Alla scoperta di una Borgogna inedita e differente

Samuel Cogliati, intervistato da Alessandro Franceschini, ha presentato la sua ultima opera dedicata alla Borgogna che traduce per la prima volta in Italia i saggi di importanti studiosi borgognoni.

Matteo Redaelli

Inizialmente la mia idea era una semplice edizione aggiornata della Mappatura Statistica dei vigneti che producono i grandi vini di Borgogna, datata 1860-61. Tuttavia, nella mia ricerca letteraria mi sono imbattuto in parecchio materiale, inedito in Italia, del mondo accademico borgognone il quale mostra una nuova e inedita luce del presente e futuro del vino di Borgogna”. 

Inizia così la presentazione di Samuel Cogliati, in dialogo con Alessandro Franceschini, della sua ultima pubblicazione dal titolo “Borgogna, il terroir e il mito. Cru, climat, appellation e gerarchia in Côte d’Or” edita da Possibilia Editore (vedi qui), che si è tenuta a Garbagnate Monasterio, consueta sede di tutti gli eventi e dei corsi organizzati da AIS Lecco.

Da sinistra: Alessandro Franceschini e Samuel Cogliati

Il volume si apre con un approfondito “Preludio” curato dallo stesso Samuel Cogliati, che analizza storia, geografia, economia, politica e cultura borgognona per poi approfondire il concetto di terroir, climat e la nascita delle appellations evidenziando e commentando i punti più salienti di una serie di saggi elaborati da studiosi e ricercatori borgognoni del calibro di Marion Foucher, Jean-Pierre Garcia, Guillaume Grillon, Olivier Jacquet, Thomas Labbé e Gilles Laferté.

Gli approfonditi lavori tradotti da Samuel Cogliati e per la prima volta pubblicati in Italia, donano una fotografia inedita della Borgogna, che esamina alcuni dei momenti chiave che hanno portato alla nascita delle denominazioni d’origine del XXI secolo, con la loro articolata stratificazione qualitativa e classificazione. 

L’autore ci illustra alcuni passaggi e concetti analizzati nei saggi presenti nel volumi che ci consentono di comprendere quanto il processo di delimitazione e creazione dei cru e dei climat in Borgogna sia intricato, mutevole e sotto molti punti di vista anche controverso.
Temi come quello delle “equivalenze” e del “sostegno”, mostrano una Borgogna probabilmente poco nota ai più, che ha il merito di fornire maggiori strumenti per capire come si è formato nei secoli il concetto di terroir all’interno di un territorio diventato leggendario come quello della Côte d’Or.

La pubblicazione del Plan statistique del 1861 nella seconda parte del volume, rappresenta, infine, uno strumento fondamentale per comprendere, come scrive Samuel Cogliati nell’introduzione, «le valutazioni dei singoli vigneti (climats) a oltre 150 di distanza, e mette anche in luce aspetti di sorprendente continuità».   

La serata ha un ritmo coinvolgente e appassionante, all’interno di un continuo botta e risposta tra l’autore e chi lo intervista, con la partecipazione attiva anche del pubblico presente, che ne approfitta per chiedere ulteriori approfondimenti e impressioni.

Ovviamente, come in ogni importante evento organizzato da AIS Lombardia, non poteva mancare la degustazione. Sono stati cinque vini di Borgogna assaggiati, selezionati personalmente da Armando Castagno, autorevole relatore AIS e uno dei più fini conoscitori italiani di questa nobile regione, che hanno permesso di  scandire perfettamente la presentazione del libro, confrontando, nel dettaglio, la differente classificazione di ognuno dei vini nel 1861 e oggi.

La degustazione

Bourgogne En Montre Cul 2019 - Château De Marsannay

Siamo sulla soglia della porta settentrionale della Côte de Nuits, nella periferia di Digione. L’azienda possiede 28 ettari e molti climat all’interno di questa denominazione, ma anche importanti parcelle in altre prestigiose appellation borgognone. Olivier Halley, il proprietario, è uno dei fondatori dell’Association des Climats de Bourgogne.
Fine, delicato, vinoso, morbido, setoso e vellulato, colpisce per il suo frutto intenso che regala dolcezza e cremosità. Il tutto è unito a splendidi tannini avvolgenti e a un finale lungo, morbido e intenso.

Ladoix Vigne Adaim 2019 - Domaine Lebreuil

Siamo a Ladoix-Serrigny, questa volta all’ingresso della Côte de Beaune. L’azienda non usa erbicidi e insetticidi e dal 2011 dichiara di avere un orientamento biodinamico. L’impatto di questo pinot nero è diretto, selvaggio e vitale. Mostra un colore di grande profondità, con aromi che ricordano i frutti rossi freschi. In bocca è lungo e di piacevole rotondità. 

Monthelie Premier Cru “Sur La Velle” 2018 -  Eric De Suremain

Siamo Monthelie, piccolo villaggio tra Volnay e Meursault in Côte de Beaune. “Sur La Velle” è un vigneto classificato Premier Cru di circa 6 ettari e “Velle” sta per “Villaggio”, poiché si trova a circa 300 metri di altitudine rispetto al comune. Inizialmente timido e riservato, con l’ossigenazione si apre con ottima intensità. Naso dall’impatto animale, con note di sottobosco e frutta evoluta. Ancora giovane, ma con immediata rusticità. Al palato il vino ha in incedere pieno, ricco, con una trama tannica di ottimo carattere.

Vougeot Premier Cru 2000 - Domaine de la Vougeraie

Azienda biologica dal 1999 e biodinamica dal 2001. Il vino si presenta immediatamente in ottima forma, con una trama olfattiva deliziosa e particolarmente complessa, ricca di mineralità, speziatura, note burrose, vaniglia e agrumi. Al palato mostra un buon corpo con un finale molto lungo e persistente circondato da tannini appena accennati.

Pernand-Vergelesses Les Combottes 2019 - Domaine Rapet Père & Fils

Realtà storica di Pernand-Vergelesses con 20 ettari di proprietà dislocati nel comune che dà il nome a questa denominazione e in altri comuni, a partire dal noto Aloxe-Corton. È l’unico vino bianco della serata che chiude il nostro incontro. È uno chardonnay dal color paglierino con lievi riflessi dorati, che offre uno spettro aromatico molto intrigante e ricco di sfumature che ricordano la frutta fresca, le spezie, il miele e la pietra focaia. Il sorso è fresco, vivace e particolarmente elegante.