Piemonte in bianco: il Cortese

Francesco Ferrari, sommelier, degustatore e relatore AIS, follemente innamorato del Piemonte, la sua terra, ci ha parlato del vino Cortese, considerato dai più leggero e immediato, e ci ha stupito raccontandoci e dimostrandoci come nel bicchiere sappia egregiamente sfidare il tempo.

Daniela Recalcati

In Piemonte, il vino bianco occupa il 35% della produzione e il cortese è il secondo vitigno bianco coltivato, dopo il moscato, coprendo una superficie di 2500 ha (1500 nella zona di Gavi), con una produzione di circa 20 milioni di bottiglie all’anno. Il Cortese è un vino più famoso all’estero che in Italia; infatti, l’85% del prodotto viene esportato, soprattutto in Russia e nel Nord-Europa.

Cenni storici

La leggenda narra che i nomi di Gavi e del Cortese derivino dalla principessa alto-medievale Gavia,  giovane bella e “cortese“. In realtà il cortese è un vitigno autoctono a bacca bianca, di millenario stanziamento nella zona a sud di Alessandria, da Ovada fino ai Colli Tortonesi, eletto a “bacca di corte” dalla nobiltà rinascimentale genovese.

Francesco FerrariÈ datato 3 giugno 972 il documento in cui Teodolfo, vescovo di Genova, cita i vigneti posseduti dalla Chiesa nei luoghi presso Gavi e in particolare quelli della zona di Meirana. Nel 1616 Ferdinando Gonzaga, VI duca di Mantova, ordina un inventario minuzioso di tutti i suoi possedimenti: nelle cantine della fortezza di Casale Monferrato risultano conservati, in grandi botti, due vini, il Grignolino e il Cortese il cui nome viene attestato per la prima volta.

Nel 1659, quando la zona di Gavi apparteneva alla Repubblica di Genova, nel castello di Montaldeo - di proprietà della famiglia Doria - si piantava in prevalenza cortese, con qualche vermentino e “nebbioli dolci”.

Nell’800, il conte Giuseppe Nuvolone Pergamo e il marchese Leopoldo Incisa della Rocchetta, descrivono il vitigno cortese e lo ritengono «utile per i vini da bottiglia Moscato e Malvasia». Nel 1869 il Ministero dell’Agricoltura del Regno d’Italia crea una commissione per redigere l’Ampelografia della provincia di Alessandria; il cortese viene descritto come «un vitigno neutro dal sapore semplice, delicato e con note sapide, dal quale si possono ottenere pregevoli spumanti e che, frequentemente, viene mischiato con altre uve, particolarmente moscato e malvasia».

Nel XIX secolo il Cortese si attesta anche come vino da evoluzione; all’esposizione di Firenze del 1861 viene premiato un Cortese di Grinzane del 1947 prodotto da Louis Oudart, con ben 14 anni di evoluzione. Negli anni ‘60 del secolo scorso Vittorio Soldati, cugino di Mario e proprietario della tenuta La Scolca, dà vita alla bottiglia che lancia il Gavi nel mondo: il Gavi dei Gavi Etichetta Nera. Il figlio Giorgio, negli anni ’70, riporta in auge la spumantizzazione con il Soldati Brut.

Il terreno e il vitigno

Venti milioni di anni fa tutta la pianura padana e il territorio collinare adiacente erano coperti dal mare: il sottosuolo, quindi, è costituito da rocce sedimentarie di origine marina. In linea di massima, nelle zone più vicine agli Appennini e più ripide, il sottosuolo ha una matrice prevalentemente calcareo-sabbiosa mentre nelle zone centrali prevale la componente argillosa e limosa.

I terreniIl suolo si divide in due macro-famiglie: quello semplice, di colore bianco e quello evoluto, di colore rossiccio. Il primo, calcareo-sabbioso, è simile al sottosuolo e si trova, in genere, nelle zone più ripide e più soggette a fenomeni di erosione; il secondo, argilloso, è presente nelle zone meno ripide, fa in tempo a evolvere e a ferrettizzarsi.

Il cortese è un vitigno coltivato prevalentemente nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Il grappolo è molto grande e può arrivare a pesare anche mezzo chilogrammo. È neutro, privo di aromi liberi, ma dotato di precursori aromatici che si sviluppano in fase di fermentazione e di evoluzione. Per la sua elevata produttività è stato utilizzato nella ricostruzione post-fillossera. Abbastanza resistente alla peronospora, meno all’oidio, è invece sensibile alla Botrytis. I vini da uve cortese hanno grande freschezza e, se coltivati su terreni adatti, importante sapidità; sono fini ed eleganti più che potenti. Da sempre conosciuti come vini da pronto consumo, sono molto versatili e dimostrano buone capacità di evoluzione.

La degustazione

Soldati Brut Millesimato 2013 – La Scolca
100% cortese da uve atte a dare Gavi DOCG. Fermentazione in acciaio, affinamento in bottiglia per 72 mesi.
Al naso si percepiscono note floreali, di agrume candito, frutta gialla, fiori bianchi, pasta di meliga, con una sfumatura un po’ dolce che ricorda il miele. In bocca la bollicina è fine e persistente; si apprezza una bella freschezza e anche una notevole cremosità con note di miele e di frutta secca. L’acidità è ben integrata e accompagnata da una leggera scia salina; buona la persistenza aromatica.

Colli Tortonesi Cortese “Terre del Prete” 2020 – Luigi Boveri
100% cortese coltivato nei vigneti di proprietà a Costa Vescovato (AL). Fermentazione in acciaio, 6 mesi di affinamento in acciaio, sui lieviti, con periodici batonnage.
Il naso ci offre note floreali di biancospino e tiglio, fruttate di pesca bianca, di frutta secca e vegetali di erba medica tagliata. In bocca il sorso è molto preciso con un’ottima corrispondenza gusto-olfattiva, è avvolgente ma anche dotato di un’evidente scia sapida.

Gavi del Comune di Gavi 2020 – Tenuta Olim Bauda
100% cortese, vigneti su marne argillose nel comune di Gavi (AL). Fermentazione in acciaio, breve macerazione sulle bucce, 6-8 mesi di affinamento in acciaio, sui lieviti, con periodici batonnage.
Al naso è notevole l’impatto olfattivo, con note di erbe aromatiche, mela, pera e una sfumatura balsamica. In bocca è più strutturato del vino precedente, con una nota sapida maggiore e una grande freschezza.

I viniGavi del Comune di Gavi Rovereto Minaia 2018 – Nicola Bergaglio
100% cortese proveniente dal cru “Minaia”, a Rovereto di Gavi. Pressatura a grappolo intero, fermentazione in acciaio, affinamento in acciaio per 6 mesi sulle fecce fini.
Il naso è complesso, agrumato, con note balsamiche, di frutta gialla candita, erbe aromatiche e nocciola, su sfondo gessoso. In bocca la persistenza aromatica è importante con sentori di pesca, albicocca, frutta secca e una nota agrumata di pompelmo rosa sul finale. Bella sapidità con piacevole nota ammandorlata.

Piemonte DOC Cortese Vilet 2017 – Luigi Spertino
100% cortese coltivato nelle vigne di proprietà a Mombercelli, nel Monferrato astigiano, esclusivamente a mano. Macerazione sulle bucce per 40 giorni in acciaio. Affinamento in anfora per 24 mesi. Nessuna chiarifica e filtrazione.
Il naso esprime note di frutta e agrumi canditi, ginestra, cera, vermouth, china, foglie di tè e anice. In bocca si apprezza un leggero grip tannico con sentori balsamici, di miele di castagno, albicocca essiccata,  salvia e liquerizia. Bellissima freschezza e piacevole nota sapida sul finale.

Vino Bianco Filagnotti 2016 – Cascina degli Ulivi
100% cortese, vigne coltivate in biodinamica su terreno argilloso-ferroso a Tassarolo (AL). Pressatura soffice, nessuna macerazione. Fermentazione, malolattica e affinamento per 15 mesi in botti di acacia da 25 hl. Utilizzo di lieviti autoctoni, nessuna filtrazione né solfiti aggiunti.
Il naso è più evoluto di quello del vino precedente, con note pungenti, smaltate ed eteree, di pietra focaia e polvere da sparo, frutta stramatura, fiori secchi, crosta di formaggio e scorza d’arancia. La bocca è strutturata, piena, ricca, persistente, più sapida che fresca. Grande potenzialità di evoluzione.

Piemonte DOC Cortese La Rocca 2014 – Albino Rocca
100% cortese. Vigne in Barbaresco e San Rocco Seno d’Elvio (CN). Terreno marnoso e argilloso-calcareo. Fermentazione ed evoluzione di 6-8 mesi in barrique di rovere francese.
Al naso appare un vino piuttosto maturo, impegnativo da bere da solo, ma favoloso per un abbinamento gastronomico (suggerito il risotto con gli asparagi). Ci sono note di frutta gialla surmatura e candita, ananas, note eteree di cera e smalto, di timo e santoreggia. La bocca esprime una tenuta nel tempo maggiore rispetto al naso. Grande struttura e buona sapidità, il sorso è ricco, pieno, succoso, con sentori di frutta macerata, erbe aromatiche, carcadè e vermouth.

Vino Bianco La Scolca d’Antan 2007 – La Scolca
100% cortese da uve atte a dare Gavi DOCG. Fermentazione in acciaio con parziale macerazione sulle bucce. Affinamento e maturazione sulle fecce fini per 10 anni in acciaio. Nessuna filtrazione.
Al naso appare più giovane del vino precedente; spiccano note di gelsomino e acacia, frutta gialla, buccia di cedro candita, anice, eucalipto, menta e cera d’api su uno sfondo di miele. In bocca è fresco, sapido, teso, con lunga persistenza aromatica.