Tommasi. Amarone da Belle Époque

Il '900 cambiò per sempre il volto della storia umana; voglia di vivere e godere in un risveglio di cambiamenti culturali nell'arte, nella scienza e nella tecnica. In questa atmosfera, Piergiorgio Tommasi, dall'accento "esotico", si racconta nella serata organizzata da AIS Como l'11 febbraio scorso.

Gabriella Grassullo

Il 1902 segna l'inizio dell'attività viticola della Famiglia Tommasi a Pedemonte. Sono 105 gli ettari di proprietà nella zona classica e storica della Valpolicella, un terreno a nord-ovest di Verona tra pianura, monti Lessini e Lago di Garda. Un'incanto  paesaggistico, ma soprattutto ad alta vocazione alla vite, parliamo di Conca d'Oro, di Groletta e Cà Florian. Si trovano terreni magri per vini più eleganti e terreni più ricchi per vini più corposi.

La famiglia Tommasi è alla quarta generazione e oggi, con una serie di investimenti nelle zone più vocate alla viticoltura ha esteso l'attività in Toscana, Puglia e in Oltrepò Pavese. Sono in nove ad operare in ruoli differenti, conducendo con il massimo impegno e passione la "grande" attività, che oggi esporta i prodotti in quaranta Paesi. 

Membri dell'Associazione "Famiglie dell'Amarone d'Arte", lavorano per la difesa del prodotto e i suoi costi contenuti, oltre ad avere recuperato l'antica Enoteca locale. Il 1953 vede la nascita della prima etichetta di Amarone: uve corvina per la forza, l'acidità e l'appassimento - il 1992 è stato l'anno in cui si è definita la differenza di varietà dell'uva corvina dall'uva corvinone -  la rondinella per la fragranza del frutto dolce, e la molinara, un po' in abbandono, ma degna di nota per la sua sapidità. Le uve da Amarone vengono selezionate a mano per opera dello zio settantacinquenne, sostano in fruttaio ad una temperatura di 12°gradi e un'umidità del 70/80% per crirca 100 giorni.

Se l'origine dell'Amarone, figlio del Recioto, è stata un'errore o una dimenticanza - "è scapà" pensò quel vinificatore 70 anni fa - nessuno avrebbe poi mai immaginato al suo successo mondiale.

Ais Como - Serata dedicata ai vini dell'azienda Tommasi della Valpolicella

Ricca la degustazione, a partire dal Valpolicella Doc 2014 con parte di uve oseleta che, nonostante l'annata, ha sorpreso per la fragranza e il corredo fruttato; il Rafaèl Valpolicella Classico Superiore Doc 2013, nome del cru di una vigna storica, lo "aspettiamo" dal punto di vista ofattivo, intenso nel suo colore rubino, giovane ma già ci comunica il suo carattere pieno e complesso; Ripasso Valpolicella Classico Superiore Doc 2013, rifermentato sulle bucce di Amarone a 27° gradi per dieci giorni, ci offre un colore molto profondo, l'olfatto è gentile di frutta in confettura, pieno e vellutato, già equilibrato seppur giovane; Amarone della Valpolicella Classico Docg 2012, bel granato, leggermente chiuso al naso, esprime morbidezza ed equilibrio; Amarone della Valpolicella Classico Docg 2007, belle le sfumature mattone, intenso il naso di funghi, muschio, prugna, manca ancora di equilibrio per la giovinezza ma ci offre lunghezza e persistenza; Fiorato Recioto della Valpolicella Classico Docg 2013, quasi inchiostro il colore, anche in questo vino gli aromi si fanno attendere, amabile, fresco, note di ciliegia nel finale.

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