Quando il terroir fa la differenza: Nizza e la barbera

È uno dei vitigni più popolari d’Italia, in grado di eccellere in territori altamente vocati. A Milano il progetto Nizza DOCG raccontato dai suoi protagonisti con un focus sull’annata 2016.

Marco Agnelli

«La barbera è il vitigno più coltivato in Piemonte e storicamente il più presente», esordisce Francesco Ferrari aprendo la serata dedicata al Nizza DOCG. Purtroppo per molti anni, però, sia l’uva sia il vino con essa prodotto sono stati ampiamente sottovalutati e talvolta bistrattati: a lungo infatti si è pensato alla Barbera come a un vino non particolarmente fine, concepito esclusivamente per un consumo quotidiano. Negli ultimi trent’anni vi è stata tuttavia un’inversione di tendenza e questa immagine è fortunatamente andata via via perdendosi. Il tempo e il lavoro di alcuni grandi produttori che hanno creduto fino in fondo alle potenzialità del vitigno hanno fatto sì che finalmente si sia capito che dalla barbera possono nascere grandi vini in grado di reggere benissimo la sfida del tempo.

Se la barbera è il vitigno più diffuso in Piemonte, sicuramente la zona di Nizza Monferrato e dei comuni limitrofi ne rappresentano la superficie di elezione, ossia l’area dove può esprimersi al massimo della propria ispirazione qualitativa. Ci racconta la storia della giovane Nizza DOCG Gianni Bertolino, presidente dell’Associazione Produttori del Nizza. La denominazione Nizza DOCG è stata riconosciuta solamente nel 2014, ma il percorso per arrivarci parte in realtà da lontano. Già alla fine degli anni ‘60 molte etichette di Barbera riportavano in etichetta la dicitura Nizza, a sottolinearne la provenienza da un areale di eccellenza.


Il relatoreNegli anni ’90 la zona intorno a Nizza ha visto l’avvento sul territorio di nuove generazioni di produttori che hanno dato vita a un primo embrione di progetto incentrato sul territorio e sulla sua sinergia con il vitigno. Nasce dunque l’Associazione, di cui è attualmente presidente Bertolino, e si inizia con il chiedere che venga riconosciuta una sottozona all’interno del vasto territorio della Barbera d’Asti DOC. A partire dalla vendemmia 2000 viene ufficializzata la sottozona Nizza. Con la vendemmia 2008 arriva poi la DOCG per l’intera Barbera d’Asti e nel 2014 nasce Nizza DOCG, con un disciplinare che prevede l’impiego del vitigno barbera vinificato in purezza il cui nome, però, per precisa scelta, non compare in etichetta, su modello dei disciplinari di Borgogna.

Sono diciotto i comuni che rientrano nella DOCG la cui superficie, da un punto di vista geologico, comprende il settore nord (sabbie e terre rosse), quello centrale più ampio (marne sabbiose e argille) e infine il settore sud (arenarie). Ma non basta. Grazie a un monumentale lavoro di mappatura da parte di Alessandro Masnaghetti, famoso per la sua opera cartografica nei più grandi territori vitivinicoli italiani e non solo, tutti i vigneti sono stati censiti e mappati, a riconoscerne l’identità e l’assoluta unicità.

Quella che andiamo ad affrontare durante la degustazione è un’orizzontale dell’annata 2016, attraverso dieci diverse interpretazioni stilistiche.

Nizza DOCG Pianoalto 2016 - Bava
Dal cru Salere, nel comune di Agliano Terme. Rubino di una bella lucentezza, al naso emerge immediatamente il frutto, declinato soprattutto su ribes e mora. Speziatura che ricorda il pepe e che si staglia su uno sfondo balsamico. Il sorso rivela la gioventù del frutto. La struttura e l’alcol sono importanti, ma mai eccessivi, perfettamente bilanciati da una freschezza che rende questo vino incredibilmente scalpitante.

Nizza DOCG Augusta 2016 - Borgo Isolabella
Dal cru Boidi nel comune di Nizza Monferrato. Cromaticamente molto intenso, più carico del precedente. L’esame olfattivo identifica frutto scuro e spezie dolci cui si somma una leggera tostatura e una chiusura che ricorda il cioccolato al latte. Il sorso rivela un corpo importante e un ritorno della spezia già avvertita al naso.

Nizza DOCG La vigna dell’Angelo 2016 - Cascina La Barbatella
Dal cru L’Annunziata, nel comune di Nizza Monferrato. Anche in questo caso il colore è intenso, mentre l’apertura olfattiva è su mora e ribes nero. Il fiore in questo caso arriva dopo il frutto e ricorda soprattutto l’iris. Seguono poi sentori di tostatura e di caffè. La freschezza in bocca è l’elemento che risalta maggiormente, mentre la struttura è leggermente meno imponente rispetto a quella del vino precedente.

Nizza DOCG 2016 - Avezza
Dal cru Villalta, nel comune di Nizza Monferrato. Piccoli frutti rossi su uno sfondo di erbe aromatiche seguiti da una speziatura dolce e una bella nota di tabacco. In bocca svela una struttura piena, grazie alla sua provenienza da terreni argillosi.

Nizza DOCG Viti Vecchie 2016 - Gianni Doglia
Dal cru Bricco Nizza, nel comune di Nizza Monferrato. Frutti rossi maturi e, a seguire, un versante floreale declinato soprattutto su ricordi di viola. La speziatura richiama maggiormente il chiodo di garofano e, in chiusura, arriva una nota tostata scura di caffè. L’esame gusto-olfattivo rivela una potenza leggermente meno esplosiva rispetto al campione precedente e una maggiore sapidità. «Vino importante ma non sussiegoso», lo definisce Ferrari.


I viniNizza DOCG Riserva 2016 – Tenuta Olim Bauda
Dal cru La Bauda, nel comune di Incisa Scapaccino. Colore rubino scuro intenso con ancora qualche riflesso violaceo. Siamo letteralmente investiti da un canestro di frutta, ricco soprattutto di more, ciliegie e prugna secca. Seguono ricordi di china, rabarbaro e liquirizia. Un bouquet di notevole complessità. Il sorso si apre su un’ottima acidità e una punta di tannino leggermente superiore a quella dei vini precedenti. Un vino che nell’insieme gioca più sull’eleganza che sulla potenza.

Nizza DOCG Ceppi Vecchi 2016 - Cantina di Nizza
Proviene da diversi cru nei comuni di Castelboglione, Nizza Monferrato e Calamandrana. Colore ricco, intenso e pieno. La frutta è decisamente scura. A seguire note di radici e di bulbo. La componente floreale è piuttosto ritrosa. In bocca liquirizia debordante, frutto e una notevole persistenza sapida.

Nizza DOCG 2016 - Tre Secoli
Dal cru Casalotto, nel comune di Mombaruzzo. Cromaticamente pieno, intenso e ricco, avvertiamo per la prima e unica volta tra i campioni degustati finora note di humus e sottobosco. Spezie orientali, cardamomo e a seguire uno sbuffo di rosmarino. Struttura avvolgente, potenza e materia, con un finale di importante sapidità.

Nizza DOCG Riserva Generala 2016 - Bersano Vini
Dal cru San Rocco, nel comune di Agliano Terme. Esuberante apertura di lampone e fragola e, a seguire, rosa rossa e legno di sandalo. Rotondo, pieno e persistente in bocca. L’esame gusto-olfattivo rivela in retro-olfazione erbe aromatiche, e un’importante sensazione pseudocalorica. A parità di annata, questo vino sembra leggermente più avanti nel suo percorso evolutivo rispetto agli altri degustati.

Nizza DOCG Riserva Angelo Brofferio 2016 – Barbera dei Sei Castelli
Da terreni composti da marne sabbiose e argillose, tra i comuni di Agliano Terme e Castelnuovo Calcea. Frutto scuro su cui spuntano mora, prugna e marasca. Esce successivamente una ventata di timo e origano. Il fiore non è fresco, bensì appassito, quasi essiccato. Il sorso ci porta a identificare una struttura potente che va a braccetto con una piacevole freschezza. Torna il frutto scuro all’assaggio, mentre chiude con una sorprendente nota di origano già percepita al naso.