I vent’anni del Gavi

I vent’anni del Gavi

Degustando
di Paolo Valente
05 aprile 2018

A vent’anni dalla istituzione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita, il Consorzio di Tutela del Gavi ha presentato, a Milano, un’interessante verticale di 10 annate.

Gavi a MilanoLo scopo era quello di permettere, ad un pubblico selezionato di giornalisti e professionisti, di approfondire le potenzialità di affinamento del Gavi in coerenza con l’evoluzione nel tempo che il vitigno cortese riesce a offrire. 

Il Presidente del Consorzio di Tutela Maurizio Montobbio ha voluto sottolineare come sia indispensabile effettuare un percorso a ritroso nelle annate per poter scoprire le potenzialità del vitigno e del territorio; territorio che conta un’ottantina di produttori distribuiti negli undici comuni che costituiscono l’area a Denominazione con circa 1500 ettari vitati posti ad un’altitudine che varia tra i 180 e i 450 m s.l.m.

Il Gavi DOCG è prodotto con il vitigno cortese in purezza e nella maggior parte dei casi viene vinificato in bianco, in acciaio e con il controllo della temperatura, pratica che garantisce l’integrità dei profumi.
Il Gavi riserva può essere messo in commercio almeno un anno dopo la vendemmia e le sue rese sono ridotte a 65 quintali/ettaro (contro i 95 q/ha della versione base); solitamente sono le vecchie vigne che, con la naturale resa limitata e una migliore qualità, vengono dedicate a produrre le uve per questa tipologia.

Il Consorzio nel periodo precedente la vendemmia elabora settimanalmente una statistica sulla maturazione delle uve; un vantaggio per i vignaioli che sono dotati così di dati medi aggiornati e che possono usufruire di un archivio storico che li aiuti nelle scelte enologiche.
Dall’analisi delle informazioni di questa statistica si è confermato il progressivo anticipo delle maturazioni delle uve e, conseguentemente, delle vendemmie. 

I produttori della Denominazione, quando progettano il loro vino si trovano davanti ad una scelta: produrre un vino per un consumo immediato, entro due o tre anni dalla vendemmia, oppure realizzare un Gavi pensato per un lungo periodo di affinamento in bottiglia.

Gavi a Milano

La degustazione di venti campioni, due per annata, ha consentito di valutare l’evoluzione del vino rispetto allo scorrere del tempo. Lo scopo è stato raggiunto e i campioni presentati hanno dimostrato questa poliedricità del vitigno: una piacevolezza e bevibilità riscontrabile nei campioni più recenti contro una complessità e struttura, determinata dalla grande potenzialità del cortese, che si raggiunge nei vini con più anni alle spalle. 

In particolare, sono risultate interessanti le annate 2016 e 2015, la cui gradevolezza è caratterizzata da ottima sapidità e mineralità che unite alla freschezza hanno fatto del 2015 un’annata degno di nota. Ha particolarmente convinto il Bruno Broglia 2015, Gavi DOCG dell’azienda Broglia: rese bassissime e selezione delle uve provenienti dai più vecchi vigneti dell’azienda sono le peculiarità di questa selezione dedicata al fondatore.

All’estremo opposto della verticale, le annate 2009, 2008 e ancor di più la 2007, hanno sorpreso per la qualità media dei campioni presentati: la piacevolezza di beva è risultata ben coniugata alla struttura che il lungo periodo di affinamento ha concesso. I profumi, maggiormente concentrati, hanno raggiunto note di spezie (zafferano e zenzero) e sentori eterei; la frutta si è orientata verso gli agrumi rossi. Da menzionare il Monterotondo 2007, Gavi DOCG dell’azienda Villa Sparina di Massimo Moccagatta.

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