Verticale Bertani. L'amarone in 4 annate straordinarie

Racconti dalle delegazioni
29 novembre 2008

Verticale Bertani. L'amarone in 4 annate straordinarie

Il racconto della emozionante verticale che ha visto come protagonista l'amarone dell'azienda Bertani, in una serata organizzata da Ais Lodi

Marzia Pinotti

In occasione della verticale dell’Azienda Bertani sono state presentate quattro annate storiche per raccontare quarant’anni di una cantina che ha fatto la storia dell’Amarone. Una storia iniziata più di un secolo fa quando l’Italia non era ancora fatta – correva l’anno 1857 – con due fratelli che vanno esuli in Francia e lì carpiscono i segreti del legno per poi tornare a raccontarli in Valpolicella, sancendo il matrimonio d’amore tra la botte grande e l’uva corvina. Quest’uva serberà il suo dolce segreto ancora per cent’anni (il segreto è che dentro di lei, per tradizione vinificata dolce, si cela un vino secco straordinario) e prima di rivelarlo al mondo si dovrà attendere l’arrivo degli anni Cinquanta. Oggi sappiamo che l’attesa non è stata vana. Quando si beve Amarone lo si capisce subito.
La prima cosa che colpisce di questa cantina è la continuità di stile che caratterizza le annate: sono tutti vini eleganti ed estremamente longevi, caratterizzati da lunghi periodi di invecchiamento altrove impensabili (si va dai sette anni per l’annata 2000 ai quattordici per il 1967). La seconda è che, a prescindere dall’annata, sono tutti vini pulitissimi, privi di residui, che non dimostrano assolutamente la loro età.
Ma l’Azienda Bertani non si limita a raccontarsi, ci sorprende con una magia, un effetto speciale, una specie di miracolo e, azionando una sorta di macchina del tempo sensoriale, ci fa tornare indietro negli anni, perché l’Amarone non ce lo mostra in una cartolina ingiallita dal tempo ma ce lo versa direttamente nel bicchiere, vivo, fragrante, e mentre noi respiriamo lui è lì che respira con noi, tanto che pare proprio impossibile che sia stato tappato venti, trenta o quarant’anni fa. Chiamatela magia, chiamatelo miracolo, chiamatelo come volete: in un mondo in cui si pensa a consumare tutto nel più breve tempo possibile e dove i vini sono condannati a non avere un futuro – quanti sapori e aromi andati irrimediabilmente persi! – questa azienda, in assoluta controtendenza, conserva bottiglie di tutte le annate sin dal lontano ’59 e ci regala un’emozione profonda e impagabile perché, anziché immortalare i suoi vini in un frammento di immagine, ce li mostra dal vero, come qualcuno che ci sta di fronte, che magari ha la nostra età e sul cui volto ritroviamo gli stessi segni che il tempo ha lasciato sul nostro.

DEGUSTAZIONE

AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2000 (14,98%).
Otto anni. La vitalità dell’infanzia.

Colore rubino cupo, molto importante. Al naso è intenso, fresco, pulito, con note prorompenti di prugna e ciliegia in confettura che sfumano in piacevoli sensazioni erbacee, fieno e foglia di tè, miste a sentori di cacao e tabacco. I profumi sono complessi ma non ancora pienamente evoluti. E’ un vino che ha bisogno di tempo ma al tempo stesso non mente e già tradisce la futura grandezza. In bocca è fresco, esuberante, persistente, coi tannini ancora un po’ aggressivi che scalpitano per poi sciogliersi in dolcezza. E’ un vino potente, piacevole, molto intrigante, sicuramente un cavallo di razza, ma ancora lontano dal traguardo che solo il tempo (e la pazienza degli umani) gli faranno raggiungere.

AMARONE DELLA VALPOLICELLA 1986 (14.9%)
Ventidue anni. L’irrequietudine della giovinezza.

Colore granato, più intenso e brillante del precedente. Al naso si rivela più complesso ma pieno di contraddizioni, inspiegabilmente più fresco nonostante gli anni, con una nota fruttata nitida e avvolgente e una speziatura elegante ma insolita, difficile da descrivere. Qui la prugna secca prende il posto della confettura, il pepe si accende e il tabacco si fa più pungente. Di colpo di apre con una nota acida di vernice, che presto sfuma in smalto per unghie e mallo di noce, addolciti da note burrose sullo sfondo. E’ tale il movimento impressionistico che viene il dubbio di averlo colto nel bel mezzo di un cambiamento. In bocca l’immagine si fa più nitida e convincente: il vino è caldo, ricco, sapido, con i tannini dolci e una spalla acida che lo sostiene e gli dà consistenza. E’ un vino ancora in evoluzione, che promette grande intensità.

AMARONE DELLA VALPOLICELLA 1975 (15,29%)
Trentatrè anni. L’età dell’equilibrio.

Colore granato un po’ più tenue, con una bella unghia aranciata a tradirne l’età. Al naso emerge una nota fruttata ormai sullo sfondo, e in primo piano note decise di caffè e di cuoio a contrastare sentori di mallo e tartufo. In bocca è più sottile del precedente ma vince per eleganza, con una spalla acida di tutto rispetto e i tannini ormai morbidissimi. E’ un vino di grande persistenza, davvero piacevole, capace di dare forti emozioni.

AMARONE DELLA VALPOLICELLA 1967 (15,2%)
Quarantuno anni. Uno splendido quarantenne.

E’ il re della serata. Colore granato intenso, bellissimo, ancora possente. Al naso presenta un ampio ventaglio di note molto più complesse rispetto alle precedenti annate, con note tostate di tabacco in foglia e cuoio in primo piano che si sovrappongono a toni dolci sullo sfondo di frutta appassita, fichi e prugne, e un insolito sentore di aceto balsamico – quello tradizionale – davvero sconcertante. In bocca poi è entusiasmante, elegantissimo, di una freschezza commuovente, morbido come il velluto, sontuosamente tannico e molto persistente. Un vino davvero emozionante che si rigenera a ogni sorso.

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