Antonio Lecchi Curnis - Ristorante Al Rustico Villa Patrizia

Antonio Lecchi Curnis - Ristorante Al Rustico Villa Patrizia

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
10 ottobre 2013

Curioso, così si definisce Antonio Lecchi Curnis del Ristorante Al Rustico Villa Patrizia di Sorisole, in provincia di Bergamo. Un fine ricercatore della cultura enologica mondiale, la cui filosofia, di socratica memoria, è stata forgiata dallo studio continuo e dalla ricerca sul campo. “È impossibile essere presuntuosi, – spiega – perché dinanzi a un settore così vasto, non si può che essere certi di non sapere”

Ristorante Al Rustico Villa PatriziaCosa ama di più del suo lavoro?

Amo poter comunicare questo mondo alla mia clientela, in maniera semplice e accessibile. Da quando sono diventato sommelier professionista, negli anni Novanta, è nata in me una forte passione per lo studio di questo affascinante settore.

Su cosa, in particolare?

Non ho delle preferenze. In questi anni ho effettuato studi che abbracciano la storia, la geografia, la viticoltura, la geologia e molto altro ancora. Non credo di sapere tutto, anzi, sono certo di non sapere, proprio perché questo settore è straordinariamente ampio. Questa consapevolezza, d’altra parte, mi permette di continuare a nutrire le mia curiosità.

È un approccio che consiglierebbe a un giovane sommelier?

Senza alcun dubbio. Siate curiosi e non cessate mai di studiare, se volete fare seriamente questo lavoro. E non ultimo, non peccate di presunzione quando parlate con un cliente, perché non sapete mai chi avete difronte.

Lo stesso può dirsi per la degustazione di un vino?

Certo, occorre aver maturato uno storico delle annate, per permettersi di esprimere giudizi su un’etichetta. Invece sento spesso parlare di un grande vino, senza citare l’annata di riferimento. Purtroppo in Italia manchiamo un po’ della cultura dell’annata, al contrario dei francesi.

Perché?

Abbiamo storie diverse e, ahimè, ci crediamo degli esperti migliori di loro. In realtà, che ci piaccia o no, i francesi hanno cominciato a produrre vini di qualità ben prima di noi. Senza contare che l’Italia unita è una nazione storicamente ancora giovane, con realtà molto diverse.

Come cliente quali sono le caratteristiche che qualificano un bravo sommelier e che nota quando va in un altro ristorante?

Dipende dalla scelta del ristorante e dalla sua identità. In ogni caso un bravo sommelier deve sempre far sentire a proprio agio un cliente, consigliandolo al meglio e valutando situazione per situazione. Per raggiungere il risultato sperato, ovvero la soddisfazione del cliente, occorre capire quanto questi voglia investire nella bottiglia a seconda dell’occasione. Nei ristoranti, inoltre, non amo trovare esposte le bottiglie per il rischio di cattiva conservazione, così come non amo i vini serviti al bicchiere.

Come mai non ama i ristoranti che servono vini al calice?

Diciamo, piuttosto, che non amo chi serve male il vino al bicchiere. Non sono molti, infatti, i ristoranti che hanno investito sulla conservazione delle bottiglie utilizzando l’azoto. Non c’è niente da fare, il vino si ossida e cambia le proprie caratteristiche in breve tempo. Il giorno dopo è già un altro vino, per questo ritengo che sia preferibile venire incontro al cliente selezionando delle bottiglie dal buon rapporto qualità-prezzo, piuttosto che servire vini inevitabilmente ossidati.

Cosa ne pensa del territorio vitivinicolo bergamasco?

Trovo che abbia un terroir ben più vocato di quanto il consumatore non creda. La storia della agricoltura bergamasca ce lo insegna. Quello che manca al nostro territorio non è la produzione di qualità, quanto la giusta comunicazione. Il paradosso è che molti bergamaschi non percepiscono il potenziale vinicolo del nostro territorio, perché per decenni ne è stata promossa la vocazione industriale. Cambiare immagine e mentalità non è facile, per questo ritengo che occorrerebbe una comunicazione più incisiva.

Cosa auspica per il futuro del settore?

Che sempre più giovani possano appassionarsi al mondo del vino. Anche in questo caso la comunicazione potrà fare la differenza, puntando sull’ampliamento dei QR Code sulle etichette. Si tratta di una comunicazione fredda, ma che potrebbe servire per incuriosire le nuove generazioni. Torniamo sempre lì, senza curiosità non si va da nessuna parte.

Antonio Lecchi CurnisChi è?

Antonio Lecchi Curnis nasce a Bergamo il 7 aprile 1962. Si diploma cuoco presso la scuola alberghiera di San Pellegrino Terme e in seguito Operatore Turistico. Dopo importanti esperienze in ristoranti in Italia come cuoco, apre nel 1983 un esercizio pubblico di bar e ristorazione a Bergamo fino al 1987. Dal 1988 è titolare del ristorante Al Rustico Villa Patrizia di Sorisole. Nel 1993 diventa Sommelier Professionista A.I.S. Nel 1998 degustatore A.N.A.G. (Associazione Nazionale Assaggiatori Grappa) con patente per degustazioni di Grappe e Acquaviti, ed in seguito gli viene attribuito il titolo di Socio Onorario, per l’impegno e le capacità di promozione dell’argomento. Nel 2000 diventa anche degustatore ufficiale ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi). Dal 2003, per la sua decennale passione al vino ed alla viticoltura, fa nascere l’azienda vitivinicola Casa Virginia in Villa d’Almè.

IL VINO LOMBARDO PREFERITO

Fedrigo Valcalepio rosso Riserva 2005 d.o.c. Le Corne di Grumello del Monte

RISTORANTE AL RUSTICO VILLA PATRIZIA

Via Rigla n. 27 24010 - Sorisole (BG) Tel. 035571223 - www.alrusticovillapatrizia.it - Giorni di chiusura: lunedì e martedì Specialità: carta dei vini con 400 etichette.

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