Claudio Calò - Calosm

Claudio Calò - Calosm

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
12 settembre 2012

Produttore di vino e sommelier, un connubio per pochi, che testimonia una lungimiranza fuori dal comune. Claudio Calò, dell’azienda salentina Calosm, in provincia di Lecce, appartiene all’associazione lombarda dagli anni Ottanta, da quando ha capito che “qualità” è sinonimo di conoscenza dell’intero comparto vitivinicolo, sino alla punta estrema del settore, dove la sommellerie la fa da padrona nel rintracciare le caratteristiche organolettiche di un vino.

Calosm“AIS mi ha dato quelle competenze necessarie che hanno migliorato la mia visione produttiva, permettendomi di conoscere non solo le tecniche della degustazione, ma anche il mercato del vino” afferma con orgoglio, lasciando intendere quanto sia importante, per un viticoltore avveduto, il confronto con gli altri per sviluppare la propria attività produttiva e commerciale.

Lei ha sempre vissuto in Lombardia, ma da anni gestisce con la sua famiglia un’azienda vinicola in Puglia. È cambiata la sua filosofia produttiva da quando è diventato sommelier?

Sì, ho capito cosa vuol dire produrre vino di qualità, lontano da quella mentalità contadina tipica degli anni Sessanta.

Che cosa le ha aggiunto l’essere sommelier?

L’esperienza maturata, grazie alle degustazioni AIS e ai numerosi servizi che ho svolto come sommelier, mi ha dato una visione più ampia, un bagaglio di conoscenze che mi ha permesso di migliorare la qualità delle nostre produzioni, pur mantenendo la tipicità e la tradizione dei vini pugliesi.

Quanto è stata utile la tecnica della degustazione?

Moltissimo. Amo assaggiare vini di ogni provenienza, non solo quelli pugliesi, per capire le direzioni del mercato. La qualità di un vino è decisa in azienda, ma guardare come lavorano gli altri rende possibile fare scelte migliori. Non basta assaggiare il proprio vino e dire solo “per me è buono”, bisogna guardare cosa c’è in giro, continuare a degustare anche gli altri prodotti. Questo è stato possibile, nel mio caso, continuando a frequentare l’AIS.

È riuscito a far crescere la sua azienda?

Sì, se guardo indietro, a quando mio padre e mio nonno facevano il vino, per lo più sfuso, non posso che essere soddisfatto dei risultati. Negli anni abbiamo prodotto vini che sono il frutto delle nostre conoscenze e del confronto con gli altri.

Quale errore può commettere un produttore senza una formazione legata alla sommellerie?

Quello di chiudersi a riccio, senza seguire i numerosi eventi in giro per l’Italia. Questo è un errore che commette, paradossalmente, chi ha aperto un’azienda vinicola da pochi anni e che, al contrario, avrebbe tutto l’interesse a farsi conoscere. Alle manifestazioni o alle degustazioni puoi parlare di vino con importanti professionisti del settore, da cui è possibile imparare moltissimo. Ricordo ancora un discorso illuminante di Angelo Gaja, qualche anno fa, nel quale spiegava come era approdato al mercato americano, e quanto fosse importante per un viticoltore essere presente sulle guide e sulle carte dei ristoranti. “Che si venda o no” disse “l’importante è esserci”.

Calosm

Da produttore, che cosa potrebbe rimproverare a ristoratori ed enotecari?

I ricarichi al ristorante sono il primo problema: un vino da tre euro non può costare sedici euro al tavolo, è un’esagerazione che sfavorisce il consumo di vino. Inoltre c’è, mediamente, una bassa preparazione tra i ristoratori, che talvolta non conoscono neppure le caratteristiche dei vini, descritte in etichetta. Questo è un errore inaccettabile, il cliente non può saperne più del professionista! Per questo, quando me lo chiedono, sono sempre pronto a dare loro qualche informazione in più sulla tecnica della degustazione e sulle caratteristiche dei vini.

IL VINO LOMBARDO PREFERITO

Valtellina Superiore DOCG Prestigio Triacca 2007

Chi è?

Claudio Calò, classe 1961, gestisce con la famiglia l’azienda vitivinicola Calosm, nel salentino. Nel 1982 si avvicina all’AIS nella delegazione di Varese, diventando sommelier nel 1996. Nel frattempo prosegue l’attività di famiglia, iniziata dal padre negli anni Sessanta, occupandosi della parte commerciale. Continua a collaborare attivamente con la delegazione AIS di Varese.

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