L'Amarone delle Famiglie Storiche

“Storia, passione, progetto”. Queste le parole che riassumono lo spirito dell’Associazione delle Famiglie Storiche, a rammentare che custodire un territorio vitivinicolo significa anche fare squadra. Tredici etichette memorabili di Amarone sono state protagoniste di una masterclass condotta da Artur Vaso.

Florence Reydellet

Nel girovagare tra le vigne di collina della Valpolicella, una visita a una Famiglia Storica - o anche a più d’una! - è una tappa obbligata: lì troverete espressioni magnifiche dell’Amarone. La ricerca della qualità assoluta e dell’autenticità è, difatti, la missione dell’Associazione che riunisce oggi tredici famiglie di aziende storiche della denominazione.

Lo straordinario successo dell’Amarone, dall’approvazione della DOC nel 1968 ai giorni nostri, ha portato grandi soddisfazioni al comparto, ma anche qualche preoccupazione legata alla diffusione di bottiglie impostate su criteri meramente commerciali. La rincorsa delle tendenze del mercato ha generato nel tempo vini poco rispettosi della tradizione, con morbidezze eccessive a scapito dell’eleganza e della longevità, e una politica dei prezzi inadeguata al prestigio acquisito dall’Amarone. Ecco allora nel 2009 la nascita dell’Associazione, baluardo di eccellenza e custode di un territorio che aspira a essere riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.  

Durante la masterclass che, insieme al banco di assaggio, ha caratterizzato l'evento organizzato da AIS Milano lo scorso 15 novembre e dedicato all'Amarone delle Famiglie Storiche, Alberto Zenato, attuale Presidente dell'Associazione, ha fornito un quadro succinto del panorama vitivinicolo della Valpolicella, tra caratteristiche geografiche e ampelografiche.

Territorio e ampelografia

L’areale di produzione dell’Amarone è, come detto, quello della Valpolicella, tra il Lago di Garda e i Monti Lessini, in provincia di Verona. Il territorio si suddivide in tre zone:

  • la Valpolicella Classica, la zona più storica e più a ovest della denominazione, con le cinque vallate: Fumane, Marano, Negrar, Sant’Ambrogio e San Pietro in Cariano. Interessa una superficie di circa 3.300 ha: l’Amarone che ne nasce si contraddistingue per un’indole più austera;
  • la Valpolicella Valpantena, collocata al centro della denominazione: qui la viticoltura è meno diffusa (450 ha all’incirca), ma l’Amarone che se ne ricava si è fregiato di prestigiosi allori;
  • la Valpolicella Orientale, a est della Valpantena e localmente chiamata “Valpolicella allargata”: cinque vallate (Squaranto, Marcellise, Mezzane, Illasi, Tramigna) per un totale di 3.600 ha circa: regala degli Amarone che coniugano struttura e finezza del frutto.

Vero è che, dal punto di vista climatico, ogni vallata possiede un proprio microclima. Occorre prendere nota, tuttavia, che l’intero areale è caratterizzato da inverni freddi ed estati calde, con le ventilazioni benefiche della Bora (vento freddo e secco che soffia da nord-est) e dello Scirocco (caldo e umido che soffia da sud-est). La piovosità, dal canto suo, è più elevata di quanto si potrebbe pensare: in media 1.500 mm l’anno nelle zone collinari.

Artur Vaso e i Sommelier in servizio

Per quanto attiene invece alla litologia, molto sfaccettata è la situazione da vallata a vallata. A grandi linee, si rinvengono un misto di calcare, marna, basalto, argilla e detriti di roccia di origine morenica (ossia una materia che ghiacciai e fiumi hanno eroso e ridepositato) e vulcanica. Si individuano quattro fasce altimetriche successive: la pianura, poco propizia alla viticoltura di qualità; una bassa collina di origine vulcanica e alluvionale, il cui strato superficiale è poco profondo, povero in sostanza organica e ricco in argilla e calcare; una fascia medio-collinare di origine vulcanica e glaciale, anch’essa ricca in argilla e calcare; un’alta collina, sempre di origine vulcanica e glaciale, ricca di calcare e vene gessose. In questo contesto, è tradizionalmente diffusa, specie nelle quote più elevate, la costruzione di muretti a secco, le cosiddette marogne. In italiano il termine indica un «informe mucchio di sassi», sebbene dietro queste opere vi sia tutta la sapienza e l’ingegno degli avi: riscaldati dal sole, i sassi diventano collettori di calore e, d’inverno, mitigano gli effetti del gelo sulle radici delle viti.

