Thomas Niedermayr e i vitigni PIWI: innovazione sostenibile

Thomas Niedermayr e i vitigni PIWI: innovazione sostenibile

Degustando
di Valeria Gubelli
11 aprile 2017

I vitigni PIWI, acronimo dal tedesco Pilzwiderstandsfähig (resistenti alle malattie), sono degli incroci naturali tra viti di specie europee e americane o asiatiche, ottenuti con un innesto tradizionale, senza modificazioni genetiche.

Come spiega Massimo Recli, sommelier AIS, da millenni in natura si creano nuove varietà di vite, sia grazie a mutazioni spontanee, sia per l’intervento dell’uomo, attraverso incroci artificiali (ottenuti con due specie diverse di Vitis vinifera) e ibridazioni (ricavati dall’unione di Vitis vinifera con un’altra tipologia); in particolare il contributo umano ebbe inizio dalla seconda metà del XIX secolo, per contrastare la fillossera.   Le mutazioni comunque sono una tendenza naturale della vite, che resiste e si adatta a cambiamenti climatici e cataclismi da 65 mila anni. Sono oltre 8000 le varietà di vitigni catalogati dalle ricerche ampelografiche; recentemente, con l’avvento della genetica, si sono ritrovati vitigni minori, recuperando una ricchezza che rischiava di essere persa.
Thomas NiedermayrCon l’arrivo delle malattie fungine (oidio e peronospora) dall’America, in seguito all’importazione di vite americana, è iniziata l’eterna lotta dei viticoltori, combattuta solitamente con l’utilizzo di pesticidi (62 mila tonnellate all’anno, solo nelle vigne europee), oppure di rame (che comunque viene assorbito dal terreno) nell’agricoltura biologica. Il problema si può risolvere, rispettando l’ambiente, grazie ai vitigni PIWI: selezionati per resistere al freddo e alle malattie fungine, non necessitano di trattamenti invasivi e non incidono sull’equilibrio dell’ecosistema: il terreno, non più compattato dal passaggio dei macchinari per gli antiparassitari, è più fertile e vitale; la vigna si tramuta in un giardino, popolato da insetti, fiori ed erbe spontanee. 

I PIWI sono coltivati soprattutto in Germania e Austria; in Italia, da alcuni coraggiosi produttori, in Trentino e in Alto Adige. 

Altoatesino è il protagonista della serata, il giovane vignaiolo Thomas Niedermayr che, seguendo le orme del padre, pioniere del biologico da oltre vent’anni, dal 2013 ha iniziato a occuparsi, con entusiasmo e passione, dei vitigni PIWI, ottenendo risultati molto interessanti. La produzione della sua azienda, a San Michele Appiano presso il Maso Gandberg, è composta per il 95% di vitigni PIWI: le principali varietà bianche sono bronner, solaris, souvignon gris e pinot bianco; i rossi cabernet cantor e cabernet cortis. 

I protagonisti della serata

Vini in degustazione

T.N. 04 Bronner 2015 
Il bronner è un vitigno molto resistente, che solitamente non richiede nessun trattamento. Al naso si percepiscono freschi sentori di fieno, erbe di montagna, che lasciano poi il posto a note fruttate. In bocca rivela un’acidità vivace e tagliente, sapidità e una buona persistenza agrumata. 

T.N 14 Solaris 2015
Precoce, resistente a oidio e peronospora, dal semi aromatico solaris si ricava un vino dai profumi più intensi, con sentori erbacei e fruttati: si distinguono agrumi e frutti a polpa gialla (pesca, albicocca). In bocca ha un finale leggermente ammandorlato. Un vino giovane che dimostra già una certa personalità.

T.N. 99 Sonnrain 2015
Si tratta di un uvaggio ottenuto con solaris, muscaris e Fr. 50/64 (incrocio con il traminer). Al carattere semi aromatico delle uve si affiancano sentori floreali e fruttati, di mango e frutto della passione. In bocca emergono piacevoli note di uvaspina e noce moscata: un vino che si presta all’abbinamento con la cucina esotica.

I vini PIWIT.N. 06 Piwi Weiss 2014 
Vino ottenuto da souvignier gris, unione di cabernet sauvignon e bronner. L’annata 2014 ha fatto una sosta di 13 mesi in botti di rovere. Si tratta di un vitigno tardivo, simile al pinot grigio. Al naso si avvertono fiori bianchi, un intenso aroma di spezie, macis e vaniglia; in bocca si rivelano sentori di lieviti ed una buona acidità, ben bilanciata dalla morbidezza dell’alcol. 

T.N. 06 Abendrot 2014
Prodotto con uve di souvignier gris, è un orange wine ottenuto con una fermentazione sulle bucce a cui segue una sosta in legno. Dal bel colore ambra aranciato, al naso presenta note di albicocca, frutta secca, spezie. Vino che offre una grande varietà di sentori, di spiccata personalità, contraddistinto da una piacevole nota amaricante finale. 

T.N. 11 Gandfels 2013 
Ottenuto da uve di cabernet cortis (1/3) e cabernet cantor (2/3), viene affinato in botti di rovere per 16 mesi.  Al naso ha eleganti sentori di frutti e spezie: si distinguono intense note di cassis, cioccolato, caramella mou, tabacco, pepe. All’assaggio è sapido ma al tempo stesso morbido, con un tannino pieno e pulito. Buona persistenza, con il tempo il vino rivela sentori diversi.
Servirsi delle competenze tecniche per ottenere vini di grande qualità e piacevolezza, senza dimenticare il rispetto per la biodiversità e la tutela dell’ambiente: questa è la rivoluzione di Niedermayr, un’impresa innovativa e coraggiosa che merita apprezzamento e diffusione.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori