AIS Bergamo ricomincia dallo champagne

Racconti dalle delegazioni
14 settembre 2020

AIS Bergamo ricomincia dallo champagne

“Storie di Vigna” inaugura la nuova stagione di incontri con un evento dedicato al vino benaugurante per definizione, lo champagne. Champagne sì, ma con “radici enologiche” in Borgogna, dato che il suo artefice, Guillame Lejeune, si è formato a Beaune ed applica il metodo borgognone alla produzione dello champagne, creando così un prodotto unico, nominato ovunque.

Stefano Vanzù

Grande successo per la prima serata post lockdown di Storie di Vigna del 7 Settembre, un incontro che ha registrato il tutto esaurito appena due ore dopo la pubblicazione dell’evento sul sito di AIS Lombardia.

Da sinistra: Stefano Berzi, Roberta Agnelli e Vittorio VezzolaNella sala “Caravaggio” dell’Hotel Settecento di Presezzo (Bg) si respirava, pur attraverso le mascherine di protezione, una grande voglia di incontrarsi fisicamente e non solo virtualmente, di discutere, di confrontarsi e ovviamente, forse soprattutto, di degustare degli champagne particolari. 

Vittorio Vezzola, importatore per l’Italia di Lejeune-Dirvang, introduce la Maison, che si trova a Tauxières-Mutry, all’incirca a metà strada tra Reims ed Épernay e ci fa conoscere un vigneron un pò atipico in Champagne, monsieur Guillame Lejeune. 

Proveniente da una grande famiglia di viticoltori attivi sin dal XVII secolo, Guillaume Lejeune ha iniziato la sua carriera nel 2010 come viticoltore in Borgogna vicino a Mercurey e dal 2015 lavora, con la moglie Carole, 3,86 ha di viti piantate per l’80% a pinot noir e per il 20% a chardonnay, per una produzione annua di circa 100.000 bottiglie.

I vigneti si trovano principalmente nei Premiers e Grands Crus dal versante meridionale della Montagne de Reims, il Premier Cru Clos des Fourches a Tarifières-Mutry e i Grand Cru di Louvois e Bouzy: pur essendo una zona storicamente votata alla produzione di uve a bacca nera (il pinot noir in primis e in misura minore il pinot meunier), qui lo chardonnay raggiunge comunque risultati molto interessanti.

La formazione borgognona di Guillame emerge da quello che potremmo quasi definire il suo motto: "Prima fai un vino generoso, poi aggiungi le bollicine per fare lo Champagne" che si riflette nei metodi produttivi utilizzati dalla sua Maison, come la coltivazione delle uve senza l’impiego di insetticidi e composti anti botrite, la fermentazione alcolica in botte grande (su tutti i vini ad eccezione del millesimato, che fa solo acciaio) per conferire maggior carattere al vino, un lungo affinamento in legno, prima dell'imbottigliamento, per apportare  più sostanza e rotondità al prodotto, la sboccatura manuale.

La degustazione, guidata da Stefano Berzi (2° posto nel concorso Miglior Sommelier di Lombardia del 2020), ci permette di apprezzare cinque vini della Maison:

  1. 1) LES SEILLES D’OR Premier Cru - pinot noir 75%, chardonnay 25% - 12% vol. - residuo zuccherino 5 gr/lt. 

Il prodotto base della Maison proviene da viti con un’età media di 31 anni, effettua una conversione malolattica naturale parziale (ovvero per il solo pinot noir, non per lo chardonnay), permane 40 mesi sui lieviti e affina in legno per 11 mesi: ne deriva un vino di un bel giallo paglierino con riflessi dorati, con bollicine fini, numerose e persistenti, che al naso manifesta note di agrumi (scorza d’arancia, bergamotto) e di mallo di noce. All’esame gusto-olfattivo si presenta slanciato, con un gradevole attacco in bocca e sentori di frutta gialla, una buona sapidità ed una “vinosità” che lo rende un ottimo aperitivo ma anche un vino da tutto pasto pur abbinandosi egregiamente con salumi, crostacei (gamberi) e formaggi caprini. Va servito e mantenuto a 10 °C per non perdere aromi e profumi.

