Valle del Rodano

“Au revoir à l'année prochaine” così l’Ais Cremona conclude il suo tour enologico nella Valle del Rodano. Quattro giorni molto intensi iniziati con una cena nel famoso restaurant...

Camilla Guiggi

“L'AUBERGE DU PONT DE COLLONGES-PAUL BOCUSE”, 3 stelle MICHELIN, un mito per tutti gli amanti della cucina stellata di alto livello

Il primo giorno è iniziato con la visita ad una piccola cantina a conduzione familiare DOMAINE CLUSEL-ROCH situata nel comune di Ampuis. Brigitte Roch ci accoglie e orgogliosa ci mostra le sue vigne. Il vigneto “Les Grandes Places” rappresenta il Cru dell’azienda ed è costituito da piante di circa 65 anni. L’azienda lavora con metodo biologico, e quasi tutte le operazioni, in vigna, vengono eseguite manualmente. Cinque ettari di vigne : mezzo ettaro a Condrieu e i restanti in Côte Rotie. Ben sedici gli assaggi eseguiti tra bianchi, rossi e un rosato. I prelievi da botte hanno dimostrato grande stoffa e carattere, ma “Les Grandes Places 1999” è risultato il migliore con la sua complessità.
Dopo la pausa pranzo appuntamento a DOMAINE GEORGES VERNAY a Condrieu un Domaine familiare. Christine Vernay, la terza generazione ad occuparsi della cantina, ci racconta come il nonno e poi soprattutto il papà, a partire dal 1953, sono stati i pionieri nella ripresa dell'appellation Condrieu. Il Domaine Georges Vernay è situato nel cuore delle colline a nord della Valle del Rodano. L’azienda possiede 12 ettari così distribuiti : otto ettari nell'appellation Condrieu, 2,5 ettari, nell'appellation Côte Rôtie e 1,5 ettari nell’appellation Saint Joseph. Georges Vernay fu il primo a utilizzare il castagno al posto del rovere per l’affinamento dei vini.

La seconda giornata ci ha portati a visitare DOMAINE MARC SOREL a Tain Hermitage, piccolo produttore che per filosofia vinifica le sue uve con metodo biologico per non interferire con il“ vero gusto del vino”. Ogni parcella è vinificata e affinata separatamente per poter così rispettare il più possibile l’età delle vigne e le caratteristiche del terroir. Tra le varie annate e tipologie assaggiate, dopo un po’ di imbarazzo e timidezza iniziale, Marc Sorel ha stappato una bottiglia di “Hermitage Les Rocoules 1999” a cui Robert Parker a dato 93 punti, un Syrah in purezza che regala tutta la speziatura,le note minerali e i sentori terziari di cui è capace il vitigno.
Ma la mattinata non è ancora finita e si riparte per visitare DOMAINES PAUL JABOULET AÎNÈ a Chateauneuf-sur- Isère. Una maestosa e imponente cantina completamente scavata nel tufo. La Cava fu costruita nel 121 a.C. dai Romani,ed è stata usata, fino al 1886, per estrarre pietre arenarie per costruire una serie di monumenti nazionali come le cattedrali di Romans, Valence e St. Antoine l'Abbaye.
Dal 1930 fino al 1992, le gallerie della cava di Châteauneuf sur Isère sono state utilizzate per la coltivazione di funghi champignon e durante la seconda guerra mondiale, le stesse furono occupate dall'esercito tedesco. Nel 1992 La Maison Paul Jaboulet Aînè decide di acquistare la cava, per l’affinamento della maggior parte dei suoi vini. Tra i vari vini degustati una nota di riguardo va fatta “Hermitage La Chapelle 1998”,ottenuto da vigne di Syrah di 40/60 anni allevate a gobelet, a cui Parker dà 90 punti.
Per concludere la giornata non poteva mancare la tappa da CHAPOUTIER a Tain l'Hermitage. L'azienda è stata passata di padre in figlio e nel 1977 Max Chapoutier si è ritirato e ha lasciato la gestione dell’azienda ai due figli: Marc e Michel. Marc ha continuato a gestire il business e la distribuzione, mentre Michel ha assunto la responsabilità per le vigne e la cantina. Il miglioramento in termini di qualità è da attribuire,in gran parte, a Michel Chapoutier che ha optato per le basse rese, ed l’abbandono dei lieviti selezionati. Il Domaine successivamente ha sposato completamente la biodinamica. In cantina, le uve vengono completamente diraspate, c’è un controllo meticoloso della temperatura durante la fermentazione,a cui segue un lungo periodo di contatto mosto-vinacce e ogni terroir viene vinificato separatamente. Tra i vini in degustazione troviamo “Ermitage Le Pavillon 2001” 100% Syrah che ha ottenuto punteggi molto alti in tutte le guide per la sua esplosione di cassis, sentori di foxy, spezie e lunga PAI.

L’ultimo giorno è dedicato a CHÂTEAU LA NERTHE a Chateneuf du Pape. Il terroir a La Nerthe è quello tipico della regione, 90 ettari di vigneto si estendono lungo un pendio intorno allo château, le viti affondano le loro radici in terreni sabbioso-argillosi coperti da uno strato di galets, pietre rotonde che assorbono il calore durante il giorno e lo cedono durante la notte. Nei vigneti troviamo tutte le tredici varietà ammesse nello Châteauneuf. Per i vitigni a bacca rossa troviamo una predominanza di Grenache (62%), Syrah (18%), Mourvèdre (15%) e Cinsaut (4%), e il restante 1% vitigni minori. Tra i vitigni a bacca bianca, il 32% è rappresentato da Roussanne, il 28% Clairette, 24% Bourboulenc e il 16% Grenache Blanc. I grappoli vengono raccolti a mano, con particolare attenzione all’epoca di maturazione per sfruttare al massimo il potenziale aromatico di ogni vitigno. Sette i vini degustati tra bianchi, rossi e un Tavel, il rosato locale.
Tra i rossi “Châteneuf du Pape Cuvée des Cadettes 1999” a cui Parker a dato 91 punti.
Più di quarantacinque i vini degustati, una visione completa della Valle del Rodano, sia settentrionale che meridionale, e un approfondimento sui vitigni Syrah, Grenache e Viognier. Un tour che rimarrà impresso nella memoria dei partecipanti per molto, molto tempo.

A la Santè

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