Ermes Fusari - Drink Shop

Ermes Fusari - Drink Shop

Sommelier al lavoro
di Anna Basile
18 maggio 2017

La storia di una famiglia che ha investito nel proprio territorio, creduto nelle proprie forze e dato vita a una realtà in cui i valori sono al centro di tutto. Ermes Fusari, socio AIS da 30 anni. "Il mondo del vino? E' cambiato, e in meglio"

Tratto da Viniplus di Lombardia N°12

FusariErmes

Questa è la storia di una famiglia che ha investito nel proprio territorio, creduto nelle proprie forze e dato vita a una realtà in cui i valori sono al centro di tutto. La storia della famiglia Fusari comincia nella seconda metà del Novecento, quando Antonio Fusari avvia la sua attività di consegna di bevande agli esercizi privati di Nave, in provincia di Brescia. «Eravamo i distributori di gazzosa e spuma di Nave», ricorda sorridendo Ermes Fusari. «Io e mio fratello Giuliano abbiamo continuato quello cominciato da nostro padre. Nel 1986 mi sono iscritto ai corsi di sommelier a Brescia, mi affascinava così tanto già solo il nome, “sommelier”, e soprattutto avevo voglia di conoscere il vino, così ho potuto ampliare e migliorare l’attività distribuendo anche vini. Oggi abbiamo circa 1400 etichette, principalmente vini italiani, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia: cosa ci posso fare, sono patriottico!». Oggi, il gruppo Fusari ha all’attivo ben 4 punti vendita, oltre 50 dipendenti e 8 agenti sul territorio. «Dagli anni ‘60 le cose sono cambiate molto ma il territorio per noi resta sempre un punto fisso».

Questo forte legame non vi impedisce però di guardare ai mercati esteri per l’esportazione del vino italiano, un dato che è sempre in crescita, come mai?

Il mercato italiano è molto frammentato. Prendiamo in considerazione la Franciacorta: fino a qualche anno fa c’erano 50, 60 produttori, oggi possiamo contarne 135 e il nostro mercato non può recepire tutto nella stessa misura. Io stesso, per esempio, riesco a tenere appena una trentina di produttori, non c’è spazio per tutti. Ecco perché le esportazioni assorbono una fetta così importante della produzione: le piccole realtà hanno l’esigenza di guardare all’estero dove i mercati sono sempre molto aperti ai vini del nostro Paese.

È per questo che avete deciso di intraprendere attività commerciali con la Cina?

Sì, la Cina l’abbiamo proprio conquistata. I nostri clienti sono stati letteralmente sedotti dal nostro lavoro, dalla capacità che un sommelier ha di raccontare il vino e aprire nuovi orizzonti nella degustazione. Oggi abbiamo 3 enoteche di vini italiani a Guangzhou, in Cina, città non lontana da Shen Zhen, che ho visitato più volte e dove ho tenuto una degustazione con più di 400 persone. L’unico problema riguarda gli abbinamenti: purtroppo nella cucina cinese si fa un utilizzo esagerato di molte salse dai sapori persistenti, piccanti e decisamente speziati, che rendono complicato, se non impossibile, l’abbinamento con il vino.

Che gusti hanno in Cina, quali vini preferiscono bere?

Il 75% del consumo riguarda i vini rossi strutturati, con un titolo alcolometrico importante, morbidi al palato e con un tannino gentile, e magari che abbiano fatto un lungo invecchiamento. Amano moltissimo l’Amarone, il Brunello di Montalcino, il Barolo. I bianchi fermi hanno conquistato il 15%, mentre le bollicine sono le meno amate dai nostri consumatori orientali, solo il 10% dei consumatori sceglie di bere spumante.

Quanto conta per voi il mercato estero?

L’estero incide sul fatturato di circa il 9-10%, ma il mio sogno è di raddoppiare questi numeri nel giro di qualche anno, ho già in mente altri progetti che probabilmente mi vedranno aprire nuovi mercati nelle Filippine e nel Camerun. Insomma, è vero che Brescia è la mia terra, ma il mio essere sommelier mi porta a esplorare nuovi orizzonti e a farmi strada nella comunicazione del vino anche oltre i nostri confini.

Come sommelier non conosce confini, ma sembra che il legame con il territorio di Brescia la porta a dare un contributo non solo come imprenditore ma anche come “benefattore” dell’ambiente. Giusto?

Se non salvaguardiamo il nostro territorio non possiamo dire di amarlo davvero, per questo è nato “Io amo il futuro”, progetto ecologista con il quale ci impegniamo a ritirare i vuoti a rendere o i contenitori riciclabili, per dare il nostro contributo alla tutela dell’ambiente e siamo stati premiati da Bruxelles. Un altro progetto in cui ho creduto molto è stato “Bollicine solidali”, in collaborazione con Beverage Network di Bergamo: insieme a tre produttori di Prosecco - Azienda Serena, Cantine Riuniti e Maccari - abbiamo raccolto fondi per la ricerca contro le malattie rare. Vendere i loro vini era importante come non mai.

Qual è un vino che ama molto?

Uno dei miei vini preferiti è il Riserva degli angeli rosso, Capriano del colle doc, prodotto da Lazzari, oppure il rosso Bolgheri che è bilanciato nel gusto, elegante, perfetto per l’abbinamento con tanti piatti a base di carne, è un vino che piace a tanti… e li capisco. Io ho oltre 20 tipi di Bolgheri che non scelgo mai per il nome, né per il prezzo, come anche gli altri vini. Quando degusto un vino non voglio mai conoscerne il prezzo, per non lasciarmi influenzare. Mi faccio guidare solo dal vino, da quello che c’è nel calice.

Lei è da 30 anni socio AIS. Come è cambiato il mondo del vino da allora?

Moltissimo, e in meglio. E il merito è anche dell’AIS che è la migliore Associazione in campo enologico: per la didattica, la preparazione dei relatori, la competenza dei sommelier l’Ais è al primo posto in Italia. Ci ha insegnato un metodo per accostarci al vino e capirlo, per raccontarlo, è per questo che oggi ci sono così tanti sommelier competenti - due di essi sono nella mia azienda. Tengo molto a ricordare che l’Ais mi ha insegnato tanto, non solo nell’arte della degustazione ma anche nello stile e nel sapermi relazionare con gli altri. Resterò per sempre in questa Associazione.

Chi è

Ermes Fusari, nato nel 1956 a Nave (BS), sin da giovanissimo ha lavorato nel catering e nel commercio. Nel 1986 si iscrive ai corsi Ais e nel 1995 diventa Sommelier. Collabora come docente con istituti alberghieri e scuole del Bresciano, e oggi, insieme a suo fratello, gestisce una delle più grandi aziende di bevande in Italia, Drink Shop. Quest’anno riceverà un riconoscimento dall’Ais per i suoi primi 30 anni all’interno dell’associazione

DrinkShopFranciacorta_ErmesFusari

Drink Shop

via Edison 1 / 25075, Nave, Brescia Tel. 0302530085. Titolari: Ermes e Giuliano Fusari. www.drinkshop.it. Apertura: da lunedì a sabato. Orari: dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 19.30 Chiusura: domenica (dicembre sempre aperto) Specialità: cash&carry di bibite, vini pregiati, birre artigianali, whisky, liquori da tutto il mondo, tutti i tipi di bevande per un assortimento di più di 5000 prodotti.

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