Franciacorta, Bellavista e...Gualtiero Marchesi

Racconti dalle delegazioni
21 dicembre 2006

Franciacorta, Bellavista e...Gualtiero Marchesi

Il resoconto della giornata in Franciacorta, presso l'azienda Bellavista prima ed il relais Albereta di “Gualtiero Marchesi” poi, della delegazione Ais di Mantova

Monica Mirandola

Il territorio della Franciacorta è situato nella provincia di Brescia tra il lago d'Iseo e l'inizio della pianura Padana. Si estende a partire da oriente dalle colline moreniche fino alla sponda sinistra del fiume Oglio, che ne delimita il confine occidentale. A nord si apre un anfiteatro morenico formatosi all'epoca della glaciazione,per opera della lenta azione dei ghiacciai che scendevano dalla vicina valle Camonica, portando quel miscuglio di ciottoli, limo e sabbia che ha donato alla Franciacorta un terreno fertile e perfettamente favorevole alla coltivazione della vite.
Un clima temperato e ventilato è assicurato dalle correnti che scendono dalla valle, mitigate dalle acque del lago. Tutto questo,insieme all'influenza ed al lavoro dell'uomo,ha reso questa zona vocata alla produzione di grandi vini,soprattutto spumanti “metodo classico”,che vengono qui prodotti a partire dalla fine degli anni '60.

Sul significato del nome si sono formulate varie ipotesi,anche fantasiose, ma la più accreditata sembra sia quella che riconosce le origini del termine nelle “francae curtes”, piccole comunità di monaci benedettini che durante il Medioevo erano esentati dalle tasse a patto che lavorassero i terreni a loro affidati.

Grazie all'Ais di Mantova abbiamo visitato a Erbusco la cantina BELLAVISTA .

Alberto Chioni, Brand Manager ci conduce nelle cantine a scoprire i segreti del successo dell'attività nata nel 1977 dalla volontà di Vittorio Moretti. La filosofia dell'azienda e' orientata non solo alla qualità dei propri prodotti,dai bianchi fermi “Terre di Franciacorta” ai piu' famosi Brut metodo classico,ma alla COSTANZA QALITATIVA, ottenibile grazie alle possibilità di scelta e combinazione di 4 variabili:

  • i vigneti,sono centinaia quelli coltivati nelle zone collinari e pedecollinari intorno all'azienda;

  • i vitigni, prevalentemente chardonnay(normalmente dà vini eleganti con un bouquet che fonde insieme note fruttate e floreali),pinot nero(esprime forza,corpo e struttura) ed in parte minore pinot bianco(esprime sapidità e gradevole acidità);

  • la fermentazione in acciaio o legno (solitamente i vini base fermentano per il 35% in botti e per il restante 65% in acciaio);

  • le frazioni di pigiatura soffice (i vini migliori escono dalle prime tre su cinque prodotte).

    Chioni ci spiega come l'uso del legno risponda ad un approccio tradizionale e naturale,in quanto il vino riposa nelle barrique per stabilizzarsi,durante la fase di micromacerazione ,non per assorbire i tannini ed i profumi tipici del legno,se non in modo molto delicato.

    La risultante dalla combinazione ottimale di queste alternative ,unita alla lenta rifermentazione sui lieviti in bottiglia ,porta alla produzione di vini dalle caratteristiche e dalle proprietà veramente particolari. E non a caso dal 2003 con il termine Franciacorta non si designa più solo il nome di un luogo,di una DOCG,di un metodo di produzione, ma anche il nome di un vino: in etichetta si puo' utilizzare unicamente il termine Franciacorta ,senza altra aggiunta.

    Dopo la visita nei locali sotterranei dove abbiamo visto riposare migliaia di bottiglie e dove abbiamo avuto da Chioni ottime delucidazione sulle varie fasi del metodo classico,abbiamo ritrovato le nobili bollicine.... direttamente nel flut!

    Abbiamo degustato prima il vino base, un Terre di Franciacorta Bianco D.O.C. 2003.
    Composto da uve chardonnay e pinot bianco che si presenta con un colore brillante, giallo paglierino e con profumi intensi di fiori, frutta bianca e leggera nuance data dal legno nel finale olfattivo; il gusto conferma queste sensazioni, e' fresco al punto giusto ed elegante.

    Poi degustaiamo il Bellavista Gran Cuvée Brut 2002, che nasce dall'ottima annata e dalla mano esperta di Mattia Vezzola,l'enologo nonché general manager dell'azienda. Il colore e' giallo paglierino brillante,il perlage finissimo e persistente;al naso ci conquista per la sua grande eleganza e complessità degli aromi,che spaziano dalle mandorle agli agrumi, dalla salvia ai lieviti, alle note delicate di fiori bianchi e di vaniglia ed altro. Al palato e' ricco, fresco e fragrante, setoso,esprime un carattere armonico e fine. Qualità che saranno apprezzate ancor di piu' tra un paio d'anni. Da far tremare i “cugini d'oltralpe”......

    Il nostro “viaggio” enogastronomico tra i paesaggi di Franciacorta non finisce qui, ma a tavola in uno dei piu' rinomati ristoranti del Paese, il relais Albereta di “Gualtiero Marchesi”.

    Eccellenti il servizio, la qualità delle proposte, il posizionameto dei tavoli nel verde del relais.

    Come antipasto viene servita una “insalata di gamberi allo zenzero”, un piatto particolarmente fine con una fusione perfetta tra la delicata tendenza dolce dei gamberi e le sfumature aromatiche date dallo zenzero. I sapori e gli aromi sono perfettamente esaltati da un Franciacorta Bellavista Cuvée Brut D.O.C.G. .
    Nasce dall'unione di 35 selezioni, le uve utilizzate sono l'80% chardonnay e pinot nero per il restante 20%. Effervescenza importante; profumo intenso e persistente, note di agrumi, ananas,nocciola. In bocca si confermano le sensazioni agrumate e tostate. Finale intenso e persistente. Di grande eleganza.

    Segue il primo piatto,il fiore all'occhiello di Marchesi, il famoso riso oro e zafferano. E “bollicine” a fiumi.... E’ un piatto capolavoro a vedersi. La lamina di polvere d’oro vero è intrigante e dona luce e sontuosità ad un riso picchiettato da splendidi pistilli di zafferano. Perfetta fusione dei sapori anche in questo caso.

    Col secondo, un ”filetto di manzo in crosta servito con patate arrosto”, viene versato un rosso di Bellavista, il Cortefranca 2002, composto da uve cabernet sauvignon, merlot, nebbiolo e barbera e alla fine,con il dolce, un “tortino alle mele con salsa di vaniglia”, un moscato d'Asti La Morandina, 2005.

    Siamo pronti per rientrare a Mantova, per fortuna in pullman, le bollicine mettono sempre allegria, rendono il clima gioviale,amichevole. Lasciamo questi splendidi paesaggi, torniamo nella nostra nebbia padana portando con noi però una nuova esperienza: abbiamo visto,capito, toccato con mano una grande realtà spumantistica italiana. Anzi abbiamo conosciuto una parte della Franciacorta.
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