Maremma che vini!

Maremma che vini!

Degustando
di Paolo Valente
21 giugno 2017

Tanti vitigni internazionali che si affiancano a molte varietà autoctone. È la Maremma del vino, un territorio dalle grandi potenzialità e con ottime prospettive di sviluppo e che si è presentato durante la seconda edizione della manifestazione "Maremmachevini". Luca Pollini. "Soddisfatti e fiduciosi".

MaremmaCheVini

I vini di Maremma sono stati protagonisti di Maremmachevini, evento che si è tenuto l’11 e il 12 giugno 2017 a Castiglione della Pescaia.
 La manifestazione, promossa dal Consorzio di Tutela Vini della Maremma Toscana e giunta alla seconda edizione, ha lo scopo di promuovere e dare maggiore riconoscibilità ai vini e al territorio maremmano.

Edoardo Donai, Presidente del Consorzio, evidenzia come sia necessario “un lavoro strategico e sinergico che coinvolga i principali attori e tutti gli ambiti – vinicolo, turistico e amministrativo – interessati a un’attività di promozione. Manifestazioni di richiamo come la seconda edizione di Maremmachevini sono un ottimo punto di partenza per costruire un progetto più ampio e consolidato, che aiuti la Maremma a varcare i confini del suo territorio”. 

La Denominazione copre un’area piuttosto vasta che corrisponde alla provincia di Grosseto; un territorio in grande sviluppo, dove le potenzialità intrinseche si uniscono all’imprenditorialità dei suoi protagonisti in una fusione che lascia presagire un roseo futuro costellato da successi.

Le diversità climatiche tra le varie zone e la composizione dei terreni – che varia da suoli vulcanici nel comprensorio di Pitigliano e Sorano, a formazioni prevalentemente marnose e marnoso-pelitiche sui rilievi collinari tra i fiumi Fiora e Ombrone, a suoli argillosi e argilloso-limosi nell’Alta Maremma, sui rilievi costieri di bassa collina e sulla piana alluvionale – permettono la coltivazione di numerosi vitigni con risultati che arrivano all’eccellenza.

Banchi di degustazione | Maremmachevini 2017I numerosi vitigni internazionali presenti (cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, syrah, petit verdot, a bacca rossa e viognier, sauvignon, chardonnay a bacca bianca) trovano nella Maremma il terreno adatto per esprime qualità e peculiarità. A questi si affiancano uve autoctone come ciliegiolo, pugnatello, alicante e vermentino, che con il sangiovese, contraddistinguono e caratterizzano la Denominazione. 

I numeri della giovane DOC, istituita dalla vendemmia 2011, sono già significativi. 261 soci, di cui ben 74 aziende “verticali”, ovvero che coltivano, vinificano e imbottigliano, e una superfice di 1870 ettari rivendicati a DOC su un potenziale territoriale di 8700 ettari vitati.

I vini degustati durante la manifestazione confermano come la qualità media sia decisamente elevata; anche l’annata 2016 “sarà ricordata per la grande qualità delle uve riscontrata in buonissima parte del territorio” dichiara Luca Pollini, Direttore del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. 

Dal punto di vista quantitativo, i dati sono decisamente incoraggianti. A livello di imbottigliamento, si è sfiorata la soglia dei 5,5 milioni di bottiglie. I vini bianchi raggiungono il 64% della produzione dove il vermentino gioca un ruolo fondamentale con oltre il 20% e oltre 600 ettari dedicati.  

Di particolare interesse sono gli incrementi delle produzioni da uve autoctone come, ad esempio, il ciliegiolo che aumenta la, seppur limitata, produzione del 10%; lo stesso vale per i rosati che contabilizzano un significativo +61%, rispetto al 2015, attestando la produzione totale a 180.000 bottiglie.

“Siamo estremamente soddisfatti e fiduciosi” continua Luca Pollini “questi dati si accompagnano a una crescente domanda di vini della Maremma. Feedback positivi arrivano dal nord Europa e dai mercati notoriamente maturi, come gli Stati Uniti, che possiedono un’ampia cultura del vino a livello internazionale, ma iniziamo a percepire, finalmente, anche un risveglio dell’interesse nazionale e si avverte una piccola – ma costante – ripresa del mercato interno”.

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