Enologi per un giorno. Quando l’innamoramento per il Franciacorta diventa un grande amore

L’enologo dell’Arcipelago Muratori, Andrea Buccella, il 12 marzo ha preso per mano i sommelier di Ais Monza e Brianza e li ha guidati in un percorso sensoriale attraverso le tappe della vita del Franciacorta. Sul tavolo tre coppie di vini provenienti dalla tenuta di Villa Crespia

Paola Brambillasca

Enologi per un giorno - Ais Monza e Brianza e Villa CrespiaSi dice che per amare davvero una persona si debba conoscere e comprendere il suo passato, la sua storia. E' il colpo di fulmine che fa innamorare due persone ma è l'esperienza, la confidenza fisica, di odori e di gesti che porta alla nascita del sentimento dell'amore. Che è un qualcosa di più dell'innamoramento.  Ecco allora che in una serata di metà marzo a Misinto i sommelier di Monza hanno capito quanto questa esperienza possa essere vissuta anche nell'approccio a un vino. Il Franciacorta fa innamorare, le bollicine travolgono e pizzicano in modo malizioso le narici e il palato, la sapidità e l'acidità cullate dalla bassa temperatura invogliano a continuare a versare un calice dopo l'altro. Se però si va oltre, se ci si ferma e si dedica del tempo alla conoscenza di questo straordinario prodotto allora l'innamoramento può diventare vero amore.

L'enologo dell'Arcipelago Muratori, Andrea Buccella, ha permesso questo: il 12 marzo ha preso per mano i sommelier di Monza e li ha guidati in un percorso sensoriale attraverso le tappe della vita del Franciacorta. Sul tavolo tre coppie di vini provenienti dalla tenuta di Villa Crespia, la prima composta da due vini base di due zone della Franciacorta differenti, la seconda degli stessi due prodotti rifermentati e la terza coppia di prodotti finiti. Ai sommelier il compito di riconoscere nei calici l'evoluzione dal vino base che in un caso si è trasformato in un dosaggio zero e nell'altro in un brut.

La prima peculiarità da individuare è stata la zona di provenienza del vino base. In un caso, quello della provenienza dalla zona di pianura i profumi erano molto freschi, di frutta acerba. In bocca una grande acidità. Nel caso del vino base nato da uve raccolte in collina i profumi, invece, erano leggermente più evoluti e le note agrumate permettevano di distinguere un vino dall'altro. Anche in bocca l'acidità era leggermente più contenuta, forse anche grazie al breve passaggio in legno che con grande attenzione si riusciva a ritrovare anche nei profumi.

La seconda coppia di vini, interessati dalla prima rifermentazione, erano più difficili da distinguere. Con il passare di qualche minuto, grazie a un leggero aumento della temperatura nel bicchiere il prodotto della zona collinare ha sprigionato piacevoli note agrumate svelando l'origine morenica. Il prodotto della pianura, invece, confermava le note di mela acerba e la grande acidità e freschezza in bocca ritrovati precedentemente nel vino base.

La terza e ultima coppia di vini era più semplice da indovinare e, paradossalmente, erano più riconoscibili se associati ai vini base che alla prima rifermentazione.

Il clima in sala era di grande interesse e anche l'enologo Andrea Buccella ha saputo guidare con grande consapevolezza e professionalità i sommelier alla scoperta della storia dei prodotti dell'azienda. In particolare l'attenzione si è focalizzata sul dosaggio zero, fiore all'occhiello dell'Arcipelago Muratori, "si tratta del miglior modo di esprimere il nostro territorio- ha spiegato l'enologo Buccella -. Il dosaggio zero non permette modifiche e correzioni e comunica chiaramente le origini e, soprattutto, il terroir".

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