigli”2004: ricorda all'olfatto profumi di piccoli frutti rossi macerati, lamponi sottospirito, erbe aromatiche come il rosmarino. Palato di gran corpo, buona freschezza, tannini ben disposti ad amalgamarsi col resto nel tempo. Chiude la rassegna l'Amarone della Casa dei Bepi 2004 dell'Az. Agr. Viviani (Mazzano),con le sue note aggressive di frutta sottospirito, speziate ,vegetali di ginepro, minerali di graffite e le sensazioni di bocca legate alla freschezza più che al tannino.Finale lungo e sapido.

Sicuramente l'abbinamento col secondo piatto “Pastissada de caval con polenta di Storo” è azzeccato questa volta.

Abbiamo affrontato prodotti che seguono tre ben distinte filosofie produttive, quella che vuole un vino in cui vengano esaltati gli aromi fruttati (es. Antolini,Speri), quella che contempla un prodotto morbido e vallutato richiesto dal mercato internazionali (es. Allegrini) e infine quella propone prodotti in cui le note terziarie siano esaltate, sempre fuse col frutto (es.Viviani), una sorta di “via di mezzo” tra i due. Anche se non ci è ancora chiaro quale sia la strada autentica, l'obiettivo della serata e di tutte le serate di questo tipo organizzate dall'Ais Mantova è perseguito: ci siamo fatti un'idea su cosa ci piace di più, su quale vino sia più appropriato alla cucina che più ci appaga e su cosa significhi “vino di qualità”, vino buono, il cui prezzo in enoteca o al ristorante sia chiaramente motivato.

Grazie a Marco Aldegheri, alla sua terra e ai vini di quella terra che anche questa volta ci hanno emozionato.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori