I vini dei Colli Euganei di Vignalta

Racconti dalle delegazioni
07 novembre 2019

I vini  dei Colli Euganei di Vignalta

Il 23 ottobre “Storie di Vigna” ha ospitato a Bergamo l'azienda Vignalta di Arquà Petrarca, piccolo comune ubicato ai piedi del Monte Piccolo e del Monte Ventolone, nei Colli Euganei. La Delegata Roberta Agnelli e il rappresentante dell’azienda, Andrea Piccoli, ci hanno condotto alla scoperta dei vini e di un terroir davvero particolare.

Stefano Vanzù

Il piccolo borgo medioevale di Arquà Petrarca, il cui nome deriva forse da Arquata montium, che significa “chiostra dei monti”, deve certamente la sua notorietà alla fama del grande poeta Francesco Petrarca, che qui visse fino alla sua morte, avvenuta verso la mezzanotte del 18 luglio 1374 (si narra sulla sua scrivania, fra i suoi amati libri) ma per noi appassionati estimatori del nettare di Bacco c’è anche un altro motivo che ci spinge alla scoperta di questo territorio: parliamo ovviamente dei vini dei Colli Euganei e in particolare di quelli dell’Azienda Agricola Vignalta, ospite della nostra delegazione il 23 ottobre scorso.

L’azienda, situata all’interno del Parco regionale dei Colli Euganei (il più grande parco termale d’Europa), nasce nel 1980 dalla passione e dalla intraprendente iniziativa di tre amici, Lucio Gomiero, Paolo Guzzo e Luciano Salvagnin che sin dall’inizio hanno creduto nelle potenzialità di questo vocato territorio, coltivando e producendo l'aromatico moscato giallo (Fior d'Arancio) ma anche vitigni di origine bordolese, come merlot, cabernet ed internazionali come lo chardonnay o il pinot bianco, abbinandoli ai migliori terroir.

I vigneti aziendali, ad alta densità di impianto, si estendono complessivamente su 50 ettari di terreno vitato, 35 di proprietà e 15 in affitto, situati nei comuni di Arquà, Baone, Cinto Euganeo e Valnogaredo, coltivati secondo pratiche di viticoltura convenzionale.

I Colli Euganei sono un gruppo di rilievi di origine vulcanica caratterizzati da forme e altezze eterogenee, che sorge, pressoché isolato, sulla pianura veneta centrale, a sudovest di Padova occupando un'area dal perimetro approssimativamente ellittico di quasi 22.000 ettari; si presentano come colline generate da poderose spinte vulcaniche (ma non sono vulcani spenti perché qui non sono mai avvenute eruzioni in superficie) e sono nati circa 30 milioni di anni fa in seguito ad eruzioni sottomarine con effusioni di lava basaltica seguite da un'attività caratterizzata da magmi viscosi, che hanno condotto alla formazione di depositi di trachite, che è appunto una roccia magmatica effusiva dotata di una grande capacità igroscopica.

Il terreno è caratterizzato dalla presenza nel sottosuolo di importanti depositi di scaglie calcaree bianche, residui degli antichi fondali marini sollevati dalle spinte vulcaniche e da varie zone in cui sono affioranti grandi fasce di trachite.

A sinistra, scaglia calcarea bianca, a destra, trachite euganea

Inoltre è importantissima, anche dal punto di vista vitivinicolo, la presenza nel sottosuolo di acque termali. L'acqua, che proviene dai bacini dei Monti Lessini, nelle Prealpi, defluisce nel sottosuolo attraverso la roccia calcarea, arrivando fino ad una profondità di 2000-3000 metri, e viene trattenuta ad alta temperatura e a forte pressione per un percorso di circa 80 chilometri durante un periodo medio di 25/30 anni. Lungo il percorso l'acqua si arricchisce di sali minerali ed infine arriva agli stabilimenti termali del bacino euganeo dove sgorga alla temperatura di 87 °C.

La cima più elevata e nota è il monte Venda (601 m s.l.m.) ed Andrea Piccoli ci racconta di come questo colle sia un ideale confine fra due territori enologicamente diversi: a nord del monte Venda siamo in una zona di vini bianchi mentre a sud ci troviamo in una “piccola Toscana euganea” vocata alla produzione di vini rossi, con precipitazioni meno abbondanti (600-700 mm/anno) del nord e dove addirittura cresce spontaneo il cappero.  

