Domenico Clerico e il “suo” Barolo ospiti di Ais Lodi.

La sempre più attiva delegazione AIS di Lodi ha creato una nuova intrigante occasione per esplorare il pianeta del vino, portando in città un uomo che difficilmente lascia la sua terra e, soprattutto, la sua vigna. Uno dei più rinomati produttori di Barolo.

Raffaella Ceruti

Dopo la mondanità di Angelo Gaja, nella degustazione della scorsa primavera, l’umiltà e la semplicità di Domenico Clerico che ha scaldato una platea di appassionati e professionisti con una straordinaria verticale di Barolo “Ciabot Mentin Ginestra” annate 2007/2005/2004/2001/1999.

Questa volta non ci soffermeremo sui vini, non hanno bisogno di elogi, recensioni o spiegazioni. Questi sono vini che bisogna degustare! Con lentezza, magari accompagnandoli con un fumante brasato in una di queste domeniche autunnali, quando è così bello ritrovarsi in famiglia per riscoprire sapori e profumi lontani nel tempo. Ha fatto “compagnia e abbinamento” ai grandi “BAROLI” di Clerico, il grande“ LODIGIANO “ del caseificio Zucchelli, espressamente richiesto dal protagonista della serata, che aveva già avuto occasione di degustare questo ottimo grana DOP, grande espressione del nostro territorio. E sempre per restare “sul territorio “ in dono agli ospiti una sempre gradita ceramica della “VECCHIA LODI” della ditta Pisati. I vini di Domenico si bevono così, perché solo così si riesce a sentire anche la sua mano di “contadino”, che parla con la sua vigna, che la cura e la rispetta ricevendone in dono un frutto che sapientemente trasformato ci ritroviamo nel bicchiere con tutta la sua opulenza.

Era il 1976 quando Domenico abbandona la carriera di agente di commercio per entrare nell’azienda paterna, ponendo una sola condizione: si sarebbe dovuto produrre vino. Una scelta difficile per l’epoca, quando era più semplice e redditizio conferire le uve, ma Domenico non è certo uno che si spaventa. Da ragazzo, di nascosto dai suoi, andava in vigna a diradare i grappoli, intuendo ben prima di molti altri quanto fosse importante questa pratica per migliorare la qualità dell’uva. Il tempo ha dato ragione a quel ragazzo, e ora la sua cantina produce 110.000 bottiglie all’anno tra Barolo, Barbera e Langhe rosse. Se ci hanno ottimamente impressionato i suoi vini, ancor più ci ha impressionato la sua persona e la sia umanità. In questa serata lo hanno accompagnato due giovani collaboratori: Gianmatteo Raineri, l’enologo dell’azienda e Luciano Racca, export sales manager, oltre a loro una graditissima sorpresa: l’astronomo Enzo Zappalà. Lo scienziato, grande amico di Domenico, ha al suo attivo oltre 250 pubblicazioni sulle maggiori riviste scientifiche internazionali, è studioso del sistema solare e in particolare dei corpi minori come comete e asteroidi e può vantare un asteroide che porta il suo nome: scoperto in Arizona è stato nominato 2813 Zappalà. Grande appassionato di vino e wine-blogger, ha presentato il suo nuovo libro “Vite in fermento”, presentando l’amico Domenico con alcune toccanti pagine del suo libro. Un’altra serata da ricordare per l’ AIS di Lodi e i suoi simpatizzanti. Un ringraziamento a tutti i partecipanti e un arrivederci alla prossima degustazione.

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