i Vini di Allegrini

La serata di Ais Mantova dedicata ai vini dell'azienda della Valpolicella Allegrini con la presenza il Signor Marini, responsabile delle vendite.

Diana Setti

Famiglia AllegriniVenerdì 4 febbraio il nostro delegato Luigi Bortolotti ha organizzato all'Edelweiss di Casteldario una significativa degustazione di alcuni vini dell'azienda Allegrini. 

Cantina storica della Valpolicella con sede in Fumane,  Allegrini è  presente sin dal 1500 in questa piccola località della Valpolicella Classica. 

Intorno agli anni '70 l’azienda compie un grande balzo produttivo, grazie all'ingegno e alle capacità di Giovanni Allegrini, padre degli attuali proprietari, Franco e Marilisa. Giovanni Allegrini è stato tra i primi a mettere in discussione la viticoltura locale stravolgendo le abitudini consolidate ed introducendo un nuovo concetto di qualità. In particolare nel 1979, per la prima volta in Valpolicella, decide di produrre un vino da un unico  vigneto utilizzando l'uva autoctona Corvina  proveniente dal vigneto " la Grola" affermando in Valpolicella il concetto di "cru".

La “Grola”  è un podere dove il terreno calcareo ed asciutto di origine vulcanica e alluvionale, la esposizione al sole, l'ottima ventilazione, l'influenza positiva del Lago di Garda danno luogo ad un microclima  ideale per la combinazione Corvina - Rondinella.

Appena sopra “La Grola” si estende “La Poja”: un vigneto di circa 2,5 ettari piantato nel 1979 proprio con l'intento di sperimentare la potenzialità dell'uva Corvina che, nel vino La Poja, viene vinificata in purezza. “La Poja” gode di un microclima molto particolare: ha un'esposizione ottimale nell'intero arco della giornata, una costante ventilazione ed un terreno quasi esclusivamente calcareo. Con questo vino, per la prima volta,  viene sfatato il luogo comune  che i grandi rossi da uve tradizionali veronesi, dovessero essere rappresentati soltanto dall’amarone cioè da una tipologia aiutata dall’appassimento. “La Poja” è infatti un vino prodotto nello  stile  dell' amarone  ma senza applicare la tecnica dell’appassimento utilizzando uva lasciata in vigna per un periodo più lungo e quindi leggermente sovramatura e appassita.

L'Amarone prodotto dall’azienda ha origini più vecchie, il primo risale al 1950. Nel rispetto del concetto di qualità  è stato studiato attentamente il processo di appassimento delle uve con la collaborazione dell'istituto enologico di  San Floriano; nel centro di appassimento voluto e costruito da Giovanni Allegrini  si è  perfezionata la tecnica dell'appassimento  adottando un corretto grado di ventilazione e di umidità per ottenere uve perfettamente sane.

Dal 2001 la famiglia Allegrini si è cimentata in una nuova sfida, quella di provare ad applicare il proprio concetto di qualità in una terra in cui non era mai approdata: la Toscana.

A Bolgheri ha preso forma e vita “Poggio al Tesoro”, l'azienda di circa 70 ettari è dislocata su tre appezzamenti, due dei quali nel territorio di Bolgheri  e uno nel comune confinante di Bibbona. Il territorio è di bassa collina.

A Bolgheri la sfida di Allegrini è stata quella di riuscire a  produrre vini di qualità  mantenendo le caratteristiche di “freschezza e bevibilità “ anche in una zona dove il clima molto caldo  facilita la produzione di vini molto caldi e talvolta pesanti.

 

I vini  prodotti a “Poggio al Tesoro” sono cinque, degusteremo il “Sondraia”  (ottenuto da un taglio di cabernet sauvignon, merlot e cabernet franc)  in quanto ritenuto il più rappresentativo.

Nel 2004 la famiglia Allegrini ha acquistato un’azienda a Montalcino,  “San Polo” , dove si produce Brunello con 8 ettari di vigna coltivata con il sistema biodinamico.