Il clima dei Colli Euganei è caratterizzato dalla loro orografia: i versanti esposti a sud godono di un maggiore soleggiamento rispetto a quelli posti a nord. Sui Colli è inoltre meno accentuato il fenomeno dell'inversione termica notturna rispetto alla pianura. Di contro, però, sui Colli Euganei vi sono maggiore ventilazione e minore umidità, grazie all'altitudine ed anche dalla scarsa urbanizzazione che lascia molto spazio alle aree verdi che rinfrescano notevolmente la zona.

La degustazione

1) Brut Nature Metodo Classico VSQ - Friularo di Bagnoli vinificato in bianco - 12% vol. - Sboccatura Gennaio 2019 - Temperatura di servizio 6 °C

Siamo in presenza di un Metodo Classico prodotto con un’unica uva a bacca nera, l’autoctona friularo di Bagnoli (un clone del veneto raboso del Piave, caratterizzata da un tannino importante). L’uva subisce una pressatura soffice con resa del 50% in mosto, la fermentazione in bianco avviene in acciaio inox a temperatura controllata ed è seguita dalla conversione malolattica. Il vino affina per 9 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 lt., dopo questo periodo al 50-60% del prodotto presente nel tonneau si aggiunge del vino dell’anno precedente e infine segue l’affinamento sui lieviti in bottiglia per 4 anni (per le bottiglie da 0,75 lt) o 6 anni per il formato Magnum. Alla sboccatura il vino non è addizionato di “liqueur” né di zuccheri e presenta un’acidità totale di 14 gr./lt con un pH < 3. In degustazione si presenta di un bel giallo paglierino intenso (simile a quello di spumanti ottenuti da pinot meunier, con i quali è stato confuso in alcune degustazioni), con bollicine estremamente fini; al naso è complesso, fruttato di pesca gialla con una nota di caramella dolce a fine olfazione mentre in bocca è secco, molto fresco (la sua caratteristica principale), cremoso (poiché non subisce chiarifiche in vinificazione) con una sapidità presente ma attenuata dalla grande freschezza, intenso, persistente, equilibrato ed armonico.

2) Pinot Nero Veneto IGT 2015 - 100% pinot nero - 13% vol. - Temperatura di servizio 16 °C

Elegante e particolare, questo Pinot Nero viene ottenuto pressando i grappoli interi con i propri raspi (come si fa ad esempio nella celeberrima Romanee-Conti) ma a condizione che sia gli acini che i raspi siano perfettamente maturi. Il vino affina in tonneaux da 500 lt di rovere (non di primo passaggio) per 18 mesi poi matura in bottiglia per almeno 12 mesi e non subisce alcuna operazione di stabilizzazione. In degustazione è lucente, intenso, di colore rosso rubino cupo con un’unghia granata che lo fa sembrare ancora più maturo. Olfattivamente si  presenta molto intenso e complesso, vegetale di erba secca e sottobosco con una bellissima speziatura di pepe bianco e noce moscata per poi aprirsi, ossigenandosi, con sentori fruttati. Al palato avvertiamo rabarbaro, radice di liquirizia e un retrogusto di viola; è molto fresco, secco, sapido, abbastanza morbido, abbastanza equilibrato ed abbastanza armonico poiché sta ancora evolvendo ed infatti lo classifichiamo fra il giovane ed il pronto. 

3) Rosso Riserva Colli Euganei DOC 2014 - 60% merlot, 40% cabernet sauvignon - 14% vol. - Temperatura di servizio 18 °C

Servono 14 giorni di fermentazione e macerazione in serbatoi d’acciaio con lieviti selezionati, 6 rimontaggi al giorno e temperatura controllata a 27 °C, un affinamento in botte di rovere francese da 500 lt per 24 mesi più 6 mesi in bottiglia per ottenere questo taglio bordolese rosso rubino cupo, abbastanza intenso e complesso, che al naso evidenzia note di frutta rossa sotto spirito, di bacca, di verde grasso, cannella e noce moscata. In bocca è secco, caldo, fresco, tannico e sapido, spinge più sulle durezze che sulle morbidezze rivelandosi abbastanza equilibrato, armonico e persistente.