L’Amarone si caratterizza per la sua composizione ampelografica: la tradizione impone l’uvaggio di corvina veronese (che assume un ruolo preponderante per la sua capacità di appassimento) corredata dal corvinone (per l’opulento corredo aromatico), dalla rondinella (per tinta e sapidità), dalla molinara (per la freschezza) e dall’oseleta(per il corpo). Altre autoctone a bacca rossa (quali, ad esempio, dindarella e rossignola) possono concorrere fino a un decimo del totale.

L’Amarone delle Famiglie Storiche

Forti di tale campionario di dati, possiamo dunque constatare che l’Amarone delle Famiglie Storiche è il portato di un approccio ragionato: al fine di valorizzare gli appezzamenti più rilevanti dell’area di produzione, sono favoriti i singoli vigneti e accurata è la selezione delle uve che provengono dai terreni collinari. Inoltre, l’appassimento è da considerarsi una seconda maturazione: le uve debbono essere appassite fino a una percentuale di alcol minimo del 15% (contro i 14% previsti dal disciplinare di produzione) e non possono essere vinificate fino al primo di dicembre (alcuni produttori aspettano addirittura fino a gennaio). Da ultimo, le Famiglie si distinguono per la loro filosofia dell’attesa: l’affinamento si protrae per 30 mesi (contro i 24 mesi richiesti dal disciplinare).

La degustazione

Tutte le tredici etichette si possono trovare presso l’Antica Bottega del Vino, locale della città di Verona che affonda le sue radici nel Cinquecento e che le Famiglie Storiche hanno acquistato nel 2010.

Amarone della Valpolicella DOCG 2013 – Torre d’Orti
(Presentato da Franco Piona)
Portentoso per complessità dei profumi: esprime un ventaglio di sensazioni odorose che esordiscono con la marasca e volgono sulla spezia dolce. Palato caldo ed etereo che, purtuttavia, esalta la freschezza e ne ipoteca il futuro. Un giovane liquido, già tanto buono!

Amarone della Valpolicella Classico Riserva DOCG Fieramonte 2011 – Allegrini
(Presentato da Silvia Allegrini)
Rubino cupo, persino impenetrabile alla luce. Naso sfaccettato dall’esordio fruttato - marasca sciroppata e ciliegia sotto spirito - con ricordi di spezie e tabacco biondo. Sorso virile, ricchissimo in estratto, in cui sapidità e un tannino ancora scalpitante restituiscono equilibrio. Chiusura gradevolmente amaricante.

Amarone della Valpolicella Classico Riserva DOCG Capitel Monte Olmi 2011 – Tedeschi
(Presentato da Sabrina Tedeschi)
Rubino dai leggeri riflessi granato. Il ventaglio aromatico spazia da intensi profumi di menta piperita e amarene sotto spirito alle spezie dolci. Sorso fresco e vitale, dal tannino presente ma setoso. Chiude lungo su sfumature balsamiche.

Amarone della Valpolicella DOCG Campo dei Gigli 2010 – Tenuta Sant’Antonio
(Presentato da Tiziano Castagnedi)
Granato intenso con smaglianti guizzi rubino. Opulento e ampio, esordisce all’olfatto con profumi di frutto evoluto, pepe, noce moscata e infine un richiamo di carruba. Il sorso è equilibrato, di bella freschezza - a bilanciare la morbidezza alcolica – presagio di lunga prospettiva di evoluzione nel tempo. Finale persistente segnato da richiami fruttati.

Amarone della Valpolicella Classico Riserva DOCG 2010 – Tommasi De Buris
(Presentato da Piergiorgio Tommasi)
Granato pregno di materia colorante. La finezza dei profumi inebria l’olfatto: ciliegia sotto spirito, arancia rossa, viola appassita e rosa canina. Un balsamico di eucalipto, poi. Il gusto, preciso ed equilibrato, palesa una freschezza acida e un tannino sontuoso. Si congeda lentamente e lascia immaginare ottime prospettive di evoluzione. Un vino da meditazione, questo.