Iniziamo la nostra degustazione , guidata da Luigi Bortolotti , con i primi tre vini che sono il “Palazzo della Torre” prodotto  a partire dagli anni 60;  come "la Grola" anche " il Palazzo della Torre" può essere definito una sorta di "cru" perché è un vigneto piantato attorno all'antica  villa della torre da cui appunto prende il nome.  In origine questo vino nasce come un Valpolicella ripasso, ma nel 1997  Franco Allegrini , enologo della cantina,  ha introdotto una tecnica diversa : anzichè ripassare il valpolicella sull’uva esausta dell’amarone,  si procede a rifermentare il vino con il 30% della stessa uva fatta appassire per due mesi e mezzo.  In pratica il vino ottenuto può essere definito un “amarone al 30% “, infatti ha caratteristiche che ricordano l’amarone ma presenta una maggiore “bevibilità”  perché meno alcolico grazie al minor grado zuccherino.

All’esame visivo presenta le caratteristiche tipiche della Valpolicella con una intensa concentrazione di colore, al naso percepiamo profumi di cacao e di frutto nero,  mentre al  gusto è  molto morbido,  con un tannino nobile ma vigoroso,  ritornano le note di cacao , di tabacco e di  frutto rosso con una bella amalgama tra le  sfumature speziate e il frutto. La mineraltà è evidente.

Il secondo vino è il Brunello 2005. Il dottor Marini ci spiega che  il vigneto si trova nel versante sud ovest di Montalcino a 450 metri di altitudine. Zona con escursioni termiche giornaliere non indifferenti quindi vino con buona acidità ma anche buon grado zuccherino per la calda temperatura del giorno.

Il vino si presenta di un colore rosso rubino tenue, il profumo,  caratteristico del vitigno , denota grande eleganza,  percepiamo  sentori di tabacco, di speziatura dolce, ma ritorna anche in questo vino la mineralità . Troviamo una nota salmastra che è tipica dei “grandi Brunelli”. Anche in questo vino si rileva la volontà di ricercare  la tipicità del vitigno e del terriotorio, il tutto giocato sulla modernità e l’eleganza. In bocca il tannino è evidente ma molto morbido, piacevolissima l’acidità.

Il terzo vino è il Sondraia 2007 ,  molto speziato al naso , una concentrazione straordinaria del cabernet dove si percepisce la nota tipica della zona di Bolgheri . Grande  esuberanza gusto- olfattiva espressa con  notevole eleganza. Tannini perfettamente integrati,  ampio e persistente: qualità assoluta in questo vino.

Come primo piatto viene servito uno speciale risotto all’amarone cucinato in modo eccellente dallo chef Matteo. Si passa poi al “guanciale con polenta di storo” mentre vengono versati nei calici i successivi vini in degustazione che sono:

La “Grola” ottenuto da uva corvina per l’80%  e syrah per il restante 20%.. Vino più austero rispetto al Palazzo della torre.  Maggiormente speziato al naso, al gusto si percepisce l’identità dell’azienda: la freschezza ben amalgamata con il tannino . Vino molto persistente.

L’Amarone 2006 dai profumi tipici,  caldo, possente ma molto equilibrato grazie alla freschezza e all’assenza di zuccheri che ancora una volta lo rendono di una “bevibilità”  eccezional”.

Per ultimo viene degustato “La Poja 2005” ottenuto dalla corvina vinificata in purezza e   vendemmiata in leggera sovramaturazione. Vino molto elegante , presenta un profumo  ricco di sfumature, con note di frutti rossi e di viole appassite,  sentori di spezie piccanti, cannella e cioccolato,  dal gusto caldo, morbido e molto persistente.  Vino estremo, vivo ed esuberante in grado di coniugare forza ed eleganza e di esaltare la ricchezza dei profumi.

Luigi evidenzia la capacità dell’azienda di mantenere l’identità del prodotto collegata con il territorio. In ogni vino degustato notiamo che il vitigno si esprime con la propria identità .

 

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