Lino Maga anzi Maga Lino. Il signor Barbacarlo

Lino Maga anzi Maga Lino. Il signor Barbacarlo

Bloc-notes
di Céline Dissard Laroche
07 aprile 2016

Cimentarsi nella biografia dei produttori di vino è esercizio letterario ormai ampiamente praticato. Talvolta anche abusato, costretto com’’è dentro formati eleganti e patinati, foto d’’autore e testi smaccatamente agiografici. Valerio Bergamini con il suo “”Lino Maga, anzi Maga Lino. Il signor Barbacarlo”” ci regala invece una biografia con uno stile diverso.

Lino Maga anzi Maga Lino. Il signor BarbacarloCimentarsi nella biografia dei produttori di vino è esercizio letterario ormai ampiamente praticato. Talvolta anche abusato, costretto com''è dentro formati eleganti e patinati, foto d''autore e testi smaccatamente agiografici.

Valerio Bergamini con il suo ""Lino Maga, anzi Maga Lino. Il signor Barbacarlo"" ci regala invece una biografia con uno stile diverso. Utilizzando l'intervista aperta come nella migliore letteratura antropologica, Bergamini si libera dall''ansia di costruire il personaggio ad ogni costo e ci lascia in compagnia di Lino Maga, del suo raccontare diretto, a volte ruvido e a volte intimo, mai banale, sempre saggio e poetico. Una testimonianza che spazia dall'infanzia e dalle radici contadine, alle vicende familiari, alla ventennale vertenza giudiziaria che lo vede amareggiato, solitario ma eroicamente determinato nella difesa del suo Barbacarlo. Una fatica, quella giudiziaria, che segna più del lavoro in vigna "Signor Barbarcarlo". Isolato dagli altri produttori locali e dalle loro organizzazioni, Lino Maga costruisce una rete di relazioni basate su profonde amicizie. Da Gianni Brera a Luigi Veronelli, dal Professor Aldo Smeraldi a Ferrer Manuelli, furono in tanti a credere in Lino Maga e al suo Barbarcarlo, alle sue semplici ma insindacabili regole.

Il Barbacarlo, nel denso raccontare di Maga, non è solo un vino. È un'insieme di legami, inscindibili e quasi spirituali formati dal vino, dal suo territorio, dalla fatica e dalla gioia di coltivare la vite e di lasciare che il vino diventi "la poesia della terra". Ne abbiamo conferma quando una per una, a memoria, con parole precise e dettagliate, Lino Maga descrive tutte le vendemmie della sua vita. E in tutte le annate, il Barbacarlo è da Maga concepito come un essere vivente: qualcosa di vivo, da rispettare, da ascoltare, da lasciar crescere. E a chi obietta: ""Ma lei produce vino come 30 anni fa"," Maga risponde con piccata ironia. "No, io lo faccio come 2000 anni fa"". 

 

Lino Maga anzi Maga Lino. Il signor Barbacarlo
Valerio Bergamini
Pavia, 2015
Nuova Tipografia Popolare
232 pagine
12 euro

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