Le eccellenze del Bordeaux e della Toscana

Racconti dalle delegazioni
06 settembre 2018

Le eccellenze del Bordeaux e della Toscana

Grandissimo appuntamento venerdì 31 agosto al ristorante “Masseria” di Mantova, dove si è tenuta una degustazione straordinaria con i grandi Bordeaux francesi e le eccellenze toscane di Bolgheri e Suvereto

Andrea Grillo

Un’occasione unica per apprezzare alcune tra le migliori produzioni al mondo di una tipologia di vino amata da tutti gli appassionati. L'approfondimento è stato guidato dal delegato di Mantova, Luigi Bortolotti. Protagonisti dunque merlot, cabernet franc e cabernet sauvignon, magistralmente coniugati in otto diverse etichette.

Di questi vitigni si è potuto tra l’altro saggiare le incredibili capacità evolutive, grazie alla presenza di annate che tornano indietro fino agli inizi degli anni 80. Bottiglie uniche, pressoché introvabili sul mercato.

AIS Mantova Grandi Vini

Apertura tutta italiana, con il Trento DOC Altemasi Brut 2013, cremosità e pulizia che accarezzano il palato e lo preparano a ciò che seguirà. Nel primo confronto fra le annate dei rossi più recenti il Domaines Barons De Rothschild 2011 si contraddistingue per una raffinatezza quasi femminile, mentre il Guidalberto 2010 sprigiona sentori nostrani di erbe mediterranee ed in bocca sorprende incredibilmente per equilibrio e persistenza. Più energico, sia al naso che al gusto, il Petra 2008, certamente il vino più muscoloso della serata, in virtù della sua notevole potenza alcolica. Si procede poi passando per il Sassicaia 2012, con note di sottobosco e fungo porcino che arricchiscono i sentori mediterranei dominati dal ginepro. Qui le complessità olfattive e gusto-olfattive cominciano ad imporsi con decisione maggiore, impreziosite da un'eleganza che trova piena espressione nel Lupicaia 2001. Le sue note balsamiche e l'incredibile persistenza aromatica sono un invito a tornare continuamente sul bicchiere, mentre i minuti passano e consentono al vino di aprirsi e aggiungere espressioni sempre nuove al ventaglio dei profumi. Maturità pienamente raggiunta, ma che, senza dubbio, sarà in grado di esaltarsi per molti anni ancora prima di cedere al declino. Si torna poi in Francia compiendo un ulteriore salto all'indietro di dodici anni per arrivare allo Chateau Clerc Milon Baron Philippe 1989. Qui tenui sfumature ossidative non offuscano personalità ed eleganza gustativa, mentre al naso affiorano note sempre più accattivanti di curcuma e tamarindo.

AIS Mantova Grandi Vini

Gli ultimi due calici regalano al fortunato assaggiatore emozioni uniche, grazie anche al perfetto stato di conservazione. Lo Chateau Latour Martillac Grand Cru Classé 1985 è semplicemente mozzafiato nel bouquet ricco, in cui piccoli frutti rossi maturi lasciano spazio alle note più evolute di caffè, tabacco e goudron. Al palato poi è vivace: insospettabile freschezza e tannini di seta, ingentiliti dalla lunga evoluzione in bottiglia. Non è da meno lo Chateau Mouton Rothschild 1er Grand Cru Classè 1983 che forse più di tutti permette di focalizzare come l'eleganza dei Bordeaux francesi raggiunga apici difficilmente superabili, se confrontata con le affini produzioni italiane. Chiusura tutta francese con il Sauternes Chateau La Tour Blanche 1er Cru 1997. Grandissimo prodotto, ampio al naso, dove emergono sentori piamente eterei di lacche e cera d'api. In bocca la grande freschezza fa da perfetto contrappeso al residuo zuccherino: equilibrio allo stato puro. A riprova di come sia necessario concedere tempo ai Sauternes, affinché gli anni di affinamento in bottiglia permettano di esprimere tutto il potenziale di questo grande prodotto, rendendo giustizia alle sue indiscusse qualità.

Degustazione di livello superiore, con bottiglie uniche per qualità, eleganza ed evoluzione. È il caso di dirlo: fortunato chi c'era!