Anna Vaglia

Anna Vaglia

Sommelier al lavoro
di Giordana Talamona
21 aprile 2016

Ha scelto di essere una sommelier freelance, la bresciana Anna Vaglia, perché «la libertà è tutto per me, - afferma convinta - e cambiare di volta in volta lavoro è molto stimolante». Prestando servizio presso enoteche, ristoranti, cantine, feste private, banchi d'assaggio, matrimoni e collaborando attivamente con la delegazione AIS di Brescia, Anna ha collezionato un bagaglio d'esperienze fuori dal comune...

Anna VagliaMa non chiedetele la più importante, perché sono talmente tanti e tali gli eventi a cui ha lavorato, che sarebbe banale sceglierne uno solo. «Ogni servizio è diverso e sa regalarmi emozioni nuove. Una delle ultime esperienze eccezionali risale alla notte di Capodanno, quando ho fatto servizio presso la casa di un noto industriale bresciano. La cantina avrà avuto almeno cinquecento bottiglie, una cattedrale del vino da lasciare senza fiato per dimensioni e pezzi unici conservati gelosamente. Ebbene, questo imprenditore mi ha detto: "Scelga lei quello che vuole, questa sera abbiamo ospiti venti persone". Ecco, sono queste le esperienze che talvolta mi capitano lavorando come freelance. La parte difficile del mio lavoro sta nell'entrare velocemente in tutte le situazioni, cercando di capire come è meglio agire di volta in volta. In quell'occasione preferii scegliere le bottiglie assieme al padrone di casa, al quale proposi una sfida Italia-Francia nella quale furono messe in competizione per gioco un Château Lafite Rothschild e un Sassicaia, entrambi del 1997». 

Un lavoro pieno di soddisfazioni, quello di Anna Vaglia, che giovanissima inizia a lavorare nella ristorazione, per poi approdare grazie a una serie di colpi di fortuna «in uno dei più bei ristoranti del bresciano, - spiega - il Castello Malvezzi allora gestito da Dario Dattoli, appassionato di vini che, affiancato da Guido Gavazzi, creò in quegli anni una delle cantine più importanti della Lombardia e tra le più belle d'Italia. Fu allora che, affiancata dalla sommelier Katia Soardi, mi capitò di aprire alcune bottiglie di Château Pétrus e Romanée Conti, che mi fecero capire che questo sarebbe dovuto essere il mio mondo». Da lì la svolta: Anna inizia dei minicorsi di avvicinamento al vino, per poi seguire i corsi AIS. «Mi sono letteralmente buttata nel mondo del vino e ne sono stata piacevolmente travolta, tanto da aver avuto la fortuna di incontrare le persone giuste al momento giusto, che mi hanno dato l'opportunità di fare esperienze indimenticabili». 

Sul finire degli anni Novanta, quindi, Anna consegue il diploma di sommelier e comincia a collaborare assiduamente con la delegazione di Brescia. «Erano anni in cui non c'era bisogno di cercare lavoro, ma era il lavoro che veniva a cercare te. Ho continuato il mio percorso in AIS diventando Degustatrice e partecipando attivamente alla vita associativa, tanto che per anni ho affiancato l'allora delegato Emilio Zanola, aiutandolo nei lavori di segreteria». Continuando a collezionare esperienze come sommelier di altissimo livello in quasi vent'anni di carriera, Anna è sempre rimasta fedele alla sua filosofia lavorativa e di vita. «Mi sono trovata in più di un'occasione a rifiutare offerte di assunzione, perché lavorare presso un solo ristorante avrebbe richiesto un enorme sacrificio in termini di tempo. Lavorare a chiamata presso cantine, ristoranti, banchi d'assaggio e feste private, al contrario, non mi vincola e mi permette di ritagliarmi lo spazio per continuare a dedicarmi alla passione del vino, fare vacanze studio, partecipare alle iniziative AIS, che grazie al delegato Alessandro Caccia ed al "Gran Maestro" Nicola Bonera sono tante e sempre interessanti». 

Ama le sfide e il lavoro di brigata, Anna, quello nel quale si condividono passioni e fatiche, successi e doveri. «Fare servizio in una bella brigata è molto stimolante, perché ognuno ha un ruolo ben definito, ma esattamente come avviene in un'orchestra, la sinergia che si crea ci permette di lavorare all'unisono. Mi è capitato, ad esempio, di gestire come caposervizio degli eventi per un pubblico di mille o duemila persone, che sono stati una vera e propria sfida. Faticosissimi, ovviamente, ma a fine giornata mi hanno regalato una soddisfazione senza pari». E conoscendo molto bene il settore della ristorazione, afferma senza peli sulla lingua quanto il ruolo del sommelier sia ancora poco capito e valorizzato. «Esistono molti ristoratori illuminati che hanno capito quanto sia importante la figura del sommelier, ma purtroppo altrettanti che si fermano in maniera miope alla questione economica, preferendo non avere un professionista del vino in sala. A voler ben vedere, al contrario, avere un sommelier nel proprio ristorante ripaga in termini economici, soprattutto se si ha una grande cantina, perché è un professionista che sa promuovere il consumo di quelle bottiglie che rischierebbero, altrimenti, di rimanere invendute». E conclude con quello che potrebbe sembrare quasi un inno al mondo della sommellerie: «Questo lavoro mi ha permesso di circondarmi di belle persone, perché chi ama il vino e il buon cibo, non può che amare la vita. Questa è una passione senza età». 

 

IL VINO LOMBARDO PREFERITO

Moscato di Scanzo Docg

Anna Vaglia

CHI È 

Anna Vaglia, classe 1966, di Brescia, è una sommelier freelance. Nelle ristorazione da circa venticinque anni, diventa sommelier sul finire degli anni Novanta. Da allora presta il suo servizio a chiamata per cantine, banchi d'assaggio, feste private, matrimoni e ristoranti, collaborando attivamente anche con la delegazione AIS di Brescia. In passato ha collaborato con le Scuole Alberghiere. È degustatrice AIS. 

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I commenti dei lettori

GIORDANO MAZZUCCHELLI
22 aprile 2016 - 10 04
GIORDANO MAZZUCCHELLI

Ho avuto il piacere di fare diversi servizi con Anna, ho sempre ammirato la professionalità e soprattutto l'attenzione verso l' ascolto della