Ais Cremona alla scoperta dei “Vins de Bordeaux Âgées”

Ais Cremona, in collaborazione con il ristorante Nuovo Maosi, ha voluto dedicare una serata ai vini del Bordeaux con la particolarità che tutti i campioni erano "âgées". I primi due vini degustati erano entrambi della zona del Médoc. Per il terzo vino ci siamo spostati a Saint-Émilion. Infine, ultima zona toccata, le Graves

Camilla Guiggi

Ais Cremona BordeauxQuando si parla di Francia e, in particolare di Bordeaux, il pensiero va subito ai grandi vini rossi, famosi per la loro eleganza e finezza piuttosto che per l'imponente struttura e potenza. Come poi non pensare ai tre vitigni canonici: Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc che concorrono al famoso "taglio Bordolese", così spesso usato per la realizzazione di moltissimi vini top prodotti un po' in tutto il mondo. Oltre a questi troviamo anche il Petit Verdot usato sempre in percentuali molto piccole, tra il 2 e il 5%, come se fosse una spezia che serve a far esaltare il bouquet del vino.

Ais Cremona, in collaborazione con il ristorante Nuovo Maosi, ha voluto dedicare una serata ai vini del Bordeaux con la particolarità che tutti i campioni erano "âgées". I primi due vini degustati erano entrambi della zona del Médoc, situata sulla riva destra dell'estuario della Gironda. Qui l'oceano e il fiume agiscono da regolatori del calore e creano un microclima ideale; il terreno è quello tipico d'affioramento, troviamo ghiaia, di varie misure, mista, in profondità, a calcare, sabbia e argilla.

Château D'Armailhac A.O.C. Pauillac 1998: 53 % Cabernet Sauv., 34 % Merlot, 11 % Cabernet Franc, 2 % Petit Verdot. L'età media delle viti è di circa 46 anni e il 20 % delle parcelle è stato piantato nel 1890. Classificato come "Cinquieme cru classé dès 1855". Il bouquet è elegante e fruttato con una leggera nota di vaniglia e di humus. Al gusto colpisce la grande freschezza e il tannino ancora vivo e presente. Avvolgente e persistente, un vino di classe con acidità "verticale".

Château Haut Marbuzet A.O.C. Saint-Estèphe 1997: Cabernet Sauvignon, in prevalenza, e Merlot; classificato come "Crus Bourgeois Exceptionnels". Al naso spiccano note tostate e sentori terziari di evoluzione, come cacao e cuoio, in sottofondo si notano anche tocchi agrumati come il chinotto. In bocca è balsamico, con una bella freschezza e tannini setosi.

Per il terzo vino ci spostiamo a Saint-Émilion, posizionato su un altopiano sulla riva destra della Dordogna. Il clima è più continentale rispetto a quello del Médoc e le escursioni termiche sono più nette.

Château Belair A.O.C. Saint-Émilion 1994: 70% Merlot, 15% Cabernet Sauv, 15% Cabernet Franc. Le viti hanno circa 35 anni, l'affinamento avviene per 1/3 in barrique nuove e per 2/3 di secondo passaggio; classificato come "Premier Grand Cru Classé classe B". All'olfatto si percepiscono note cupe, piccoli frutti a bacca nera e sfumature dolci quasi cipriate. In bocca è elegante e discreto.

L'ultima zona toccata in questo viaggio è quella del Graves che si trova sulla sponda sinistra della Garonna; i terreni sono ghiaiosi e verso sud quest'ultima si mischia a calcare, sabbia e argilla.

Château Carbonnieux A.O.C. Pessac- Léognan 1994: Cabernet Sauvignon e Merlot. È una delle più antiche tenute nella regione di Bordeaux, fondata nel XIII secolo dai monaci benedettini dell'Abbazia di Sainte-Croix. Nel 1956, Marc Perrin acquistò lo Château, che divenne "Cru Classé nel 1959", per i suoi vini rossi e bianchi. Al naso spiccano note balsamiche, di mallo di noce, di pietra focaia e quasi di brace. Il tannino è ben presente, nonostante l'età, così come la freschezza.

Concludendo si può dire che tutti i vini avevano, come filo conduttore, un'estrema eleganza e una grande beva ; il titolo alcolometrico volumico di tutti e quattro i campioni era di 12,5, una gradazione che oggi potrebbe far sorridere.

A fine serata lo chef Ciceri Alberto ha proposto un risotto al radicchio rosso che tutti i partecipanti hanno gradito, potendo così apprezzare i vini in continua evoluzione, con le loro mille sfaccettature.

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