4) Gemola Colli Euganei DOC 2012 - 70% merlot, 30% cabernet franc - 14,5% vol. - Temperatura di servizio 18 °C

Il vino dei Colli Euganei più premiato, che quest’anno ha ottenuto le 4 viti della Guida Vitae 2020, nasce dalle uve di un vigneto di 22 anni sul Monte Gemola, esposto a sud/sud-est a 150 metri di altitudine su un terreno di rocce vulcaniche disgregate (trachite) che apportano al vino una grande eleganza e finezza. Affina in botti nuove in rovere francese da 500 lt per 36 mesi poi in bottiglia per almeno 12 mesi e in degustazione è limpido, colore rosso rubino cupo, consistente, all’olfatto molto intenso ed ampio, regalando inizialmente sentori di rosa e piccoli frutti rossi, cui seguono fiori in appassimento, una nota mentolata, speziatura di tabacco e cacao, cuoio e una delicata traccia di china. Al palato è secco, caldo, fresco, tannico e sapido, equilibrato ed armonico, oggi è certamente pronto ma sicuramente migliorerà ancora negli anni. 

5) Agno Tinto Rosso del Veneto IGT 2013 - 100% syrah - 14,5% vol. - Temperatura di servizio 18/19 °C

Vino prodotto con uve syrah e petit syrah (quest’uva in particolare rende più evidente nell’Agno Tinto la componente tannica, solida ma elegante, rispetto ad un syrah normale) allevate a cordone speronato a 4.500 piante/ha su un suolo calcareo bianco e rosso. In degustazione si presenta limpido, di un bel rosso rubino compatto - fitto e cupo - e consistente. Al naso è intenso, complesso e fine, offrendo sentori di fiori appassiti, frutti rossi in macerazione, evidenti la speziatura e la nota balsamica, si avvertono anche tabacco, cacao, cuoio, liquirizia nera e una nota polverosa di grafite. In bocca è caldo, abbastanza morbido, fresco, giustamente tannico e sapido, rivelandosi un vino in grado di durare nel tempo.

6) Alpianae Fior d’Arancio Passito DOCG 2015 - 100% moscato giallo (Fior d’Arancio) - 11% vol. - Temperatura di servizio 10 °C

La nostra degustazione non poteva che terminare nel più classico dei modi, sorseggiando questo vino pluripremiato (ultimo riconoscimento in ordine di tempo i 3 bicchieri della guida Gambero Rosso 2020) che può vantarsi di essere stato il primo passito dei Colli Euganei creato nel 1987, in anticipo rispetto al riconoscimento della DOC Colli Euganei (1994) e della specifica DOCG Fior d’Arancio (2011). Partendo da 80 q.li/ha di uva in vigna, dopo l’appassimento si ottengono 24 litri di mosto per 100 kg di uva, vengono effettuate la pigiatura e la pressatura dopo 4 mesi di appassimento in fruttaio e una lunga e lenta fermentazione per 18 mesi in botte di rovere seguite da un affinamento di 6 mesi in bottiglia: in sintesi, per produrre 500 bottiglie da 375 ml. sono necessari circa 250 q.li di uva. Il tempo e il lavoro in cantina creano un passito con circa 240 gr/lt di zuccheri residui e circa 100 mg/lt di anidride solforosa (non vi verrà il mal di testa se ne bevete un pochino di più…). In degustazione è brillante, di uno splendido giallo dorato intenso con leggeri riflessi ambrati, consistente, molto intenso e molto complesso. All’olfatto profuma di gelsomino e fiore di zafferano, più ancora di frutta candita, albicocca matura, arancia e non manca la nota mentolata avvertita anche in altri vini di Vignalta. In bocca è fresco, sapido, morbido ed avvolgente, equilibrato, persistente ed armonico, sicuramente pronto, un grande vino da fine pasto da abbinare con dolci alle mandorle e da provare con i formaggi erborinati.

Andrea Piccoli con il Gruppo di lavoro AIS Bergamo: da sinistra Luigi Mascaretti, Tiziana Bacchione, Andrea Piccolo con la Delegata Roberta Agnelli, Maurizio Beretta, Sommelier in servizio, Stefano Vanzù.Al termine della bella serata, ci intratteniamo a parlare con Andrea Piccoli e scopriamo che, oltre ad essere un Architetto di formazione, è un Sommelier per passione, appassionato e curioso, in continuo confronto con vari enologi che frequenta per lavoro. Sulla distinzione fra le due figure protagoniste nel mondo del vino, Andrea ci regala una bella definizione: l’enologo crea il vino, il sommelier lo legge.