Ivano Antonini - Blend4

Ivano Antonini - Blend4

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
18 settembre 2013

Un nuovo locale, una nuova avventura per Ivano Antonini, Miglior Sommelier d’Italia 2008 che, con un altro grande campione, Luca Martini, ha recentemente aperto il ristorante, wine bar ed enoteca Blend4 di Azzate, in provincia di Varese.

Ivano AntoniniIniziato al vino dai nonni materni, che l’hanno tirato su a forza di Grain Noble, Ivano Antonini ha le idee chiare su come dovrà essere il suo locale: «Un luogo di delizie -spiega- dove la ricercatezza sarà la chiave di volta del nostro stile». Blend, di nome e di fatto.

Perché avete chiamato il ristorante Blend4?

Perché nasce dall’incontro di quattro personalità diverse: la mia, quella di Luca e quella delle nostre compagne. Da questa diversità intendiamo creare un luogo d’incontro tra bello e buono, dove ognuno di noi porterà non solo il proprio carattere, ma anche la propria formazione.

Un nome che non ha nulla a che fare con la vostra passione per i blend?

Tutt’altro, anche se non li disdegniamo. In realtà sia io che Luca abbiamo una vera passione per i monovitigni, lui per i grandi Sangiovese, io per i grandi Nebbiolo.

Secondo lei, cosa fa la fortuna di un locale?

La ricercatezza, nella scelta dei vini come di qualunque altro prodotto. Quando vado in un ristorante, dove opera un sommelier professionista, non mi aspetto di trovare una di quelle carte ricche soltanto delle solite etichette arcinote, ma desidero trovare vini che siano frutto di una ricerca fatta sul campo, proveniente dalla conoscenza profonda dei territori e delle storie delle persone che li hanno prodotti.

È così che avete selezionato i vini per la vostra carta?

Certamente. A qualche nome irrinunciabile, abbiamo affiancato delle etichette scelte sulla base della nostra esperienza e del nostro continuo vagabondare. E con alcuni produttori intendiamo fare progetti a lungo termine.

Ci spieghi meglio.

Col tempo intendiamo creare delle etichette personalizzate, in collaborazione coi viticoltori. Sceglieremo con i produttori sia i tagli, che l’affinamento, creando dei vini in esclusiva solo per il nostro locale. Si tratta di un’operazione che, già in passato, quando lavoravo per un importante ristorante stellato, mi ha dato grande soddisfazione. Questo è solo l’inizio, perché ci spingeremo oltre con progetti che riguarderanno la selezioni di salumi e di formaggi, una nuova linea di bicchieri e tanti altri attualmente in cantiere. Ma lasciamo che siano i clienti a venire a scoprirli.

Venendo ai numerosi titoli vinti nei concorsi della sommellerie, qual è quello a cui è più emotivamente legato?

È difficile scegliere, perché ogni competizione mi ha lasciato ricordi ed emozioni impossibili da spiegare. Quello che sicuramente ricordo con più piacere è il Concorso Italiano a Catania, non tanto per la vittoria, quanto perché ci arrivai con due persone che erano prima di tutto amici nella vita: Luca Martini e Cristiano Cini. Ma le emozioni non sarebbero cambiate se la storia avesse scritto un risultato diverso.

Quali componenti giocano di più durante una competizione?

Sono una serie di fattori. Il primo è lo studio, un percorso fatto di moltissime ore sottratte alla famiglia e agli amici. A questo va aggiunto una buona dose di self control e un pizzico di fortuna, perché alla finale non vince il più bravo, ma quello che sbaglia meno. Basta un’inezia, una piccola distrazione, per giocarsi il titolo.

Cosa consiglierebbe a un giovane che volesse cimentarsi nei concorsi?

Di coltivare, prima di tutto, la passione per questa professione, poi i concorsi verranno da sé. Vincere un titolo prestigioso, infatti, è un’enorme soddisfazione che può anche cambiarti la vita da un punto di vista mediatico, ma non dev’essere il motore di questo lavoro.

Viaggiare è importante?

Fondamentale, soprattutto per un giovane sommelier. Per questo consiglio di fare dei viaggi, di andare dai viticoltori per capirne meglio la filosofia produttiva.

Da ultimo, cosa dovrebbe saper fare, oggi, un bravo sommelier?

Dovrebbe saper raccontare un vino, appassionando chi gli sta davanti. Che si lavori per un ristorante stellato, per un’enoteca o tra gli scaffali di un supermercato, il bravo sommelier è colui che sa arrivare al consumatore attraverso un approccio semplice, ma appassionato.Le parole non dovrebbero uscire solo dalla testa, ma anche dal cuore.

Chi è?

Ivano Antonini nasce a Varese, il 16 febbraio 1973. Frequenta l’Istituto Alberghiero “Carlo Porta” di Milano, diplomandosi nel 1992. Lavora dal 1995 al 2012 nell’Hotel-Ristorante “Il Sole di Ranco”, una stella Michelin. Si diploma sommelier professionista nel 1997. Nel 2005 diventa degustatore ufficiale. Dal 2010 è DocenteRelatore presso il Master di Sommellerie AIS 4° livello presso la Scuola Internazionale A.L.M.A. di Colorno. Tra i tanti titoli vinti: Miglior Sommelier Professionista di Lombardia A.I.S. (Edizione 2001), Vincitore del Master del Sangiovese (Edizione2007), Vincitore del Nebbiolo Master (Edizione 2007), Miglior Sommelier Professionista d’Italia A.I.S. (Edizione 2008), 4° classificato al concorso “Mejor Sommelier delMundo” WSA 2010 a Santo Domingo. Collabora con il portale “Viaggiatore Gourmet- Altissimo Ceto” dove cura la sezione della Guida dei vini on-line. Nel 2013 apre il ristorante Blend4 con Luca Martini.

IL VINO LOMBARDO PREFERITO

Emozione unica che mi porto nel cuore, quella di un Franciacorta di Cà del Bosco millesimo 1979 degorgiato “à la volée”

Ristorante Blend4

RISTORANTE BLEND4

Via Piave n. 118 21022 – Azzate (VA) - www.blend4.it - Specialità: ristorante, wine bar ed enoteca.

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I commenti dei lettori

Gennaro Carafa
05 ottobre 2013 - 20 31
Gennaro Carafa

eccezionale ristorante!