I Degustatori lombardi incontrano il Gruppo Italiano Vini

Si è tenuto a Garbagnate Monastero, presso la sede di AIS Lecco, il primo incontro dell'anno del gruppo dei Degustatori lombardi. Obiettivo: approfondire i temi del confronto fra le annate e delle potenzialità evolutive dei vini.

Francesco Albertini

Il primo incontro del nuovo anno dedicato alla formazione dei Degustatori di AIS Lombardia si è tenuto sabato 19 gennaio 2019 presso la nuova sede della Delegazione di Lecco a Garbagnate Monastero. 

I partecipanti sono stati accolti dal Presidente regionale Hosam Eldin Abou Eleyoun, dal Delegato di Lecco, Rossella Ronzoni e, ovviamente, dai responsabili del Progetto Degustatori, Luigi Bortolotti e Sebastiano Baldinu. 

L’incontro è stato organizzato con la preziosa collaborazione del Gruppo Italiano Vini e, a tale proposito, è doveroso ringraziare la Signora Tiziana Mori, Responsabile delle Relazioni Esterne e il Dott. Cristian Scrinzi, Direttore enologico e di Produzione. Cristian Scrinzi, Enologo responsabile del Gruppo, benché – come ha precisato – non sia l’Enologo di alcuna delle Aziende, ha condotto, con in nostro Luigi Bortolotti, l’incontro, dedicato al confronto fra le annate e alle potenzialità evolutive dei vini nel tempo. 

I vini degustati sono prodotti dalle Aziende vinicole del G.I.V. – una grande “federazione di cantine”, secondo le parole di Scrinzi, in piena proprietà o in partecipazione, per complessivi 1600 ettari di vigneto (fra proprietà, conduzione e contratti con i fornitori delle uve) e 80 milioni di bottiglie prodotte – e di ciascun campione sono state proposte due diverse annate. 

Ogni vino è stato presentato illustrandone la storia, la filosofia produttiva e le principali caratteristiche. Sono state ricordate, altresì, le peculiarità climatiche delle annate in degustazione. Nella degustazione Luigi Bortolotti ha cercato (e rinvenuto) conferma di tali premesse e, soprattutto, ha evidenziato l’influenza dell’andamento stagionale sui vini prodotti.

Primo vino della serie, un bianco, è stato il Cà Brione (IGT Terrazze Retiche di Sondrio) della Nino Negri: un blend di chiavennasca vinificata in bianco e chardonnay, con l’apporto di vitigni semiaromatici, quali il sauvignon e l’incrocio Manzoni, sottoposti – questi ultimi – a un leggero appassimento. Di questo primo vino, che esce dal solco della tradizione Valtellinese legata ai rossi e creato da Casimiro Maule, sono state degustate due annate climaticamente diverse, la 2017, caratterizzata da un’estate calda che ha garantito ottime maturazioni e salute delle uve, e la 2015, più complessa. 

A seguire il Luna Mater, una DOCG Frascati Superiore (malvasia bianca di Candia, malvasia puntinata, bombino bianco e greco) della storica azienda Fontana Candida, vino nato per celebrarne il cinquantenario, nel 2007. Con questo prodotto l’Azienda ha deciso di puntare sulle uve autoctone – sottoposte a leggerissima surmaturazione - senza ricorrere all’affinamento in legno. Le annate proposte sono state la 2007 e la 2008 di entrambe le quali i Degustatori hanno potuto apprezzare l’ottima tenuta.

Terza proposta il Lambrusco di Sorbara brut Metodo Classico Rosé del Cristo prodotto da Cavicchioli. Anche di questo vino, che sosta per 36 mesi sui lieviti, e che è pensato per esprimere raffinatezza e freschezza, sono state presentate due annate, la 2015 e la 2014, evidenziandone le particolarità.

Con il Salice Salentino Rosso Aiace Riserva, di Castello Monaci, è iniziata la sequenza dei rossi. I campioni proposti in degustazione (2015 e 2003) hanno consentito al Dott. Scrinzi e a Luigi Bortolotti di soffermarsi sulle caratteristiche del negroamaro (vitigno che compone all’80% questo blend, completato dall’apporto della malvasia nera), anche nella prospettiva dell’affinamento, e sulle specificità della viticoltura pugliese e, in particolare, salentina.

Il quinto e il sesto vino hanno portato i Degustatori in Toscana, nel Chianti Classico, denominazione nella quale il Gruppo Italiano Vini è presente con due aziende: la storica Melini, attiva a Poggibonsi dal 1705 (!) e la Antica Fattoria Macchiavelli (la cui cantina si sviluppa proprio nei sotterranei di quella che fu la casa del celebre Niccolò Machiavelli). Anche in questo caso, assai interessante è stata la digressione sulle caratteristiche territoriali e climatiche dell’area del Chianti Classico, ben rappresentate nelle Fattorie del Gruppo, sul vitigno sangiovese, sugli stili di vinificazione e sulle peculiarità delle annate. Sono stati degustati, della Melini, il Chianti Classico Riserva Vigneto La Selvanella, dall’omonimo cru di Radda, di proprietà aziendale (annate 2013 e 2006), e dell’Antica Fattoria Macchiavelli il Chianti Classico Riserva Vigna di Fontalle, che prende il nome da un vigneto già noto all’epoca in cui il Machiavelli era proprietario della Fattoria di Sant'Andrea in Percussina, ora del G.I.V..

Ben noto ai Degustatori lombardi lo Sfursat 5 Stelle della Nino Negri (settimo vino), presentato nelle annate 2015 e 2006. Anche di questa eccellenza regionale sono state ricordate la storia e le tecniche produttive, avviando una riflessione sull’appassimento delle uve che ha introdotto la degustazione degli ultimi quattro campioni, tutti DOCG Amarone della Valpolicella.

Nella Valpolicella, in effetti, batte il cuore del Gruppo Italiano Vini, che vi possiede due aziende: Bolla (fondata a Soave nel 1883) e Santi. Anche del territorio della Valpolicella, delle sue uve e degli stili dell’Amarone ha parlato ai Degustatori Cristian Scrinzi introducendo la degustazione degli ultimi quattro campioni, i primi due targati Bolla, il terzo e il quarto Santi: Amarone della Valpolicella Classico Rhetico 2012; Amarone della Valpolicella Riserva le Origini 2012; Amarone della Valpolicella Classico Proemio 2012 e 1998. Specialmente gli ultimi due vini hanno consentito ai Degustatori lombardi di apprezzare le potenzialità evolutive dei vini della Denominazione.