Matteo Longhi. Trattoria dei Combattenti

Matteo Longhi. Trattoria dei Combattenti

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
27 ottobre 2010

Uno stacanovista che si divide tra mille attività, ecco come potremmo definire Matteo Longhi, socio della Trattoria dei Combattenti di Como. Una definizione che gli calza a pennello perché, non solo durante il giorno dirige il Reparto di Reumatologia dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e la sera si occupa del locale, ma, tra le varie attività, produce vino in Romagna e "nei ritagli di tempo", tiene alcune lezioni del primo e secondo livello AIS a Como, Milano e Sondrio.

Matteo LonghiLui scherza dicendo che, non avendo il dono dell'ubiquità, ha dei validi soci che l'aiutano in quelli che lui definisce "gli hobbies lavorativi", ma viene da chiedersi come faccia a gestire tutte le sue attività senza perdere la testa. "Finché la passione resta", è la sua risposta e noi siamo certi, sentendolo parlare, che non potrà che essere così per molto, molto tempo ancora.

Un medico prestato al mondo del vino, ci racconti qual è stato il suo iter?
Ho iniziato il primo corso AIS oltre 25 anni fa, durante gli studi universitari. Dopo la laurea, sono diventato Sommelier e ho cominciato a collaborare attivamente con la Delegazione di Como. Negli anni sono poi diventato relatore.

Che cosa mi dice dell'azienda vitivinicola?

Si chiama Villa Papiano ed è collocata nell'Appennino Tosco Romagnolo. Naturalmente ho dei soci sul posto che la gestiscono molto bene. Volevamo realizzare una passione, produrre vino, e una sfida, il recupero ambientale di una zona antichissima, che era insediamento di "frontiera" costruito dalla Signoria dei Medici nel XIV secolo.

E la Trattoria dei Combattenti?
Anche quella risponde a una sfida, creare a Como un punto di riferimento per chi vive nel territorio, non solo per i turisti o per la clientela "mordi e fuggi" dell'ora di pranzo. Fino a trent'anni fa c'erano due o tre locali che catalizzavano i cittadini di Como. Poi i locali chiusero, arrivò la globalizzazione e si persero quei riferimenti che potessero fare da collante tra i cittadini. Ecco perché è nato, due anni fa, questo locale, in un suggestivo palazzo storico, a poca distanza dalla Torre San Vitale, nelle mura medievali di Como. Proponiamo cucina comasca, come il Risotto al pesce persico, il Missoltino con polenta, la Cutizza, il Rognone, il Baccalà. La nostra è una cucina semplice che si intreccia con la tradizione. Cerchiamo inoltre di dare un servizio puntuale, semplice e cordiale, che sappia far "sentire a casa" i nostri ospiti.

Capita di trovare clienti che, dopo aver frequentato qualche corso, si credono esperti di vino?
Trovo almeno una volta al mese clienti che fanno "i fenomeni" snocciolando profumi mai sentiti o che fanno affermazioni risolute sulla bontà, o meno, del vino o sulla qualità del produttore.

In questi casi vale sempre il principio "il cliente ha sempre ragione"?
Fino ad un certo punto. Fai finta di fare un passo indietro, facendo però intendere tra le righe e in maniera sempre garbata che "non è proprio come crede lui", dimostrando così la propria professionalità e competenza. A volte invece il cliente è un buon intenditore, pur non avendo fatto alcun corso. In quei casi è bello ascoltare e si può imparare moltissimo.

Quanto è cambiato l'approccio del cliente col vino dall'introduzione della normativa sui limiti alcolemici?
Enormemente, da un anno e mezzo. Un tavolo da due persone prima ordinava una bottiglia, oggi il vino al calice è quasi la norma. Invece, non è ancora entrata nella nostra cultura la figura dell'amico che, a turno, si assume l'onere di non bere riportando a casa tutto il gruppo, abitudine consolidata, al contrario, all'estero.

Da ristoratore, ma soprattutto da medico, come giudica questi limiti?
Rientrano indubbiamente in quelli dell'ambito europeo. Poi si sa che, quando si emana una legge, occorre essere tassativi e rigorosi. Occorrerebbe piuttosto un'operazione culturale che definisca meglio la tipologia di persona considerata più a rischio. Chi si "sballa", di norma, non lo fa col vino, ma con altre sostanze. Il dato di fatto, al di là della bontà o meno della legge, è che questi limiti penalizzano non solo tutto il settore, ma in primo luogo proprio l'appassionato.

Trattoria dei CombattentiCosa dovrebbe fare l'AIS per non arrivare impreparata all'Expo 2015?
Creare una visibilità e un tessuto più condiviso coi cittadini. Occorre che la figura del sommelier non venga vista con distacco, ma al contrario sia intesa come un professionista in grado di accompagnare l'appassionato nella scoperta del mondo del vino. Credo che l'AIS dovrà essere più presente sul territorio con manifestazioni e attività, diventando un veicolo importante per la promozionale del vino di qualità. L'appuntamento con l'Expo non deve essere mancato, è un'occasione troppo importante.

Chi è

Matteo Longhi è nato il 25 aprile 1960 a Como, dove risiede con la moglie Monica. Si laurea in Medicina e Chirurgia specializzandosi prima in Reumatologia, poi in Medicina Interna. Attualmente dirige il Reparto di Reumatologia dell'I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Sommelier dal 1993, da anni collabora attivamente con la Delegazione AIS di Como ed è relatore ai corsi AIS . E' socio dell'Azienda vinicola Villa Papiano di Modigliana in provincia di Forlì-Cesena e, dal settembre 2008, del ristorante Trattoria dei Combattenti a Como.

IL VINO LOMBARDO PREFERITO

Sforzato di Valtellina Docg

TRATTORIA DEI COMBATTENTI

Via Serafino Balestra, 5/9 - Como, Tel. 031.270574
www.trattoriadeicombattenti.com- info@trattoriadeicombattenti.com

Chef: Giulio Micalef
Chiusura settimanale: martedì
Specialità: cucina tradizionale comasca e cucina italiana

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I commenti dei lettori

Roberto Mazzetti
31 ottobre 2010 - 22 20
Roberto Mazzetti

Matteo,
svariati e variegati complimenti per le tue molteplici attività. Ti ho conosciuto dapprima, come relatore ai corsi AIS dandomi molte ulteriori curiosità per questo eccezionale mondo di Vino e, con la tua solita grande modestia e senza tanti proclami, mi hai incuriosito nel frequentare la tua magnifica locanda, dove il cliente ritrova si la tradizione del territorio ma specialmente la conoscenza e la competenza di tutto il tuo staff. Dalla cucina, con i suoi particolari e appetitosi menu, al servizio sempre celere, gentili e entusiasta nel decantare le specialità che la casa offre , al sommelier che con serena competenza suggerisce il nettare più ideale d%u2019abbinare e non da ultimo la tua vellutata presenza che con grande discrezione amalgama nel miglior modo una serata veramente da gradevole.
Consiglio, a chi come il sottoscritto ha il piacere della tranquillità, della modestia nella grande qualità, la Trattoria dei Combattenti sicuramente vi soddisferà!