Amarone della Valpolicella DOC Classico Riserva Sergio Zenato 2009 – Zenato
(Presentato da Alberto Zenato)
Manto granato, fitto e luminoso. Accattivante al naso con sentori di prugna secca e ciliegia sciroppata, attorniati da cioccolato e da una suggestione alcolica. Quindi toni soffusi di arancia amara. Sorso secchissimo nonostante il naso abbia lasciato presagire ben altro: è nitido, fresco, dall’ottimo equilibrio. Vino magnifico con ulteriori margini di crescita.

Amarone della Valpolicella DOC Classico Riserva 2009 – Venturini
(Presentato da Sara Valitutto)
Granato cupo e impenetrabile. Si esprime con suggestioni di caffè, seguite da cioccolato e scorza d’arancia. Splendida la bocca, dove la contrapposizione tra freschezza, morbidezza e tannini garbati porta a un’omogeneità invidiabile. Finale agile e scattante.

I vini

Amarone della Valpolicella Classico DOC Monte Ca’ Bianca 2007 – Begali
(Presentato da Giordano Begali)
Granato con una marcata componente estrattiva. Profuma di cacao, bacca di vaniglia ed erbe evolute, seppur l’esordio sia un poco introverso. Necessità di tempo per elargire la progressione sul frutto maturo e note di cacao. Mostra un tannino domato, complemento di una struttura ancora fresca e vivida.

Amarone della Valpolicella Riserva DOC 2007 – Brigaldara
(Presentato da Stefano Cesari)
Granato di grande consistenza e luminosità. Il bouquet esprime sentori di spezie dolci e belle declinazioni fruttate di ribes e arancia rossa. Seguono con grazia la china ed echi balsamici. Al palato è avvolgente, con la freschezza a sostegno del sorso. Chiude su ricordi di amarena. Un vino perfetto in ogni suo componente.

Amarone della Valpolicella Riserva DOC 2007 – Musella
(Presentato da Emma Trestin)
Granato lucido dalla trama fitta. Ha naso integro, nonostante sia inizialmente lento ad aprirsi. Svela progressivamente la propria complessità: una ricchezza fruttata (fresca e declinata in confettura) fa da contraltare alla felce e a una coltre speziata. Bocca piena – perfino masticabile – lunga e salina in persistenza.

Amarone della Valpolicella Classico DOC Calcarole 2005 – Guerrieri Rizzardi
(Presentato da Giuseppe Guerrieri Rizzardi)
Esibisce un color granato scuro. Il naso è gremito di suggestioni balsamiche (eucalipto e menta in evidenza), a tratti boschive, che aprono la strada a finezze agrumate, alle spezie e alla gelatina di lampone. Il sorso corrisponde in tutto e per tutto: caldo e ricco, su cui si immette l’ordito intessuto di freschezza. Un prestigio di vivacità e di bell’audacia.

Amarone della Valpolicella Classico DOC Vigneto Sant’Urbano 2004 – Speri
(Presentato da Paolo Speri)
Rosso granato impeccabile. Impatto olfattivo esuberante con tanta china e rabarbaro, poi abbondanza di fiori recisi e confettura di more. La fase gustativa rivela equilibrio, con tannini integrati e bella acidità a supporto. Non gli manca nulla.

Amarone della Valpolicella Classico DOC Vaio Armaron 2001 - Serego Alighieri Masi
(Presentato da Giacomo Boscaini)
Rosso granato vivo. Notevole la stratificazione dei profumi: una sequenza fruttata di amarena e ciliegia sotto spirito s’intrecciano a tratti più vegetali che riportano freschezza al naso. Bocca succosa, di leggiadro equilibrio, sorprendente per tenuta e persistenza. Insomma, un gigante.

Come sottolinea Artur Vaso al termine della degustazione, rammentando le parole di Sandro Boscaini, patron dell’azienda Masi, i tredici vini sono tutti accomunati da una «illusione di dolcezza», che però non si avverte al gusto, a tutto vantaggio di una beva equilibrata.

Non ci rimane, infine, che ringraziare Franco Piona (Torre d’Orti), Silvia Allegrini, Sabrina Tedeschi, Tiziano Castagnedi (Tenuta Sant’Antonio), Piergiorgio Tommasi, Alberto Zenato, Sara Valitutto (Venturini), Giordano Begali, Stefano Cesari (Brigaldara), Emma Trestin (Musella), Giuseppe Guerrieri Rizzardi, Paolo Speri e Giacomo Boscaini (Masi Agricola).