Il volto istrionico e mutevole dello chardonnay

Per la rassegna “Allenamento|Degustazione alla cieca” Gabriella Vottero Fin e Gianmaria Gregori ci conducono attraverso la camaleontica espressività del principe dei vitigni bianchi internazionali: lo chardonnay

Margherita Bruciamonti

La serata di degustazione alla cieca, tenutasi presso la sede di AIS Pavia, ha visto come protagonista assoluto lo chardonnay, vitigno internazionale e poliedrico. 
L’incontro di allenamento, nella sua veste ormai consolidata, è stato guidato da Gabriella Vottero Fin, sommelier e degustatore di consolidata esperienza, e Gianmaria Gregori, sommelier di più recente corso e neo-degustatore.

La serata si è aperta con una sorpresa da parte dei conduttori: ad ogni partecipante, infatti, è stato consegnato materiale didattico composto da una breve informativa sullo chardonnay, da uno schema illustrato per identificarne a colpo d’occhio le diverse caratteristiche e da un curioso quiz composto da sei domande, alle quali i partecipanti sono stati invitati a rispondere per ciascuno dei campioni di vino degustato.

Gabriella ha aperto la serata spiegando la peculiarità di queste degustazioni alla cieca: una sola bottiglia per tipologia di vino per dodici persone, che possono disquisire e condividere impressioni e sensazioni.

I 6 vini che sono stati degustati provenivano da aree geografiche diverse ed erano di tipologie eterogenee: dal metodo classico, al vino fermo d’annata, al vino fermo più evoluto. 

Da qui la proposta da parte dei relatori di focalizzare l’indagine su alcuni passaggi chiave quali filo conduttore dell’incontro: la provenienza del vino da una zona a clima caldo o freddo, lo svolgimento o meno della fermentazione malolattica, l’eventuale passaggio in legno.

Gianmaria ci spiega che, pur essendo lo chardonnay un vitigno con grande capacità di adattamento – basti pensare che può essere coltivato in latitudini fredde come nella regione dello Champagne, ma anche in climi caldi, come in Sicilia o in Israele – è sbagliato concludere che dia origine a vini con un gusto omologato.

La peculiarità dello chardonnay è infatti quella di essere estremamente riconoscibile nel calice, pur dando vita a vini completamente diversi, in base allo stile voluto dal produttore.

Perfetta sintesi tra chi esalta il vitigno, chi vuole promuovere il territorio e chi lo vinifica.

La degustazione

Franciacorta DOCG Satèn Premier - Marzaghe
Vitigno: 100% chardonnay – 40 mesi sui lieviti – 12,5% vol. residuo zuccherino 6,30 g/l.

Giallo paglierino con riflessi dorati, perlage fine e persistente. Al naso il primo impatto di note fresche e agrumate lascia spazio ad aromi di panificazione e pasticceria. In bocca si presenta fresco e sapido.

Si discute tra i partecipanti sulla difficoltà nella valutazione alla cieca degli spumanti, essendo vini elaborati. Risulta difficile individuare anche le caratteristiche del vino base, che si scopre non avere svolto la fermentazione malolattica e aver effettuato la prima fermentazione in legno.

Franciacorta DOCG Satèn Diavolo Allegro - La Fioca
Vitigno: 100% chardonnay- presa di spuma con l’aggiunta di soli 20 g/lt di zucchero per ottenere una minor pressione in bottiglia – 5 atm anziché 6. Affinamento 48 mesi sui lieviti. 12,5%vol.

Giallo paglierino con riflessi dorati, perlage abbastanza fine e persistente. Al naso impatto intenso e complesso: profumi di mela e di frutta tropicale, note di speziatura dolce. In bocca l’acidità è ben equilibrata nonostante i soli 2g/lt di zucchero residuo, risulta cremoso e avvolgente, con bella persistenza.

Si commenta come la produzione biologica lasci una bella impronta nella ricchezza di gusto e nella persistenza in bocca. Il vino non ha svolto la fermentazione malolattica, ma una parte della massa base ha fatto maturazione in botte grande.

IGT Lazio Chardonnay 2021 - Casale del Giglio
Vitigno: 100% chardonnay, le uve sono solitamente vendemmiate nei primi di settembre. Dopo la fase di fermentazione, che si sviluppa nel tempo di 6–8 giorni, la temperatura del vino viene ridotta al fine di evitare l’avvio della malolattica. La sua conservazione prosegue per circa 3–4 mesi in acciaio.13% vol.

Giallo paglierino e di buona consistenza, al naso sorprende per l’intensità e per i ricchi profumi di agrumi, melone bianco, pesca e gesso. Lievi richiami floreali. In bocca buona corrispondenza di morbidezza e sapidità, con un finale persistente e accattivante.

Sorpresa della serata, i partecipanti non riescono ad intuire la zona di provenienza: la complessità e la persistenza colpiscono. Si commenta come la produzione vinicola del Lazio e in particolare della provincia di Latina abbia avuto una veloce evoluzione e propone oggi vini molto interessanti.

Garda Meridiano DOC 2000 - Ricchi
Vitigno: 100% chardonnay. Dopo la fase di fermentazione a temperatura controllata, il vino è messo ad affinare in tonneau di secondo passaggio per alcuni mesi. 14% vol.

Giallo paglierino con riflessi dorati, si presenta al naso intrigante con note di pasticceria dolce, vaniglia, frutta esotica matura e arancia candita. In bocca secco e caldo, lascia intuire una vinificazione particolare, con maturazione in legno e conseguente svolgimento della fermentazione malolattica.

Si commenta sulla scelta di far svolgere la malolattica nei vini bianchi e, in questo caso, dell’apporto del legno che contribuisce in modo molto ricco ed equilibrato.

Curtefranca Bianco DOC Alma Terra 2000 - Bellavista
Vitigno: chardonnay 100%. La vinificazione di uve provenienti da 4 vigne distinte, vede l’affinamento in piccole botti di rovere per il tempo più opportuno a raggiungere una perfetta stabilità aromatica e gustativa. 13% vol.

Giallo paglierino con riflessi verdolini, al naso non molto intenso ma decisamente complesso.
I sentori dapprima  floreali e fruttati di susina gialla e ananas sono seguiti da profumi più evoluti  di erbe appassite, spezie e note burrose. In bocca si ritrova una perfetta rispondenza: all’impatto morbidezza e calore, a cui fanno da contrappunto freschezza e sapidità. Di corpo, chiude con una coda di note balsamiche e erbe mentolate.

Si commenta sulla fermentazione in legno: qui si avvertono molto gli elementi apportati, pur mantenendo le caratteristiche del vitigno.

IGT Provincia di Pavia Bianco San Donè 2019 - Marco Vercesi
Vitigno: chardonnay 100%. L’uva viene selezionata per maturare in piccole botti di rovere per almeno 1 anno. 13.5% vol.

Giallo dorato pieno al naso prima si apre su note vegetali importanti, sentori di burro e di zafferano, seguite solo in un secondo momento da sentori fruttati e speziati. In bocca molto pulito e diretto, avvolgente e strutturato  con un finale leggermente amaricante e piacevole. Persistente, lascia percepire un sentore fumé in retrolfazione.

Si commenta sulla tipologia di vinificazione per “iperossidazione” ovvero messo in botti dopo la pigiatura e lasciato andare a fine fermentazione in modo spontaneo. In questo tipo di vinificazione è difficile riconoscere il territorio. Il curioso nome di fantasia è dovuto alla difficoltà di pronuncia del nome francese chardonnay, tradotto in “San Doné” dagli anziani del posto.