  1. 2) MILLESIME 2012 Premier Cru - pinot noir 50%, chardonnay 50% - 12% vol. - residuo zuccherino 5 gr/lt. 

Una cuvée proveniente da viti con un’età media 25 anni del Premier Cru Clos des Fourches, nata in un anno caratterizzato da piogge estive abbondanti e devastanti che hanno causato la perdita di metà del raccolto. Vino affinato esclusivamente in vasche di acciaio inox, si presenta con un bel colore paglierino vivo e bollicine fini, numerose e persistenti. Olfattivamente più espressivo e “mascolino” rispetto al Les Seilles d’Or, evidenzia ananas, litchi, mango e un leggero sentore di camomilla; al palato è più diretto del Les Seilles d’Or, è snello e dotato di buona acidità con richiami al pane croccante e alla sapidità dell’acciuga. Lo abbineremo bene ad un risotto al Castelmagno o a un risotto alla monzese per pulire la bocca dalla grassezza della salsiccia ma si può anche osare su di un arrosto.

  1. 3) ROBERT LEJEUNE Chardonnay 2012 Premier Cru - chardonnay 100% - 12% vol. - residuo zuccherino 5 gr/lt. 

Uno champagne proveniente da viti con un’età media 25 anni del Premier Cru Clos des Fourches, che non effettua la conversione malolattica ed affina 11 mesi in botti di rovere per conferirgli struttura. Al naso è più intenso e diretto dei due vini precedenti e si avverte subito una nota casearia insieme a sentori di frutta (melone, bergamotto) e una leggera tostatura. In bocca avvertiamo mela golden e pesca nettarina. Uno champagne dotato di un’ottima persistenza e che potremo abbinare ad antipasti di verdure fresche, ravioli alle erbe, pesce fresco o carni bianche.

  1. 4) ROBERT LEJEUNE Noir et Blanc 2011 Premier Cru - pinot noir 75%, chardonnay 25% - 12% vol. - residuo zuccherino 5 gr/lt. 

Lo champagne che ha raccolto il maggior gradimento in sala è il risultato del pinot noir del vigneto Putiers “rinfrescato” da una dose di chardonnay di Clos des Fourches. La cuvée riposa 8 anni sui lieviti e il vino affina in barrique per 11 mesi. All’olfatto è subito evidente il ruolo importante dell’ossidazione che ha evoluto questo champagne “vintage” e si avvertono frutta rossa e nera (fragole, more, ribes) e chiodo di garofano in un vino che presenta una scala aromatica ben definita dove si identificano bene i vari profumi. Al palato la nota salina presente nei vini degustati in precedenza muta in una nota piccante e contribuisce all’ottima persistenza di questo champagne, da servire a 10/12 °C e che potremo abbinare a un risotto ai funghi, una tagliata di manzo, un filetto alla Rossini.

5) LES HAUTS BARCEAUX Rosé Grand Cru 2012 - pinot noir 100% - 12% vol. - residuo zuccherino 7 gr/lt. 

Un rosé di carattere, frutto della macerazione di una selezione di pinot noir, appositamente lavorata per questa cuvée, proveniente dal Grand Cru di Hauts Barceaux à Louvois e affinata in legno per 11 mesi.  Al naso è complesso ed emergono melograno, fragola, mirtillo, ribes rosso ed una caratteristica nota iodata dovuta al terreno della Montagne de Reims. In bocca è slanciato e rotondo, si riconosce la nota iodata oltre ad un sentore di violetta. Troverà ideale abbinamento con pappardelle al ragù bianco, una zuppa di pesce, una tagliata di manzo ma potrà accompagnare anche una costata di manzo se verrà servito un po' più caldo.